Tutte le volte che per il troppo bene e per la paura di farle male stringendola troppo forte l’ho fatta cascare da in braccio a me. Però lei ha continuato sempre a fidarsi ciecamente della sua mamma e si è sempre lasciata prendere in braccio sino alla fine.Ha sempre seguito ovunque la sua mamma. Sempre sballottata a destra e a sinistra. In mezzo alla gente, nei parchi, in casa di altri (quanto ha sofferto a casa di Davide soprattutto con l’aria resa irrespirabile dal pane che facevamo con la macchina apposita la notte e poi andavamo a dormire lasciando solo lei senz'aria e con la voglia di pane senza al buio poterlo mangiare, per non parlare dei viaggi allucinanti dentro alla sua gabbietta su e giù per Loiano che D. non voleva neppure che la tenessi in braccio e mi occupassi di lei, e in casa di Alberto quando si è rotta il femore), e di quanto avrà sofferto in spiaggia. Ma a lei bastava che ci fosse la sua mamma. Mi è sempre stata vicina ai miei piedi, anche in mezzo alla gente per strada. Ha sempre fatto lodevolmente il suo compito di far capire alla gente quanti giochi sapeva fare. Si è sempre lasciata spupazzare dai bimbi senza mai reagire, ha sempre rischiato di morire x seguire la sua mamma a causa dell'arrivo, talvolta all'improvviso, dei cani. Ha sempre patito il caldo e la sete perchè a volte, nei viaggi, non potevamo fermarci.Ma x lei la sua mamma era tutto. Anche l’ora prima di morire ogni tanto si alzava su e mi guardava come se io fossi tutto x lei. E l’ultima cosa che ha cercato con lo sguardo nell’attimo in cui è espirata sono io.Non Ti dimenticherò mai, Caterina. Non potrei mai farlo…Mi viene ora in mente, tra i miei pensieri confusi, quella volta che di prima mattina mentre lei stava beccando nella sua ciotola gliel’ho portata via, per lavargliela e metterci del nuovo mangime, lei mi ha guardato con il suo visino e con un’espressione come per dire: “la mia mamma non vuole che mangi, mi sta portando via la pappa”. Ma non ha reagito, come invece altri animali fanno, mordendo o in altro modo. Aveva accettato il fatto che non dovesse più mangiare perché la sua mamma le aveva portato via la sua ciotola…***Non Ti dimenticherò mai, Caterina, piccolina mia.Ho capito forse troppo tardi quanto sei stata preziosa per me e ora cerco di starti vicina, sperando di ammalarmi della stessa malattia che Ti ha portata via da me.Ti voglio tanto bene, mia adoratissima cucciola. Perdonami, se puoi.
ADDIO CATERINA, CUCCIOLA MIA, NON TI DIMENTICHERO' MAI. Terza parte. Ultimi pensieri confusi prima della sepoltura
Tutte le volte che per il troppo bene e per la paura di farle male stringendola troppo forte l’ho fatta cascare da in braccio a me. Però lei ha continuato sempre a fidarsi ciecamente della sua mamma e si è sempre lasciata prendere in braccio sino alla fine.Ha sempre seguito ovunque la sua mamma. Sempre sballottata a destra e a sinistra. In mezzo alla gente, nei parchi, in casa di altri (quanto ha sofferto a casa di Davide soprattutto con l’aria resa irrespirabile dal pane che facevamo con la macchina apposita la notte e poi andavamo a dormire lasciando solo lei senz'aria e con la voglia di pane senza al buio poterlo mangiare, per non parlare dei viaggi allucinanti dentro alla sua gabbietta su e giù per Loiano che D. non voleva neppure che la tenessi in braccio e mi occupassi di lei, e in casa di Alberto quando si è rotta il femore), e di quanto avrà sofferto in spiaggia. Ma a lei bastava che ci fosse la sua mamma. Mi è sempre stata vicina ai miei piedi, anche in mezzo alla gente per strada. Ha sempre fatto lodevolmente il suo compito di far capire alla gente quanti giochi sapeva fare. Si è sempre lasciata spupazzare dai bimbi senza mai reagire, ha sempre rischiato di morire x seguire la sua mamma a causa dell'arrivo, talvolta all'improvviso, dei cani. Ha sempre patito il caldo e la sete perchè a volte, nei viaggi, non potevamo fermarci.Ma x lei la sua mamma era tutto. Anche l’ora prima di morire ogni tanto si alzava su e mi guardava come se io fossi tutto x lei. E l’ultima cosa che ha cercato con lo sguardo nell’attimo in cui è espirata sono io.Non Ti dimenticherò mai, Caterina. Non potrei mai farlo…Mi viene ora in mente, tra i miei pensieri confusi, quella volta che di prima mattina mentre lei stava beccando nella sua ciotola gliel’ho portata via, per lavargliela e metterci del nuovo mangime, lei mi ha guardato con il suo visino e con un’espressione come per dire: “la mia mamma non vuole che mangi, mi sta portando via la pappa”. Ma non ha reagito, come invece altri animali fanno, mordendo o in altro modo. Aveva accettato il fatto che non dovesse più mangiare perché la sua mamma le aveva portato via la sua ciotola…***Non Ti dimenticherò mai, Caterina, piccolina mia.Ho capito forse troppo tardi quanto sei stata preziosa per me e ora cerco di starti vicina, sperando di ammalarmi della stessa malattia che Ti ha portata via da me.Ti voglio tanto bene, mia adoratissima cucciola. Perdonami, se puoi.