La naturale caratteristica del genere umano di evolversi
ininterrottamente attraverso gli eventi e le esperienze del tempo,
è evidente e indiscutibile. Ma chi ritarda a riconoscere e
adeguarsi a questa realtà sono le istituzioni di ogni tipo, anche
se ecclesiastiche, che reagiscono sempre con diffidenza ad ogni
forma di progresso. Questa è la contraddizione rispetto alla
missione che storicamente è stata affidata alla Chiesa:
accompagnare il cammino dell'uomo perchè risplenda come luce nelle
tenebre.
L'aspetto istituzionale inevitabilmente si sclerotizza nella
burocrazia (parola che trae la sua origine da bureau
(bura=buio=tenebra=privo di luce e Kràtos=potere); la chiesa (Ek-
klaleo = assemblea = popolo regale) che riconosce come unico capo
Gesù, è segno della luce di Cristo. Burocratizzare la chiesa
significa rendere tenebre la luce.
Gesù è luce perchè, in quanto verità, è libertà e dinamicità.
La burocrazia è l'eliminazione della libertà perchè offuscamento
della luce. La singola persona, nella sua dinamica esistenziale,
non può cristallizzarsi nella rigidità della burocrazia. Più è
rigido lo spessore burocratico meno l'uomo si muove agilmente.
Quando l'affastellamento di mille regole e regolette si caricano
sull'uomo, egli resta soffocato sotto il peso della schiacciante
macchina organizzativa che lo rende schiavo. L'accettazione passiva
dell'apparato burocratico all'interno della Chiesa è rinuncia alla
propria missione. Unica speranza che salvaguarda l'umanità futura
è la persona che non si lascia piegare ai sistemi di
burocratizzazione.
E' pur vero che la società richiede un'organizzazione, al cui
interno tuttavia la Chiesa ha il compito di mantenere in vita
l'uomo nel suo spirito di creatività, novità, imprevedibilità,
progresso che non sono contemplati dall'apaprato burocratico
totalmente normato. Il bimbo di due extracomunitari clandestini
come lo accoglierà la burocrazia? E come giudicherà un Vescovo che
aspetta un figlio? Che pensione avrebbe un Papa dimissionario? La
luce nella burocrazia è il buio!!!