SENSAZIONI

Mare d'Inverno


Mare d'invernoHo tanti pensieri per la testa.Prima di tutto c'è il mare. Grigio. Inquieto. Freddo. C'è il vento che soffia e scompiglia. Barche tristi lungo l' orizzonte. Ci sono le mie mani gelate. C'è la sabbia che si alza in vortici verso il cielo, che diventa nuvoloso e plumbeo e carico.Poi ci sono i tuoi occhi, per la strada, vicino alla mia macchina, che perdio sono bellissimi e mi salutano. E io non so come ho capito che quella era l’ultima volta che ti avrei guardata. Che triste inutile occasione. Ma quanta bellezza sparsa tra i lampioni e il cielo acido e le stelle oscurate.Poi ci sono grida e urla. C'è isteria. Ci sono ricordi che iniziano a svanire. Ci sono ricordi che sto seppellendo. C'è la mia infanzia. Ci sono io bambino con gli occhi verdi. Stupendi. Con i capelli biondi, lisci, con la voglia e il desiderio di scoprire.E il mare continua il suo lento rollare. Tocca la sabbia, la lambisce e poi si allontana. I miei occhi ora sono ancora verdi, come smeraldi. Sono luci nella notte. Sono spettri che vagano, candele che danzano.C'è una ruota che gira. Enorme. Luminosa. Nitida. Ci sono io che giro insieme a lei. C'è il mondo e la realtà che diventano una cupola e che mi si chiudono addosso. Ci sono ancora io che mi chiudo insieme a loro.Ci sono le mie mani che si muovono nell'aria come se si muovessero nell'acqua. Le cose assumono una nuova e inaspettata profondità. Le candele respirano, si gonfiano, si rilasciano. Non ho paura. Non sono contento. Sto solo provando una nuova sensazione.Mi muovo verso un tempo altro. Mi immergo in un passato dimenticato e ancestrale. Il mio corpo è tirato, è spinto verso il basso. Sento le ere trascorrere. I nostri primitivi antenati chiamarmi. Sento di essere inglobato dalla parete, divento parte di essa. Sento colori esplodermi nella mente. Sento che sto lasciando il mio corpo e inizio a volare.Il mare è sotto di me, è ancora grigio e triste. Una lieve brezza malinconica soffia da nord e mi scompiglia i capelli. Mi allontano sempre di più dalla terra ferma. Si confonde adesso lontana dietro di me. Cerco di spingermi oltre, di scoprire, di osservare.La pioggia batte veloce sui vetri appannati. Questa mia nuova vita. Questo esistere lontano da tutto quello che avevo creduto immutabile. Con il gomito spanno il vetro e ci guardo attraverso. E il mare continua ad essere mare davanti ai miei occhi. Le barche sono ormeggiate nel porticciolo e sussultano con il sopravvenire delle onde. Non sono triste. Non mi sento contento. Sto solo vivendo una nuova emozione. Mi verso un bicchiere di porto e lentamente lo sorseggio. Metto altra legna nel fuoco, sento i ciocchi che crepitano e sprigionano fiamme. Lunghe. Danzanti. Meravigliose. Per oggi non ho ancora scritto nulla, ma il tempo mi ha insegnato ad aspettare, a saper prendere l' occasione giusta per fare le cose. Mi soffio il naso e butto il fazzoletto di carta dentro il fuoco. Mi mancano alcune persone, mi mancano luoghi e consuetudini. Ma la malinconia è una dolce compagna quando riesce a cullarti e a farti sorridere della vita. Senza più urla. Senza regole fisse da dover rispettare. Senza la paura di ferire, di non comprendere, di lasciarsi andare a stupide e inutili discussioni. Tiro fuori la pipa dal suo astuccio e prendo un po' del fumo che mi è rimasto. Nero.Appiccicoso. Carico di un odore orientale. Lo impasto con una manciata di tabacco e lo infilo nella pipa. Poi con un fiammifero accendo e tiro. Una boccata... due boccate... mi sdraio e lascio che la mia mente galleggi ancora. Mentre i vetri si appannano di una nuova e densa aria.