La Procura della Repubblica di Trani dopo aver indagato sulle presunte pressioni che il Premier Silvio Berlusconi avrebbe fatto al commissario dell’autorità garante delle comunicazioni Giancarlo Innocenzi sulla trasmiossione di "Annozero", torna ad indagare sul reato del "Voto di scambio". Un’inchiesta che procede alacremente e che è destinata ad essere collegata ad un’altra indagine, più datata ma ugualmente rubricata per l’ipotesi di voto di scambio. Da un lato il fascicolo d’indagine originato dal servizio televisivo delle «Iene» andato in onda mercoledì 14 aprile, di cui è titolare il pubblico ministero Ettore Cardinali. Dall’altro, quello aperto in piena campagna elettorale per le elezioni regionali dal collega Marco D’Agostino, con un cosiddetto «numero di ruolo» antecedente. E stamattina i due sostituti procuratori avranno un incontro per confrontarsi e valutare eventuali profili comuni alle inchieste e sinergie investigative.
Un incontro prospettato sabato, programmato per ieri ma aggiornato per gli approfondimenti ad oggi solo perché D’Agostino per l’intera mattinata è stato impegnato nel «processo Scopece», che sta contando le testimonianze degli investigatori incaricati dei primi atti d’indagine per l’ef ferato omicidio del settembre 2007.
Da quel che traspare, l’inchiesta di Cardinali, seppur più recente ha mosso passi già importanti. Il pm ha predisposto immediatamente diversi atti d’indagine sulla base dell’informativa consegnata in Procura dal capitano della Guardia di Finanza di Barletta, Giulio Leo, che aveva visto il servizio di «Italia 1» ed, evidentemente, anche letto alcuni articoli della «Gazzetta» che non solo aveva individuato in Barletta la città coperta dall’anonimato dalle «Iene», ma già prima della trasmissione aveva prospettato la compravendita dei voti, per quello che assumeva i contorni di un vero e proprio fenomeno sempre più invasivo e capillare. Sono state effettuate perquisizioni sull’asse Barletta-Canosa sfociate nell’iscrizione nel registro degli indagati del fotografo barlettano Ruggiero Dibenedetto, ex consigliere comunale dei Ds, sostenitore della lista Ventola alle ultime provinciali. Dibenedetto avrebbe fatto da collettore di voti per l’imprenditore canosino Fedele Lovino, candidato al consiglio regionale nelle liste del Popolo della Libertà nella circoscrizione della sesta Provincia, risultando primo dei non eletti. La Guardia di Finanza ha perquisito i domicili dei due indagati. Alcune perquisizioni non avrebbero portato alcun elemento utile all’ipo - tesi accusatoria, ma altre, invece, avrebbero conformato i riscontri già «acquisiti» dalle «Iene». Ovvero, a quanto pare, alcune mappature dei votanti pagati. I finanzieri avrebbero interrogato persone «informate sui fatti», ma su ciò non ci sono formali conferme da parte degli inquirenti.
L’indagine, dunque, procede spedita: nelle ultime ore il pm Cardinali ha chiesto formalment ad Rti spa, e cioè a Mediaset, la copia degli spezzoni originali girati a Barletta, ovvero il cosiddetto master, video ed audio in presa diretta, prima dunque del montaggio e delle cautele per tutelare la privacy dei protagonisti del servizio. Si tratta di una sorta di invito: qualora l’emittente non lo assolvesse, si tradurrebbe in un atto di sequestro: al momento, solo u n’ipotesi teorica perché non si vede quale motivo debba indurre Rti a non metter a disposizione degli inquirenti il materiale richiesto. Un’istanza condivisa anche dagli avvocati Tullio Bertolino e Rinaldo Alvisi, legali di Rino Dibenedetto. Se, dal suo canto, il pm ritiene l’acquisizione del filmato originale un atto necessario soprattutto per le basi dell’inchiesta in previsione di un eventuale processo, l’istanza dei legali barlettani si motiva per la presunta discordanza di un passaggio del servizio che, secondo l’ipotesi formulata dagli avvocati, potrebbe aver strumentalizzato una risposta, montandola, in pratica, dopo una differente domanda e non in riscontro a quella effettiva. INCHIESTE PARALLELE - Se l’inchiesta di Cardinali ha scoperto alcune delle sue carte, per quella di D’Agostino, partita da alcune segnalazioni, non può dirsi altrettanto. I riflettori di quest’ultima indagine si sarebbero posati su un altro candidato al consiglio regionale a quanto pare di centrosinistra, ovviamente residente nel circondario di competenza territoriale della Procura di Trani. Ed anche in questo caso, il raggio d’indagine si starebbe focalizzando su Barletta. Il 24 marzo «Il Giornale», in un articolo sul presunto meccanismo di voti, parlò del candidato del Pd, Filippo Caracciolo. Ma non è dato sapere se quest’ultimo sia indagato dal pm D’Agostino.