AVE CAESAR MORITURI

La resa dello STATO


Può uno Stato tollerare 200 facinorosi, armati di sassi e bastoni, che assalgono continuamente e costantemente una Caserma della Polizia di Stato? Può mai uno Stato tollerare che un intero quartiere della città di ROMA, Capitale d'Italia, centro delle Istituzioni e dell'intero apparato militare italiano, una città situata nel CUORE del Bel Paese, possa essere messo a ferro e fuoco per almeno tre ore da un gruppo di circa 800 "terroristi", lasciando i cittadini ivi residenti, in balia di un eventuale destino atroce, senza poter fare nulla per impedirlo?
"Mi hanno tirato addosso un masso di grosse dimensioni" ha detto   un ufficiale di polizia in un'ambulanza davanti alla Caserma Giglio di via Guido Reni, a Roma. "Ero seduta all'aperto a prendere un aperitivo al bar con un mio amico quando abbiamo sentito le esplosioni in successione, i rumori di vetri infranti, abbiamo visto l'auto in fiamme e siamo fuggiti. Io ho trovato riparo dentro il bar, prima che chiudessero la saracinesca. Il mio amico si è fatto aprire il portone di un edificio e siamo rimasti barricati per mezz'ora, ma ora ho paura di tornare a casa" ha aggiunto una ragazza che, sfortunatamente, era malcapitata in quel quartiere in quell'istante. Si poteva evitare tutto questo? Si poteva evitare questa "guerriglia urbana" senza precedenti se non quel maledetto G8 nella bella città di Genova?
Oggi, colui che dovrebbe rappresentare la "Sicurezza Interna" sul nostro territorio, ma nulla di tutto ciò ha grantito in un anno e mezzo di Governo, Giuliano Amato, ha cercato, con evidenti, "disturbi deliranti", di spiegare quanto accaduto nella notte di guerriglia nel centro di Roma.
Dopo aver ammesso che il poliziotto ha letteralmente assassinato, impugnando la pistola con le braccia tese, il povero tifoso della Lazio, Gabriele Sandri, ha spiegato o cercato di spiegare gli eventuali moventi della tragedia. "Quel ragazzo, che oggi non c'è più, di sicuro non sarebbe morto se quel poliziotto non avesse sparato, e questo è comunque imperdonabile. Ma non sarebbe morto neppure se i tifosi di due squadre diverse incontrando in un autogrill non si cimentassero in risse ma bevessero un caffè insieme", un'affermazione che ha fatto letteralmente adirare molti parlamentari sia di destra e sia di sinistra. Come dire che se vi è un principio di rissa in un autogrill può accadere che un poliziotto, da un'altra corsia, può decidere di sparare: ABOMINEVOLE!
La mancanza di un semplice "comunicato stampa", come chiedeva anche il deputato La Russa, o una presa di posizione immediata e ferrea, come ha chiesto il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini, avrebbe poi evitato quanto di "terrorizzante" è accaduto in tante città italiane. Sospendere solo due partite di calcio e far proseguire le altre, rimandando l'inizio di appena dieci minuti, è stato un duro colpo al cuore e alla morale dei tifosi di calcio. "Ma come per Raciti fermate un Campionato e adesso, che muore un tifoso, uno di noi, giocate senza problema?", questo l'interrrogativo di tanti giovani che ogni domenica si recano allo stadio per sostenere la propria squadra del calcio e che non hanno nulla a che fare coi "terroristi" della notte brava a Roma. "Anche mio figlio di tredici anni lo aveva capito" ha aggiunto sempre il deputato Ignazio La Russa.
Bastava avere buon senso, ed invece lo Stato, il Ministro AMATO, l'incompetente MELANDRI e il mercenario MATARRESE hanno deciso che lo "Show must go on". Una vita umana viene tragicamente ed illogicamente spezzata, ma la "ruota" del business continua a girare in modo vergognoso e mercenario, specchio di una società che va alla deriva, e di uno STATO che si arrende al "terrorismo urbano".