AVE CAESAR MORITURI

IL RIFORMISMO E' MORTO.


Nicola Rossi, uno degli esponenti dei Democratici di Sinistra, esperto economista ed ex consigliere economico del Governo D'Alema, ha detto BASTA! Tramite una lettera inviata a Fassino ha comunicato che non intende rinnovare la tessera del partito. E' difficile stabilire se il suo addio è solo provocatorio o se piuttosto non fosse stata provocatoria la sua adesione, dieci anni fa. Di certo il liberale economista ha deciso di non fornire «ulteriori alibi» a se stesso e alla Quercia, perché ha ormai maturato l'idea che «sul terreno riformista la sinistra ha esaurito tutte le energie», ed è quindi giunto il momento di «scoprire le carte».
La sua decisione ha sicuramente innescato una "bomba" nel partito, mettendo a nudo la questione "RIFORME". Nicola Rossi afferma di smetterla con gli "alibi", e di ammettere un fallimento nella volontà di dar vita a delle RIFORME. E continuando "avevo la speranza di vedere un giorno la sinistra italiana contaminata da idee liberali, come è avvenuto in Inghilterra e in Spagna, ma mi sono sbagliato". Era una speranza che Rossi iniziò a condividere negli anni Novanta con Massimo D'Alema, suo punto di riferimento nei Ds. A determinare la rottura finale è stata naturalmente la FINANZIARIA di Prodi. Una manovra che avrebbe dovuto dare l'input della crescita e della lotta alla precarietà, ma che invece ha solo "redistribuito le risorse" tra gli amici di partito e tra i poteri forti della sinistra. Da anni in Italia ogni governo che si alterna parla, nella campagna elettorale di RIFORME, come se fossero nuovi "tappeti persiani" da vendere e che faranno sognare gli italiani. Ma puntualmente il governo che va al QUIRINALE cambia le norme del governo precedente, attuando la sua "falsa riforma". Come ha sostenuto Nicola Rossi, e mi trova d'accordo, in Italia da circa 15 anni i due schieramenti presentano leader ambedue già sconfitti, ed invece di proporre gente NUOVA, con idee FUTURISTE e non legate alla ideologia di partito o sindacaliste, presentano sempre gente "vecchia, burocratica, logora, lenta, clientelare, noiosa e senza idee". I governi italiani non hanno mai avuto il coraggio di dar vita a vere RIFORME. La riforma non è cambiare la legge del Governo precedente, o proporre ogni due anni una cavolo di "riforma delle pensioni".La riforma è dar vita ad uno snellimento della burocrazia, snellimento delle leggi, certezza nel diritto e delle pene, abbandono dell'ideologia vecchia e radicale dei partiti. Abbandonare i legami con le banche, sindacati, associazioni, abbandonare il clientelismo e quelle unioni sottobanco tra partiti "nemici". Chi governa deve avere il coraggio di prendersi tutte, e dico tutte le responsabilità, senza passare la patata bollente a sindacati o partiti. Riforma è dar vita a leggi che guardano il FUTURO e non il PASSATO. Non si può parlare di RIFORME se tuttora in Italia abbiamo ancora partiti che si ispirano ad ideologie vecchie e sconfitte come il comunismo. Bisogna educare il popolo e la gente a guardare avanti e non indietro, e non come fanno almeno il 60-70% dei politici attuali che appartengono solo ad una classe: quella della POLTRONA!