AVE CAESAR MORITURI

L'Italia nelle mani dei Camionisti


Distributori di benzina presi d'assalto, Supermercati che affiggono il classico fogliettino (formato A4) stampato dall'ultimo impiegato che magari viene assunto in questi periodi grigi solo per le "Comunicazioni di Servizio", che recita in modo gentile e rassicurante in questo modo:"AVVISO alla Gentile clientela, Ci scusiamo per i disagi creati dallo SCIOPERO dei TIR indipendenti dalle nostre volontà. A causa dello sciopero, non possiamo garantire la presenza dei prodotti in assortimento nei nostri Supermercati. Firmato: La Direzione".
Insomma il classico avviso ai poveri consumatori che per l'ennesima volta vengono danneggiati. Ma questa volta non centrano nulla i "commercianti", centrano invece i camionisti. Da lunedì 10 dicembre è cominciato l'After-Hour dei camionisti, che non è una nuova forma di divertimento, ma è il loro SCIOPERO, legittimo e sacrosanto. Ecco i motivi principali, condivisibili, che hanno spinto migliaia di camionisti italiani ed europei a "bloccare" le strade d'Italia.
L'alto costo del gasolio, l'abusivismo, la concorrenza "sleale" dei vettori stranieri e la mancanza di una strategia mirata sui controlli di tutti gli operatori coinvolti nella filiera del trasporto di merci su strada. Sono alcune delle principali ragioni alla base del blocco dei tir, scattato lunedì scorso e previsto sino a venerdì prossimo. I motivi elencati erano stati indicati in un documento inviato un MESE fa al Governo attuale capeggiato da Mister Prodi. Ma un MESE fa Prodi era in giro per il mondo a parlare di PACE, FRATELLANZA, TERZO MONDO, IRAQ, ISRAELE, PALESTINA, mentre in Italia c'era una categoria che organizzava lo "Scacco Matto" al Bel Paese.
In tutte le città italiane si registrano scene apocalittiche, che magari si verificheranno quando il mondo dovrà, un giorno, rassegnarsi all'esaurimento definitivo delle scorte del petrolio. Oggi è solo il terzo giorno di un blocco totale dell'ultima fase del "Ciclo del Capitale", ossia il trasporto del "Prodotto finito" al commerciante al dettaglio che dovrà a sua volta venderlo al consumatore finale. Lo sciopero ha bloccato anche il lavoro in alcuni imprese, come negli stabilimenti di Fiat Auto, dove la produzione si è fermata per la mancanza di componenti e sono stati messi in libertà circa 17.000 lavoratori. Ancora ferma, tra l’altro, per il secondo giorno consecutivo, la Fiat a Termini Imerese (Palermo) a causa dello sciopero dei TIR che ha impedito l’arrivo dei pezzi per assemblare la Lancia Ypsilon. Gli operai sono tutti in cassa integrazione. Attività ferme anche alla Fiat di Termoli (Campobasso).
Il trasporto è un settore fondamentale nell'economia di un Paese, mentre è vitale per il POPOLO di un PAESE. Se nelle tante città, agglomerati urbani e piccoli paesini non giungone le fatidiche SCORTE, intese come farina, latte, benzina, olio combustibile, medicinali, si mette in ginocchio un intero Paese. Se poi vengono bloccate anche le STRADE, allora nasce il paradosso del BLOCCO TOTALE. Perché accade questo? Qual'è la causa? Di chi è la colpa? Il popolo italiano paga le tasse, lavora e come si suol dire in gergo "manda avanti" questo benedetto Paese, ma chi governa la nostra AMATA PENISOLA a volte se ne frega di tutto. A volte anche per IGNORANZA, non riesce a vedere e guardare oltre, e cosa potrebbe accadere se una categoria "strategica" per la vita di un Paese, decide di alzare al voce e dire BASTA!
Passerà anche questo blocco, ma a pagare, come sempre, sono gli ultimi, quelli che non contano nulla in un Paese dove la Sicurezza Pubblica e l'Ordine Pubblico non viene fatto più rispettare. Grazie Governo Prodi!