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Creato da troyscad il 07/03/2009

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San Francisco

Post n°7 pubblicato il 19 Agosto 2009 da troyscad
Foto di troyscad

 

Le cable-cars, vere e proprie istituzioni e considerate Monumento Storico, sono trainate meccanicamente. Inaugurate nel 1882, le cable cars permettono agli abitanti di accedere alla vetta delle colline senza affrontare sforzi incommensurabili. Il successo della linea di San Francisco ha condotto all'espansione di questo sistema ed all'introduzione di tranvie in molte altre città. Negli anni '20, la maggior parte delle amministrazioni comunali statunitensi aveva abbandonato le vetture ippotrainate a favore di vetture semoventi elettriche. Il "cable-car museum", al 1201 di Mason Street, possiede una collezione di cable-cars storiche, fotografie e display meccanici e un negozio di articoli da regalo gestiti dagli amici del museo della cable-car.

 
 
 

San Francisco

Post n°6 pubblicato il 19 Agosto 2009 da troyscad
Foto di troyscad

Battezzata nel 1775 Alcatraces (in spagnolo), che significa isola dei Pellicani, questa roccia a largo di San Francisco diventerà la prigione americana più famosa. Impossibile evadere! Fu chiamata The Rock dai suoi occupanti. Oltre 1.500 detenuti vi vennero imprigionati dal 1934 al 1963. Uno dei più conosciuti fu Al Capone, che non riuscì mai ad evadere. Le condizioni di detenzione erano drastiche: divieto di parlare, leggere giornali, giocare a carte. Nel 1962, 3 uomini riuscirono a lasciare l'isola e da allora il governo ha deciso di chiudere la prigione. Inoltre, le spese di manutenzione erano troppo elevate. Oggi solo gli uccelli ed i turisti osano ancora avventurarvisi.

 
 
 

San Francisco

Post n°5 pubblicato il 19 Agosto 2009 da troyscad
Foto di troyscad

San Francisco non sarebbe San Francisco senza il suo Golden Gate Bridge. Fotografatissimo e filmatissimo, il ponte per antonomasia mantiene le promesse. Sospeso a 67 metri sopra il mare, venne costruito nel 1937. È lungo 2.320 metri e largo 6 carreggiate. La traversata a piedi dura circa due ore. Occorre talvolta affrontare il vento (astenersi se troppo violento) ed il freddo, ma spettacolo ed emozioni sono assicurati. E perché poi non riprendendersi gironzolando nel Golden Gate Park? Questa oasi di vegetazione, che riunisce una favolosa varietà di essenze alberate, è il terreno preferito dagli amanti di jogging e dai ciclisti.

 
 
 

SULLE ALI DI UNA FATA

Post n°4 pubblicato il 09 Aprile 2009 da troyscad
Foto di troyscad

Scrivere una lettera fermandosi un attimo, liberare lettere e pensieri. Riflessi che arrivano sulla musica della mente. Momenti che ti strofinano addosso, lasciadoti quel profumo che sembra non andarsene più...

E allora in piedi, un bel respiro, l'aria fresca del mattino e via al galoppo, Anche oggi si corre un po.............

 
 
 

Un mondo che non c'è

Post n°3 pubblicato il 09 Aprile 2009 da troyscad

Un mondo che non c’è

Da bambino ero affascinato dal mondo che c’era dentro gli specchi: mi piaceva avvicinarmi con la testa al grande specchio, senza cornice, sul comò della camera dei miei genitori, e mi sforzavo di vedere il punto di unione fra il di qua e il di là, vi appoggiavo gli oggetti per vederli continuare nell’altro mondo, sdoppiarsi, deformarsi. Toccandolo sembrava di poter entrare, andare dall’altra parte, ma qualche cosa di freddo e invalicabile lo impediva…Poi, da adolescente, la scoperta dei mondi di M.C. Escher, impossibili e improbabili, eppure, se erano stati pensati, sognati, in fondo esistevano. Per i nativi australiani è il sogno che ha creato il mondo e questo è l’archetipo fondamentale per molte religioni.Ed ecco il velo di Maya di Schopenhauer, il quale ne “il mio Oriente” sostiene che la vita è sogno, anche se questo "sognare" è innato (quindi la nostra unica "realtà"), obbedisce a regole precise, valide per tutti e insite nei nostri schemi conoscitivi, parvenza, illusione, sogno alterano la realtà facendocela vedere in modo diverso da come essa veramente è, poi Lewis Carroll, “Alice nel Paese delle meraviglie” ma ancor di più in “Oltre lo specchio”, che mi incita a vedere le cose con altri occhi, andare al di là dello specchio, vederle da dietro; sì, perché lo specchio - a differenza di quello che comunemente si crede - non capovolge le immagini da destra a sinistra e viceversa, ma tra fronte e retro. I raggi di luce riflessi sono capovolti nella loro direzione.Eppure è sempre presente la sensazione che non basti, c’è sempre qualche cosa di freddo e invalicabile che lo impedisce: la fine del nostro mondo e della nostra illusione di onnipotenza. In fondo ad ogni sogno c’è la grande paura … che il sogno “finisca”: la paura di perdersi. L’attimo in cui ci si libera dell’illusorietà della vita coincide, spaventandoci, con la non-vita, la difficoltà nel rinunciare, la difficoltà nell’uscire dal samsara sta proprio nel fatto che la sofferenza della vita è ciò che conosciamo, il nirvana per quanto propagandato è l’ignoto, quindi il pericolo, quante volte Don Juan avverte l’allievo Carlos Castaneda della pericolosità dell’altra realtà, del non rimanere vigili, dal lasciarsi andare completamente!Quanti giri di parole per introdurre sorella morte…Ma è solo un attimo, presto fugato da un altro sogno, che crea, quanti libri scritti dal sogno dell’autore che sono diventati realtà, termine di paragone, e quanti film, spettacoli teatrali, programmi radiofonici, sogni, realtà ...virtuale.Lassù il Barone di Münchhausen, sta volando su di una palla di cannone, mentre la donna cannone cerca di svendere il suo circo, che oramai non stupisce più nessuno, siamo bombardati dalle informazioni, per ogni notizia c’è la smentita che genera un’ulteriore notizia, il fine come sempre diventa il mezzo, in questa guerra fatta di immagini per la conquista del nostro consenso.Ed eccomi finalmente tornato al punto di partenza, eccovi il mio gioco di bambino davanti allo specchio, tra simmetria e specularità. Ma senza lasciarsi andare troppo…

 
 
 
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