AVE CAESAR MORITURI

Calcio e diritti televisivi, un'altra falsa "liberalizzazione".


Oramai ci sto facendo l'abitudine a proposito degli interventi di Mister Prodi o per meglio dire Mister Liberalizzazione. Le sue, più che liberalizzazioni sembrano degli ATTI STALINISTI e di PROGRAMMAZIONE COMUNISTA. Partiamo dal concetto di liberalizzazione del mercato e dal concetto di libera conocorrenza, che sembra sia il principio base a cui dovrebbe ispirarsi la sua tanto AMATA EUROPA. La libera conocorrenza sussiste quando sul mercato nascono due, tre, quattro, cinque o cento, mille o quante esse siano IMPRESE che producono un bene. Dall'altra parte ci sono i consumatori che domandano il bene di consumo. Il Prezzo si forma con l'incontro LIBERO tra DOMANDA e OFFERTA, senza che nessun Ente esterno (politico o economico che sia) intervenga a distorcere tale equilibrio, praticamente la famosa TEORIA CLASSICA. Bè a Prodi evidentemente questa teoria è sconosciuta.Ieri è stato approvato il Disegno di Legge DELEGA al Governo sulla disciplina dei DIRITTI TELEVISIVI delle società di calcio. Facendo una breve storia diciamo che sin dal 1993 quando nacque Telepiù la Lega Calcio vendeva i diritti dei posticipi e degli anticipi in blocco. Dopo qualche anno qualche società cominciò LIBERAMENTE a vendere i diritti delle proprie partite casalinghe individualmente. Nel 1999 interviene l'Antitrust contestando alla Lega Calcio la vendita centralizzata dei diritti televisivi. Interviene, giustamente, il governo D'Alema con un Decreto Legge n. 15 del 30 gennaio che attribuisce alle società di calcio il diritto di vendere singolarmente le partite casalinghe dando vita alla soggettività dei diritti televisivi criptati. Ora ci troviamo nell'era di Telepiù e Stream che acquisteranno singolarmente i diritti dalle società calcistiche fino al 2002 quando poi Stream acquisterà Telepiù dando vita a SKY di proprietà di Murdoch. Poi nel 2005 entrano in gioco anche le piattaforme del digitale terrestre creando anche una migliore e maggiore concorrenza. Le grandi squadre come Juventus, Milan, Inter, Roma, Lazio e Fiorentina naturalmente vendono i diritti ad un prezzo maggiore e le piccole ad un prezzo più basso. Ma è una legge vecchia di mercato. Se la Juve ha 10 milioni di tifosi è chiaro che il suo prodotto valga 10 volte più di una suadra come Palermo o Sampdoria che di tifosi a malapena ne hanno 300, 400 mila.Tornando al decreto di ieri promosso dalla dilettante Melandri, che dimostra di non conoscere non solo il calcio ma anche l'economia, restituisce la vendita centralizzata dei diritti televisivi alla Lega Calcio con una suddivisione equa del 50% degli introiti e il resto 50% verrà suddiviso in base al bacino di utenza e in base ai risultati. A me sembra una specie di imposizione del PREZZO POLITICO andando a debellare la libera conocorrenza e la "libertà di impresa" delle società di calcio che si vedono "SCIPPATE" di un loro diritto sacrosanto: vendere le loro partite casalinghe. Siamo sicuri che tutto ciò è in sintonia con l'Antitrust e soprattutto con i principi europei di LIBERA CONOCORRENZA? E poi prima D'Alema liberalizza veramente, poi la Melandri torna indietro, ma insomma hanno una linea di condotta questa gente di sinistra o come io immagino sono DILETTANTI ALLA SBARAGLIO? Allora dovrebbero andare alla Corrida, li almeno prenderebbero qualche applauso!