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I NULLAFACENTI DELLO STATO

Post n°3 pubblicato il 06 Dicembre 2007 da Maestra_Gio
 

EGREGIO SIGNOR MONTEZEMOLO, NON FACCIA DI TUTTA L'ERBA UN FASCIO!

Egregio ed esimio Signor Luca Cordero di Montezemolo,

forse senza rendersene conto ha peccato di qualunquismo nel mettere tutti i dipendenti statali nello stesso grande calderone dei lazzaroni di professione. Si dà il caso che anche noi, insegnanti di una scuola pubblica ormai allo sbando, siamo lavoratori dello stato. E' chiaro e limpido come l'acqua fresca che il problema sussiste, ma si è mai chiesto in che razza di condizioni ci tocca lavorare? Lo dico a Lei che, grazie alla sua bravura e anche alla buona sorte, ha scalato i vertici della società e guadagna fior di soldi. 

Posso farle un elenco alquanto significativo?  Ogni anno si assiste a: riduzione nel numero dei docenti e del personale ATA ( collaboratori scolastici e personale di segreteria), taglio degli insegnanti di sostegno a fronte di una crescita certificata dei casi di disabilità e di problemi di apprendimento, mancata nomina di supplenti con conseguenti tour de force da parte degli insegnanti titolari, mancato finanziamento a progetti di qualità in cui la scuola crede (non taglio e cucito o ricamo per intenderci, ma progetti di prevenzione del disagio e attività di recupero o potenziamento), mancati consensi allo sdoppiamento di classi in cui sono presenti alunni con problemi (con conseguente sovraffollamento e grandi difficoltà nel portare avanti programmi sempre più caotici), precariato e mancanza di personale qualificato che faccia da risorsa nell'integrazione degli alunni stranieri (sempre più numerosi). Come se non bastasse, ogni governo che passa mette mano ai programmi, mandando gambe all'aria il lavoro degli anni precedenti, generando grande confusione e lasciando i docenti in un clima di incertezza e instabilità. 

Egregio Signor Montezemolo, l’elenco potrebbe allungarsi a dismisura, se solo ponessimo uno sguardo attento sulle scuole del Sud Italia in cui, oltre al resto, vi è anche una forte dispersione scolastica. Ormai la scuola pubblica vive di stenti in mezzo a mille problemi, portata avanti da insegnanti che hanno perso l'entusiasmo e la voglia di lottare per dare vita a una società istruita e culturalmente avanzata. Ci saranno anche i fannulloni, ma non è giusto che per causa loro, ci vadano di mezzo anche persone che tutti i giorni cercano di fare il loro lavoro come se fosse una missione, evitando di pensare al miserando stipendio che si ritrovano ogni mese.

Signor Grande Industriale, un insegnante con quindici anni di carriera non arriva a 1300 euro mensili e si ritrova sul gobbo la responsabilità, come minimo, di 20 - 25 bambini o ragazzi alla volta, con tutti gli annessi e connessi; fa fronte ogni giorno a battaglie contro famiglie che non educano e ragazzi che non rispettano. Trascorre ore e ore in incontri che servono a trovare scappatoie ad una situazione che definire indecente è poco. In più il docente si deve aggiornare, deve correggere, deve preparare le attività da proporre (sempre più motivanti e accattivanti per una generazione che ha mille e mille cose per la testa, tranne la scuola).  Nonostante l'impegno, si sente dare dell'incompetente dai mass media, dell'incapace dalle famiglie e dell'imbecille dagli alunni. Purtroppo, non tutti i docenti sono assenteisti, parecchi si sono ammalati seriamente, logorati dallo stress e dalle troppe delusioni.  Tutto perchè ogni giorno è un'inutile lotta per un'ideale di istruzione e di cultura che nella società odierna, che rincorre solamente lusso e sogni di gloria, sta andando alla deriva.

Va alla deriva esattamente come noi, poveri insegnanti, nullafacenti dello stato, che viaggiamo su un barcone che fa acqua da tutte le parti. Ci hanno levato i remi, ci hanno strappato le vele e non ci sono mai i soldi per tappare le falle. Il motore? Ce lo dia lei, se ne ha uno che funziona seriamente, perchè quello ormai è da sempre solo un'utopia!

 
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Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 07/12/07 alle 15:26 via WEB
Non si può negare che tanti dipendenti statali sono degli assi a imboscarsi. Se vai in posta su dieci sportelli ne trovi aperti la metà se va bene, mentre dietro vedi un casino di gente che sta lì a chiacchierare o a scaldare la sedia. Negli altri uffici pubblici la situazione cambia di poco. Poi è vero che c'è anche gente, come te, che lavora anche per gli altri e ci va di mezzo. Bisognerebbe introdurre più controlli e graduatorie di merito. Forse qualcosa cambierebbe e persone come te non avrebbero bisogno di farsi venire un fegato tanto. Ciao. Marco
 
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