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Messaggi del 15/01/2019

 

15 GENNAIO 1866 : L’ITALIA S’E' FATTA

Post n°275 pubblicato il 15 Gennaio 2019 da gabbiano642014
 

 


              

               Massimo d'Azeglio  di Francesco Gonin - 1860 -

               Torino, 24 ottobre 1798 – Torino, 15 gennaio 1866 

               Museo Nazionale del Risorgimento Italiano di Torino.

 

Il 15 gennaio 1866 mori’ a Torino il  Marchese Massimo d’Azeglio.

Anche se altri illustri nomi hanno contribuito alla storia, del Risorgimento,

Massimo d’Azeglio fu uno dei nobili politici che fecero del dovere atto di

devozione verso la patria.

Nacque il 24 ottobre 1798 a Torino nella camera gialla della nobiltà

Marchesi Tapparelli,nell’odierna Via Principe Amedeo.

Senatore e deputato del Regno di Sardegna,con onorificenze sabaude

ed estere nel 1867 si ritira nell’incanto del Lago Maggiore e scrive :

" I miei ricordi".

Proporre I miei ricordi alle nuove generazioni potrebbe essere l’utilità

di narrare lo studio morale e psicologico del dovere.

I miei ricordi sono una galleria narrativa del periodo storico, non nel

dare delle sentenze sul giusto o sbagliato, ma cercare di comprendere

le leggi elementari che servono a far crescere una nazione.

Ne I miei ricordi riporta: “I più pericolosi nemici d’Italia non sono i

Tedeschi, sono gl’Italiani”.Per la ragione che gl’Italiani,

hanno voluto far un l’Italia nuova, e loro rimanere gl’italiani vecchi

di prima, colle dappocaggine e le miserie morali che furono ab antico

la loro rovina;perchè pensano a riformare l’Italia , e nessuno s’accorge

che per riuscirci bisogna, prima, che si riformino loro”.


Il  desidero di un secolo fa, del nobile Marchese è lo studio critico

attuale che per divenire nazione europea ognuno nella sua sfera

politica e sociale deve adempiere i propri doveri.

Il bisogno dell’Italia è proprio informare gli Italiani al dovere in

quella grande verità :“ quel non empirsi le tasche “(I miei ricordi)

I ricordi sono il narrare della vita, quel

Dovere dal latino debere , il detenere ,quel che voleva lasciare ai

suoi concittadini nello spirito “che  chiunque possa dire io mai

devasto dai principi  ed ha sempre detto quel che credeva vero,

senza pensare al profitto”.

Ora come nel 1864 insignito Massone si soffermò in quel rimane

delle grandi verità proclamate dalla Rivoluzione del 1789.

Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino 26 agosto 1789

Art. 1 – Gli uomini nascono e rimangono liberi e uguali nei diritti.

Le distinzioni sociali non possono essere fondate che sull’utilità

comune.

Art. 2 – Il fine di ogni associazione politica è la conservazione dei

diritti naturali ed imprescrittibili dell’uomo. Questi diritti sono la

libertà, la proprietà, la sicurezza e la resistenza all’oppressione.

Art. 3 – Il principio di ogni sovranità risiede essenzialmente

nella Nazione. Nessun corpo o individuo può esercitare un’autorità

che non emani espressamente da essa.

Art. 4 – La libertà consiste nel poter fare tutto ciò che non nuoce

ad altri: così, l’esercizio dei diritti naturali di ciascun uomo ha

come limiti solo quelli che assicurano agli altri membri della

società il godimento di questi stessi diritti. Tali limiti possono essere

determinati solo dalla Legge.

Che cosa rimane?

Rimane lo scritto del Lago Maggiore: 

“Se le navi vanno generalmente meglio degli Stati,ciò accade per

la sola ragione, che in esse ognuno accetta la parte che gli

compete, mentre negli Stati,generalmente,meno ne sa più s’ha

smania di comandare”. (I miei ricordi Massimo d’Azeglio)


 
 
 
 
 

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