AVE CAESAR MORITURI

Cesare Battisti, il terrorista amico di Lula


Lo “sdegno” non serve a nulla, e le parole forti sono spesso la spia di pensieri deboli. I brasiliani si terranno Cesare Battisti, nell’assunto che in Italia sia perseguitato e le sue condanne, per quattro omicidi, abbiano ragioni politiche. Rapinava gioiellieri e li ammazzava, insomma, ma per ragioni ideali. I francesi, del resto, si tengono Marina Petrella, assumendo che noi italiani l’avremmo fatta morire. RIDICOLI e DEPRIMENTI. Gli anni '70, o meglio definiti come "Gli anni di Piombo" era in atto una vera e propria GUERRA CIVILE, come quella scoppiata anni prima negli U.S.A. d'America. Solo che gli americani lottavano per un ideale di libertà d'identità e contro la SCHIAVITU' dei Neri d'America, in ITALIA Cesare Battisti e Company lottavano per i loro ideali marxisti atti a sopprimere il popolo italiano e soggiogarlo nella loro schifosa ideologia già condannata dalla storia e dai FATTI.
In Italia Cesare Battisti è stato condannato come responsabile di quattro omicidi - tre come concorrente nell'esecuzione, uno co-ideato ed eseguito da altri: 6 giugno 1978 a Udine, Antonio Santoro, maresciallo della Polizia penitenziaria; omicidio di cui fu accusato dal "pentito" Pietro Mutti che poi si assunse la responsabilità diretta dell'azione, "declassando" il ruolo di Battisti alla sola "copertura". Santoro era accusato dai PAC di maltrattamenti ai danni di detenuti. 16 febbraio 1979 a Santa Maria di Sala (VE), Lino Sabbadin, macellaio di Mestre; Battisti fece da "copertura armata" all'esecutore materiale Diego Giacomin. Sabbadin si era opposto con le armi al tentativo di rapina del suo esercizio commerciale. 16 febbraio 1979 a Milano, Pierluigi Torregiani, gioielliere; Battisti fu condannato come co-ideatore e co-organizzatore. Nel corso dell'assassinio di Pierluigi Torreggiani venne coinvolto anche suo figlio Alberto, che da quel giorno vive paralizzato su una sedia a rotelle per un colpo sparato dal padre durante il conflitto a fuoco con gli attentatori. Torregiani, il 22 gennaio precedente, aveva ucciso un rapinatore durante una tentata rapina in una pizzeria in cui si trovava con i gioielli che aveva mostrato ad una vendita televisiva. 19 aprile 1979 a Milano, Andrea Campagna, agente della DIGOS; omicidio di cui fu riconosciuto come l'esecutore materiale. Campagna aveva partecipato ai primi arresti legati al caso Torregiani. Per i fatti sopracitati Cesare Battisti si è sempre dichiarato innocente. Recentemente Battisti si è detto pronto ad incontrare i parenti delle vittime degli omicidi a lui contestati e ha dichiarato di avere già avuto un rapporto epistolare "di amicizia, sincerità e rispetto" con Alberto Torregiani. Si può sostenere che i brasiliani hanno mal valutato o hanno voluto umiliarci (così impariamo a riceverne il presidente come fosse un calciatore). E si può immaginare che il presidente francese non abbia avuto la forza di resistere alle lacrime, terrorizzanti e ridicole, di sua moglie e sua cognata. Ma è inutile prenderci in giro, è la nostra giustizia ad essere in condizioni mondialmente disonorevoli. Ai francesi, che fanno come noi parte dell’Unione Europea, avremmo dovuto dire: se voi provate a sostenere che in Italia non c’è rispetto dei trattati internazionali, che il diritto è violato e che in carcere torturiamo la gente, vuol dire che, assieme, non possiamo fare nessuna Unione, perché o siete voi ad essere imbroglioni, o siamo noi ad essere incivili. Battisti, invece, i francesi ce lo avrebbero restituito, se non fosse scappato in Brasile, meta, un tempo, di nazisti e poi di assassini rossi, in modo da iscriversi allo stesso club. Quando l’Italia chiese l’estradizione l’allora ministro, Mastella, ci tenne a sottolineare che aveva quattro ergastoli sulle spalle, ma, di certo, non lo avremmo tenuto in cella per tutta la vita. Non è bastato, qui con un ragionevole fondamento: chi si vergogna della propria giustizia e delle sue sentenze, non è credibile.
Ogni volta che ci devono dare uno schiaffo, in mondovisione, accampano scuse persecutorie, minacce ai diritti umani, scenari di poteri corrotti e golpisti. Balle spaziali, per quel che riguarda le vicende di cui parliamo. Ma è anche vero che siamo il Paese più condannato dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo e che non c’è inchiesta sulla politica che non straparli di connessioni fra eletti, mafia, assassini e servizi segreti (ovviamente “deviati”). Tutto finisce in niente, nessuno paga, le riforme non si fanno, l’irresponsabilità dilaga e la considerazione di cui godiamo segue la marcia funebre.