Mare stellato

Il capitano del faro e la donna del mare - 1 parte


Camminava sulla battigia , i piedi nudi nella sabbia, come era fresca quella sensazione, sembrava liberare tutte le energie del suo corpo e svuotare la testa. Le onde si infrangevano delicatamente su di lei, accarezzavano la sabbia e si ritraevano , il profumo intenso delle alghe le inebriava i pensieri e guardava l’orizzonte perdendosi con lo sguardo nell’immensità di quel blu. Non aveva un nome quella donna, camminava e si chiedeva chi fosse e le piaceva chiamarsi “la donna del mare”Un giorno, immersa nei suoi pensieri, camminava come sempre sulla sabbia, la testa lievemente abbassata, il vento che le scompigliava i capelli biondi e le faceva luccicare maggiormente gli occhi azzurri. Vide in lontananza un faro. Era la prima cosa che vedeva chi sa da quanto tempo. Come era  bello quel faro, si scagliava verso l’alto, candido nella sua maestosità, l’orologio sul davanti segnava le ore e sembrava scandire il silenzio del tempo, e in cima la luce che continuava a lampeggiare, luce di pace  per tanti naviganti . Seduto sui gradini, c’era un uomo,bella la sua presenza, vestito da capitano, casacca blu e pantaloni bianchi, un cappello blu gli copriva gli occhi con la visiera,   guardava il mare. “ Forse è il capitano del faro” , pensò lei,   chi sa  quante storie sapeva raccontare, storie vissute, storie di navi, di marinai, di gente che ama il mare. Chi sa quante ore passava a scrutare l'orizzonte e ad  aspettareLui, come chiamato da una antica voce,  la guardò;  lei, passandogli vicino, alzò lo sguardo verso di lui. Lui la guardò ancora. Lei continuò a camminare poi, improvvisamente, si girò, ritornò sui suoi passi e si sedette sui gradini del faro, vicino a lui. Gli disse che veniva da lontano e cercava un po’ di pace. Le vicissitudini della vita la portavano spesse volte lontano, in un mondo turbolento e lei invece cercava solo un po’ di serenità. Il  capitano del faro rimaneva in silenzio ad ascoltare. Non le chiese nulla nemmeno il suo nome, forse non glielo avrebbe mai detto. E anche lui senza saperlo la chiamò la Donna del mare: dal mare era arrivata ed era così bella, così dolce . Lei lo guardò attentamente e notò che c'era qualche piccola ruga sulla sua fronte, forse erano i dispiaceri che aveva provato.  Aveva degli occhi stupendi e guardandoli era come leggere il romanzo della sua vita.  Anche lui la guardava e sembrava perdersi con lo sguardo nei suoi occhi azzurri, occhi che in silenzio gli parlavano e gli chiedevano aiuto. Si guardarono a lungo, senza parlare. Il silenzio era rotto dalla voce dei gabbiani e dallo sciabordio del mare. Lei stringeva una conchiglia nella mano e ogni tanto la guardava e  sorrideva e i suoi occhi si illuminavano di una strana luce .Il capitano  quante cose avrebbe voluto dire a quella donna arrivata dal mare. Ma non sapeva cosa fare, sembrava tutto un sogno, lui che era  sempre stato solo. Lei intanto  pensava tra sè "E se fosse solo un sogno" ,  "Se alla mia prima parola tutto svanisse?" - Continuava a guardarlo come incantata da quella presenza . Anche lui pensava tra sé:  "E se le sfiorassi una mano?"- pensava.  Questo desiderio era così forte in lui e ne aveva bisogno. Quanti anni da solo, quanti  sogni mai esauditi. Prese coraggio, allungò una mano e  sfiorò quella della donna. Lei lo guardò e  quella luce negli occhi ritornò. Un sorriso illuminò il suo volto e, senza parlare, strinse quella mano e si tennero stretti mano nella mano come uniti da una forza antica, come se si conoscessero da sempre e come se fosse stata la cosa più spontanea di questo mondoIl capitano  del faro non parlava, la guardava semplicemente, ma il suo cuore era pieno di felicità,i suoi occhi brillavano di una luce meravigliosa ed intensa. Quella mano che stringeva gli aveva donato un po’ di calore. Nella sua vita tumultuosa aveva girato il mondo, era stato in terre lontane, aveva alle spalle mesi e mesi di navigazioni, aveva girato tutti i mari della terra ma un giorno  decise di fermarsi e si ritirò in quest'isola meravigliosa. Aveva finalmente trovato un posto dove fermarsi. E quel faro era diventato la sua casa. Faceva il suo lavoro con passione ma era triste.  Gli mancava qualcosa per dare un senso alla sua vita e vedendo questa donna la sua tristezza era scomparsa. Si sentiva un altro. Guardava la donna, apparentemente serena, e da quando le aveva toccato la mano sentiva che in lei c'era qualcosa di profondo che l'attanagliava come una nave in tempesta e lui intuiva che la donna del mare avrebbe voluto liberarsi di quel carico così pesante. Lei lo guardava, lo scrutava. C’era qualcosa di magico nel suo viso, nel suo sorriso. Qualcosa che donava pace. Questo strano incontro era troppo importante per lei. Sentiva nel suo cuore che lui l’ avrebbe ascoltata. Ma fu lui che prese coraggio e le disse:”Sono giorni e giorni che aspetto. Mi siedo qui e guardo il mare, il mio unico amico sempre pronto ad ascoltare i miei pensieri ed i miei sogni. Non passa mai nessuno da queste parti, vedo solo navi in lontananza ed io le conduco in porti sicuri.” Entrambi guardarono l’orizzonte e notarono che il cielo cominciava a colorarsi di rosa. Una leggera brezza si era alzata e un profumo intenso si era impadronito dell’aria. Lui parlava del mare,  di quando era in burrasca e delle notti calme e bellissime. Delle sue giornate e della sua solitudine. Della sua vita vissuta in mare, di quello che aveva visto navigando per mesi e mesi e della voglia di fermarsi. E l’aveva trovato e un giorno in quel  posto era arrivata una donna, una bellissima donna uscita del mare. Lei lo guardò, ed ecco nuovamente quel sorriso dolce e pieno di tenerezza. Come avrebbe voluto abbracciarla in quel momento.  Sentire il calore del suo corpo, sentire il profumo della sua pelle .Senza neanche accorgersene gli posò una mano sulla spalla e la strinse, ebbe paura, forse lei si sarebbe offesa, l’avrebbe scacciato. Lei, invece lo guardò profondamente negli occhi, gli sorrise e con la sua mano coprì la sua.  Ma chi era veramente quell’uomo . Come era arrivato a quel faro, era solo, oppure qualcuno l’aspettava chi sa dove, forse dall’alta parte del globo.  Tutte queste domande le continuavano a girare per la mente. Avrebbe voluto avere risposte, ma non chiese nulla. A volte non ci sono risposte ma sono quelle che più servono per tranquillizzare il cuoreIl sole stava tramontando, l’avrebbe persa, se ne sarebbe andata, lei sapeva che lui apparteneva ad altro che non poteva essere suo. Doveva fare qualcosa per non perderla, per farla restare. Ma lei stava lì, guardava il mare. Sul suo viso una leggera tristezza, come se, come il sole che se ne stava andando, anche la sua luce si stava spegnendo.  Ad un tratto lei si alzò e disse:”Dovrei  andare, si sta facendo buio. Qui è tutto così bello, c’è pace e tranquillità. Con te sono stata così bene, era tanto che non mi succedeva. Vorrei poter restare, le tue parole mi hanno portato in posti lontani, ho volato con la fantasia sopra gli oceani come un gabbiano. Grazie capitano del faro, ma tu avrai le tue cose da fare, qualcuno che ti sta aspettando ed io non c’entro nulla con te ora". No, non poteva lasciarla andare così. Sentiva che anche lei avrebbe voluto restare. Ma cosa fare?  Le avrebbe chiesto di rimanere, l’avrebbe ospitata per la notte nel suo faro. Avrebbero parlato e ammirato il mare.  Fece un bel respiro e disse:” Fermati qui, rimani con me, ti vorrei nel mio futuro”.  La guardò intensamente e lei rispose a quello sguardo. Nei suoi occhi ritornò quella luce. Lui le sfiorò il viso con la mano. Lei non si mosse. “Com’era calda quella mano” – pensò. Da quanto tempo non provava una sensazione così intensa. Un brivido le percorse il corpo.  Guardò con attenzione il viso di lui. Era un bell’uomo. Il viso di un uomo di mare, occhi profondi che rivelavano una grande solitudine. Gli avrebbe detto di si. Era sola anche lei. “Mi fermerò qui con te” – disse – “Mi racconterai ancora un po’ delle tue storie ed io tornerò a volare con la fantasia”. Salirono in cima al faro. Com’era bello lassù, vicino al cielo. Sotto di loro il mare respirava lentamente e le prime stelle cominciavano a fare capolino in mezzo al blu. Come era bello il cielo, il gran carro spiccava ora  nel cielo  in tutta la sua imponenza e li in basso una piccola stella di nome 23 faceva  capolino .L’aria era fresca e profumata. Il  capitano del faro andò ad accendere la grande lampada ed un fascio di luce investì la donna. Strinse gli occhi e si girò verso il mare. Il raggio illuminava l’orizzonte, pronto ad avvertire i marinai. Era come incantata da quella luce e non si accorse che lui era dietro di lei. Sentì il suo respiro e sentì le sue mani che l’abbracciavano da dietro in una stratta intensa e meravigliosa. Rimase immobile e lasciò che quelle mani l’accarezzassero.  Il suo cuore batteva forte e lentamente si appoggiò al suo petto e lui l’abbracciò. Rimasero in silenzio.  Avrebbe voluto fermare il tempo. Oh si quanto avrebbe voluto fermare il tempo in quel preciso momento, una lacrima le scese sul viso e lui le chiese “ “ stai bene ?” – “ si” rispose lei “ è che vorrei fermare il tempo, riesci a fermarlo tu per me ? “ . Lui la strinse tra le sue braccia e le disse :” non posso fermare il tempo ma posso fare in modo che questi momenti ci siano sempre, farò di tutto per renderti felice sempre “ Lei adesso era lì, insieme a quell’uomo ed era felice, finalmente si sentiva in pace. Si girò verso di lui, i suoi occhi la guardavano con dolcezza. Gli sussurrò: - ” Mi stai regalando un sogno” – e gli sorrise. Lui le prese il viso fra le mani e si avvicinò. Sentì il calore delle sue labbra sulle sue e rispose a quel bacio.  Poi appoggiò il viso sulla sua spalla e rimasero così a lungo, ognuno perso nei propri pensieri.  La sua mente era inebriata,  Quelle sensazioni così intense la spaventavano, non aveva mai provato nulla del genere nella sua vita. Fra le sue braccia si sentiva al sicuro, protetta. Sentiva il suo cuore battere e un calore salire. Quell’uomo le aveva riaperto il cuore, l’aveva fatta sentire viva. Era felice e non voleva pensare ad altro in quel momento, solo a loro due, in quel posto magico. Lui le baciò la fronte in modo così delicato che sembrava che volesse imprimere il suo amore li su di lei. Lei non aveva mai desiderato così tanto baciare qualcuno, ma quel bacio sulla fronte le aveva impresso  la meraviglia dell’attesa di un bacio. Guardava il suo viso, i suoi occhi chiusi. Era lì con lei, il suo capitano. I suoi sogni avevano preso corpo. Non chiedeva altro, era felice così.  Lui la stringeva a sé come se fosse una cosa sua, un regalo che il destino gli aveva donato. In quel momento non voleva pensare al domani. “Guarda” -  disse, indicando il cielo -  “guarda quante stelle”. Lei alzò il viso e allungò una mano. “Potrei toccarle tanto sono vicine, guarda quella è la 23 la mia piccola stella, piccola e discreta, l’ho scelta una notte, una delle tante in cui mi sentivo sola. Se vorrai da oggi sarà nostra” – disse -  “Da quassù sembra di essere padroni dell’intero universo, è così bello. Non ero mai salita su un faro, è bellissimo, sei fortunato ad avere tutto questo per te, vorrei tornare qui un giorno quando avrò 70 anni e trovarti ancora”. “Si, quando ho visto questo faro abbandonato ho deciso che sarebbe stato il mio rifugio. Ho vissuto tanti anni sul mare e non potevo allontanarmi da lui. Sono sempre stato solo. Le mie giornate le passo a passeggiare lungo il mare, a sistemare questo vecchio faro, a tenere la lampada sempre in efficienza”. Lei alzò gli occhi verso il fascio di luce che girava e ad ogni passaggio  lei chiudeva gli occhi. Lui sorrise nel vederla. - E’ come una ragazzina – pensava e, a quel pensiero, la strinse di più. “Che c’è” – disse lei guardandolo. “Mi sto perdendo nei tuoi occhi e quella luce nei tuoi occhi che si accende come quella del faro...mi fa tenerezza, ecco perché ti stringo”. A quelle parole lei chiuse gli occhi e cercò le sue labbra. Fu un bacio dolce e intenso, sotto la musica di Celine Dion accompagnava le onde del mare. Si erano incontrati per caso ed ora erano lì, in quell’ angolo di mondo,  cercando di rubare un po’ di felicità l’uno dall’altra. “Ti ho rubata al mare” – disse lui sussurrando – “i  tuoi occhi ed il tuo sorriso hanno qualcosa di magico e ti prego, dimmi che non sto sognando” Lei appoggio il dito indice sulle labbra e disse – “Sssssss, sogno o realtà non fa nulla. Adesso siamo qui, tu ed io, i nostri sogni e i nostri desideri si sono incontrati, non chiediamoci nulla, viviamo questo momento”. Già, sogno o realtà. Ognuno dei due forse se lo stava chiedendo. Lei, innamorata del suo mare, sognava una favola, sognava di poter ancora una volta provare un sentimento forte. In quel momento i loro sogni  si erano incontrati.. Diana giugno 2010 - ( continua )