PENSIERI DI LUCE

SICILIA: CRONACA DI UNA TRAGEDIA ANNUNCIATA


L'apocalisse di Messina (con i suoi 14, per ora, morti sepolti dal fango) e' come il terremoto dell'Aquila (oltre trecento decessi) e come  tante altre tragedie calamitose che hanno colpito il Paese nel corso dei secoli. Inutile gridare alla 'calamita' naturale' quando chi costruisce le case non le fa antisismiche in un territorio particolarmente sismico. E come non aspettarsi il dramma quando un'intera cittadina viene costruita selvaggiamente sul letto di un fiume?Inutile gridare contro la forza della natura che si scatena. E' la mano dell'uomo a sbagliare, il divino non c'entra nulla. E' l'uomo e basta che commette errori per avidita' e arroganza.
Se un paese viene spazzato via da una valanga di fango o da un terremoto, la colpa e' solo di chi non ha lavorato come doveva. Con giustezza e onesta'. Dietro una tragedia c'e' sempre un errore umano, non lasciamoci incantare dalle parole di circostanza. La colpa peggiore e' della politica che continua a battagliare nelle sedi istituzionali invece di mettersi in maniche di camicia e sostenere il Paese con i fatti. Persino il presidente della Repubblica si dice stanco di questa 'politica incivile'. Fosse solo incivile! Se le imprese muoiono, oggi e' il caso della Merker in Abruzzo ma tanti gli appelli che arrivano da ogni parte d'Italia, la colpa e' molto di un'apolitica latitante e cazzeggiona molto attenta a convocare conferenze stampa per riaprire un immobile piuttosto che a guardare al futuro con progetti di pubblica utilita'. Una miopia accecante. Una superficialita' dirompente. Una mancanza di idee sconvolgente. E laddove manca la curiosita' scarseggia anche l'intelligenza. 
Parla di ‘disastro annunciato’’ padre Giovanni Scimone, parroco di Giampilieri, la frazione del comune di Messina devastata da un nubifragio costato la vita a 14 persone. Si è ripetuto quello che era accaduto due anni fa, quando, solo per unmiracolo, non ci furono morti. “Stavolta - spiega - la pioggia è durata di più ed è stata più violenta e ora contiamo le vittime”.“In due anni - continua - nessuno ha preso provvedimenti, Nonostante la precedente alluvione fosse stata più di un segnale. Le colline sono prive di alberi - in parte distrutti dagli incendi, in parte tagliati per edificare -, non sono stati costruiti muri di contenimento. Tutto questo comporta che una pioggia più violenta fa venir giù le frane”.
Don Scimone, che vive nel centro di Messina, non è ancora riuscito a raggiungere la frazione. “La strada -dice - è bloccata. I parrocchiani mi raccontano di scene drammatiche: case crollate, gente sotto le macerie, fiumi di fango”.
Nonostante l'alluvione del 2007 afferma Antonello Micali la Regione - come dimostrano le reiterate proteste dei cittadini in questi anni- non ha predisposto nulla affinché si mettessero in sicurezza le aree più a rischio. Anzi,quelle belle colline di macchia mediterranea che scivolano dolcementeverso il mare dello Stretto e che costituiscono l'inizio della catenamontuosa dei Nebrodi, sono state oggetto, anche in questi due ultimi anni, dell'ennesima cementificazione selvaggia. Ovviamente, ogni estate che io ricordi, gli incendi, quasi sempre dolosi, hanno fatto il resto  Mio nonno, che sapeva e pensava come gli “antichi” e che si era fatto tutta la campagna d'Africa fino alla disfatta di El Alamein, mi diceva già qualche anno fa - è morto nel 2003 a 90 anni - che quando sarebbero scomparsi gli ultimi filari di vegetazione da un certo crinale che potevamo notare dal terrazzo della sua casa nel centro di Giampilieri,sarebbe venuto giù l'inferno; che la montagna, una volta ferita a morte, non avrebbe perdonato. Purtroppo, aveva ragione