AVE CAESAR MORITURI

Lo stalinismo di Prodi e Gentiloni.


Il Governo Prodi ha appena approvato il DDL sul riassetto delle televisioni in Italia. Ma più che un riassetto sembrerebbe una RISPARTIZIONE delle frequenze della TV analogica. Tutto ruota intorna all'articolo 3 del DDL varato. Tale articolo, nella parte iniziale, dice esattamente:1. Le frequenze televisive analogiche non coordinate a livello internazionale e ridondanti per almeno il 98% del proprio bacino di servizio, quali individuate all’esito della predisposizione del data-base delle frequenze, devono essere liberate e restituite, ai sensi della disciplina vigente, al Ministero entro 12 mesi dall’entrata in vigore della presente legge.2.  Entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, al fine di favorire il passaggio alla nuova tecnologia digitale in un contesto di tutela del pluralismo, di apertura del mercato e di uso efficiente dello spettro elettromagnetico i soggetti titolari di più di due emittenti televisive in ambito nazionale via etere terrestre su frequenze analogiche presentano all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni un progetto di trasferimento su frequenze terrestri in tecnologia digitale, ovvero su altra piattaforma trasmissiva in tecnologia digitale, dei palinsesti delle emittenti eccedenti la seconda.
 Cosa succede per le frequenze liberate in analogico dalle aziende uscenti (Rai e Mediaset)?Le frequenze analogiche "residue" rientrano nella disponibilità del Ministero delle Comunicazioni.Questi le riassegna attraverso procedure pubbliche (gara d'appalto europea o,in alcuni casi,licitazione privata), incentivando chi assicurerà determinati requisiti. Il tutto, «fatti salvi i diritti acquisiti».Quest'ultima frase è ciò che resta di un'emendamento presentato da Antonio Di Pietro, ben più mirato e articolato. La Rai sarebbe stata esentata dal trasferimento di una rete, mentre le frequenze liberate sarebbero state assegnate, in via prioritaria, «ai destinatari delle concessioni rilasciate nel luglio '99», impossibilitati ad avviare le trasmissioni per mancanza di frequenze. In sostanza, Di Pietro e i Verdi intendevano farle assegnare a Europa 7, vincitore di un bando di concessione nel luglio '99. Non sarebbe comunque ostacolata la procedura pubblica di assegnazione: strada spianata per il Terzo Polo televisivo e un editore come De Agostini, un Terzo Polo che molto probabilmente sarà molto vicno alla sinistra e attraverso il quale potranno mandare in onda i propri messaggi STALINIANI di propaganda COMUNISTA.Ma conviene,però,investire per realizzare due canali analogici ex-novo ( marchio e avviamento resterebbero a Mediaset) nel 2009 in caso di approvazione della legge nell'ottobre 2007 quando tre anni dopo si dovrebbe passare al digitale?Certo che no, in quato sarebbe un MAL INVESTIMENTO, ma allora perchè tutta questa fretta di "ESPROPRIARE" a Mediaset un canale TV? Perchè forse il proprietario è un avversario politico? Non si rischierebbe di danneggiare un'azienda italiana e quindi di conseguenza i suoi dipendenti? Sono anche loro lavoratori o no? Ed un'ultima domanda, ma la priorità di questo Governo non era quello di dare un impulso all'economia? Certo questa scelta frettolosa fa pensare che i piani siano altri, e che si sia trattato soprattutto di un DISPETTO POLITICO.