Dopo anni ed anni di silenzi, uno dei più grandi ORRORI che il comunismo ha compiuto, e che è stato deliberatamente nascosto alla STORIA e al POPOLO italiano per volere del Partito Comunista Italiano, oggi finalmente viene riconosciuto anche dalle più alte cariche dello STATO. Giorgio Napolitano ribadisce a chiare lettere: «Le foibe furono pulizia etnica». E lo sottolinea anocra senza ambiguità per le «reazioni inconsulte che vennero al mio discorso di un anno fa da fuori d'Italia». "Ritengo", ha detto al Quirinale nella cerimonia per la giornata del ricordo, «che fosse giusto esprimere quel pensiero». Le polemiche, ha aggiunto, non hanno «scalfito la mia convinzione che fosse giusto esprimermi a nome della Repubblica con quelle parole, con quell’impegno». E si è detto «contento » che il ministro Rutelli avesse appena ribadito lo stesso concetto. Il ministro, oltre a ribadire appunto che «quella fu una pulizia etnica», ha sottolineato che il «doloroso ricordo delle foibe» rappresenta oggi una «memoria condivisa», perché quella fu, semplicemente, una «strage di italiani».
Le FOIBE: una PULIZIA ETNICA
Dopo anni ed anni di silenzi, uno dei più grandi ORRORI che il comunismo ha compiuto, e che è stato deliberatamente nascosto alla STORIA e al POPOLO italiano per volere del Partito Comunista Italiano, oggi finalmente viene riconosciuto anche dalle più alte cariche dello STATO. Giorgio Napolitano ribadisce a chiare lettere: «Le foibe furono pulizia etnica». E lo sottolinea anocra senza ambiguità per le «reazioni inconsulte che vennero al mio discorso di un anno fa da fuori d'Italia». "Ritengo", ha detto al Quirinale nella cerimonia per la giornata del ricordo, «che fosse giusto esprimere quel pensiero». Le polemiche, ha aggiunto, non hanno «scalfito la mia convinzione che fosse giusto esprimermi a nome della Repubblica con quelle parole, con quell’impegno». E si è detto «contento » che il ministro Rutelli avesse appena ribadito lo stesso concetto. Il ministro, oltre a ribadire appunto che «quella fu una pulizia etnica», ha sottolineato che il «doloroso ricordo delle foibe» rappresenta oggi una «memoria condivisa», perché quella fu, semplicemente, una «strage di italiani».