AVE CAESAR MORITURI

Le FOIBE: una PULIZIA ETNICA


Dopo anni ed anni di silenzi, uno dei più grandi ORRORI che il comunismo ha compiuto, e che è stato deliberatamente nascosto alla STORIA e al POPOLO italiano per volere del Partito Comunista Italiano, oggi finalmente viene riconosciuto anche dalle più alte cariche dello STATO. Giorgio Napolitano ribadisce a chiare lettere: «Le foibe furono pulizia etnica». E lo sottolinea anocra senza ambiguità per le «reazioni inconsulte che vennero al mio discorso di un anno fa da fuori d'Italia». "Ritengo", ha detto al Quirinale nella cerimonia per la giornata del ricordo, «che fosse giusto esprimere quel pensiero». Le polemiche, ha aggiunto, non hanno «scalfito la mia convinzione che fosse giusto esprimermi a nome della Repubblica con quelle parole, con quell’impegno». E si è detto «contento » che il ministro Rutelli avesse appena ribadito lo stesso concetto. Il ministro, oltre a ribadire appunto che «quella fu una pulizia etnica», ha sottolineato che il «doloroso ricordo delle foibe» rappresenta oggi una «memoria condivisa», perché quella fu, semplicemente, una «strage di italiani».
Peccato non siano ancora giunte le SCUSE della Nazione Croata che stranamente non è stata giustiziata insieme ai gerarchi nazisti per un'ORRORE contro l'umanità.
Per il capo dello Stato «è giunto il momento di interrogarci sul più profondo significato del ricordo che giustamente ci si è rifiutati di veder cancellato. L’omaggio alle vittime di quegli anni, insieme al doveroso riconoscimento delle ingiustizie subite, del dolore vissuto dai superstiti, dai loro discendenti e da chi fu costretto all’esodo non possono e non devono prescindere da una visione complessiva, serena e non unilaterale di un tormentato, tragico periodo storico, segnato dagli opposti totalitarismi. Deve esserci di monito - ha aggiunto Napolitano - che fu appunto la piaga dei nazionalismi, della gretta visione particolare, del disprezzo dell’altro, dell’acritica esaltazione della propria identità etnica o storica, a precipitare il nostro continente nella barbarie della guerra». In conclusione, Napolitano ha invitato tutti a «dimostrare nei fatti che quegli italiani che oggi onoriamo non sono dimenticati e che il dolore di tanti non è stato sprecato».
Le stime parlano di circa 11.000 persone gettate nelle foibe per volere dell'assassino e VIGLIACCO Maresciallo Tito. tra queste vittime sono presenti circa 4.000 civili che vennero sospettati di esser "nemici" del Comunismo Jugoslavo. La CONGIURA del SILENZIO ha poi fatto il resto. Dal 2005 la giornata del 10 febbraio è dedicata alla commemorazione dei morti e dei profughi italiani. La data del 10 febbraio 1947 ricorda il trattato di Parigi che assegnò alla Jugoslavia il territorio occupato nel corso della guerra dall'armata di Tito, un territorio che RESTERA' sempre ITALIANO e che ogni GOVERNO italiano dovrebbe sempre rivendicare.