Mare stellato

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ASSAPORO LA NOTTE

Assaporo la notte sdraiata sull'onda dei miei sogni,cullata da venti tiepidi di ricordi ed immagini future.E mentre sogno volo su campi di papaveri rossi,mossi dal vento , colorati tra il giallo del tempo e il verde della brezza al tramonto,nota di colore nel deserto della mia anima agitata da mille pensieri.Sfioro filari di viti riflessi su arcobaleni dorati,nel cielo stelle appese a lembi di tuono e mentre lucciole danzano sul lento navigare del vivere,il futuro è nelle linee della mano, fragile scheggia di cristallo racchiuso tra gemme di giada e destini macchiati d'inchiostro;mani protese al ventoper vincere il tempo tra mille papaveri rossi Diana - 2006 -
 

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Ecco,il tempo s’è frantumato,quarant’anni,in mille e mille specchie in loro il riflesso di due acerbi amanti,occhi timidi,mani tremanti.Mille e mille momenti scintillano, briciole di luce, disperdendo memorie.E il tempo, quel tempo Non può esistere senza nome Non si può aspettare il tempo inesorabile, lungo, implacabilee allora E il tempo s’è fatto mare dove immergere speranzea rinfrescare il ritrovarsi.E s’è fatto note,dolci, suadenti,tenera sinfonia d’estate.E s’è fatto cielo di notte in cui brillano le tante stelle, e s’è fatto stella che custodisce tenera e dolce i miei sogni. Ma il tempo è tempo ed inesorabile è trascorso, è passato e mi ha lasciato qui a guardar i miei sogni 7.06.2011 Diana
 

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La tartaruga e la farfalla

Post n°32 pubblicato il 15 Aprile 2013 da asteroided0

C’era una volta.........e c’è anche oggi........alle pendici di un monte del Trentino, nella catena delle Dolomiti del Brenta, in una distesa di verde, inghirlandata da variopinti e profumati fiori: la casetta delle farfalle.

Un habitat fantastico, dove la magia dei colori mette le ali all’ immaginazione per trasferirla nel mondo dei sogni. ...ed il sogno prende l’animo, la mente. il cuore e finalmente sosta ad osservare uno spettacolo magico fatto di colori, forme e intricate movenze delle più belle farfalle del mondo.

La vita delle farfalle si svolge in una grande pace e serenità , tra mille fiori, prati verdi e distese interminabili di boschi.

La natura riserva un grande spettacolo e quel posto è l’habitat di  tante altre specie di animali, uccelli, lombrichi, cerbiatti, tartarughe , lepri..

Lo spettacolo dà vita alla fantasia di chi ha la fortuna di osservare. Dalla vetta più alta si osserva la valle, lo sguardo si perde all’orizzonte e si incrocia con il volo delle aquile e dei falchi, le nuvole ti sfiorano , il vento ti accarezza il viso e sembra di essere in Paradiso

Era arrivata la primavera .

Un piccolo bruco camminava verso la grande montagna. Sulla sua strada incontrò un grillo." Dove vai ?" gli chiese. Senza smettere di camminare, il bruco rispose:" Ieri ho fatto un sogno:ho sognato che ero sulla cima della montagna e da lì potevo guardare tutta la valle. Era bellissimo !Così ho deciso di realizzare il mio sogno."Mentre il bruco si allontanava il grillo disse:" Devi essere pazzo! Come farai ad arrivare fin lassù? Tu, un piccolo bruco ? Per te, una pietra sarà una montagna,una piccola pozzanghera sarà un lago,e qualsiasi ramo sarà una barriera insuperabile !"Ma il piccolo bruco era gia lontano  Il piccolo bruco continuava a camminare perché dentro di sè sentiva che doveva farlo. Dopo  qualche tempo, stanco e senza forze,  sentendosi sul punto di morire, decise di fermarsi a riposare, e costruì col suo ultimo sforzo, un bozzolo. Il sole brillava in modo speciale,gli animali si avvicinarono a vedere i resti dell'animale più pazzo del mondo che per realizzare il suo sogno era morto . Ma a un tratto quel bozzolo grigiastro,cominciò a rompersi, e con gran meraviglia videro spuntare un paio di occhi e due antenne......A poco a poco, uscirono anche due bellissime ali, dai colori stupendi. Era una farfalla !

 

.           Intanto sulla cima della montagna , una tartaruga, dopo essersi svegliata dal suo lungo letargo, si trovò a vagabondare fra le piante, nutrendosi delle loro foglie e dei loro fiori. Essa andava lenta, la sua testolina usciva da una enorme corazza. Anche le zampette venivano fuori dalla casetta, pronte a ritirarsi in qualunque momento di pericolo. La tartaruga procedeva dritta sulla sua strada, con la sua andatura lenta e con quel musetto dal sorriso dolce e guardava meravigliata ogni fiore e ogni filo d’erba, canticchiando di tanto in tanto e parlando  con le formiche, i lombrichi e i bruchi che incrociava sulla strada.

 

La  farfalla, nel frattempo, dalle enormi ali variopinte di blu e turchese, aveva realizzato il suo sogno, era riuscita a volare libera, a liberarsi del suo animo e di bruco ed era giunta sulla cima della montagna. Di lì si posò  sull’orlo dello sperone che guardava la valle e ammirava stupita il panorama. Dopo un po’ volteggiò e dopo aver girovagato tra qualche pozzanghera e un paio di  laghetti,  si posò su un piccolo masso nascosto nell’erba. Girando lo sguardo notò la tartaruga , un animale stranissimo, con quella enorme casa sulle spalle. Il suo cuoricino batté forte. Vedere un animale tanto strano, che si portava dietro la sua gigante casetta, la fece tremare di paura ma al tempo stesso la incuriosì.

La tartaruga, dal canto suo, nel notare subito  i colori blu e turchese della farfalla, rimase ad osservarla, incantata per tanto fascino ma stranita anch’essa dalla diversità di questo essere.

La farfalla raccolse tutte le sue forze e le rivolse la parola: ”Oh tu che mangi le foglie di questa meravigliosa pianta, non ti sei stancata di restare lì ferma a guardare l’orticello ? non ti andrebbe di arrivare lì sull’orlo dello sperone per osservare il panorama ? “.

La tartaruga, colpita dalla bellezza delle ali e dai meravigliosi colori che coprivano il corpo della farfalla, ascoltò poco ciò che essa le diceva e, per tutta risposta, le fece un’altra domanda: “Angelo  dai colori azzurri, da quale regno provieni? Sei  pazza se pensi che io possa arrivare laggiù con il peso della mia casa ”  La farfalla le si posò sul musetto allegro, la guardò negli occhi e le disse “ ehilà ma vorresti restare sempre qui, non vorresti proprio sbirciare cosa c’è qui in giro ? “ e intanto le raccontò  della sua storia, di quel bruco che  voleva arrivare in cima alla montagna e di quello che aveva fatto per riuscirci .La tartaruga la prese per folle, era impaurita dalla sua forza ma affascinata al tempo stesso. Così dicendo la tartaruga tentò di raggiungerla, fece anche dei passi più lunghi delle sue zampette ma dopo un po’  il suo corpo così pesante glielo impedì. La bella farfalla cercava di incitarla e con gesti assurdi cercava di tirare a modo suo la tartaruga, ma dopo u po’ si rese conto che per quanti sforzi facesse non era possibile farla andare più veloce . La farfalla si posò di nuovo sul musetto della tartaruga guardandola negli occhi . La tartaruga anche la fissò. Quello sguardo  in quel momento disse loro tante cose, un’emozione profonda scaturì in entrambi.

Da quel giorno la farfalla  si divertiva a volare di fiore in fiore per poi riposarsi sopra la casetta della sua amica tartaruga e la tartaruga continuava i suoi piccoli passettini salutando le formichine sulla strada.

La primavera, con tutto il suo splendore, accarezzava la natura ed i suoi abitanti. Le piante e gli animali godevano della bella stagione, mentre i raggi del tiepido sole giocavano a nascondino fra le piante di quei prati. Le farfalle nella casetta più in là erano tutte in festa, ma la farfalla non voleva andare lì, le sarebbe dispiaciuto lasciare la sua amica tartaruga anche se  il suo cuore le diceva di volare lontano .

Un giorno, delle nuvole nere oscurarono il sole; tuoni riecheggiavano nella valle e una pioggia torrenziale si abbatté su quel bosco. Gi animali fuggivano cercando riparo . La farfalla che si trovava a spasso con la sua amica tartaruga, non ebbe il tempo di raggiungere la casetta delle altre farfalle, era tutta bagnata, le sue ali avevano perso gli splendidi colori e  non riusciva più a battere le ali ormai bagnate. Era, proprio, in difficoltà. La tartaruga, in un primo momento, non sapeva come comportarsi, si era già rifugiata nella sua casetta e guardava la farfalla che in difficoltà batteva le ali . Allora le venne un’idea, uscì dalla sua casetta , avanzò il passo e decise di ospitare la sua amica farfalla nella sua casetta. Ritirò la testolina e le zampette in modo da lasciare lo spazio necessario perché la farfalla vi potesse entrare. Rimasero insieme, vicine, vicine, finché le nuvole nere  si allontanarono. Ritornò a splendere il sole

La farfalla uscì dal suo rifugio, ringraziò la sua amica e volò nell’azzurro del cielo. La tartaruga rimase ad osservare le capriole della sua amica ma ora più che mai voleva seguirla . la farfalla le si posò sul muso e le disse “ tu non puoi diventare una farfalla, e mi hai attratto per questo, perché sei così diversa da me , io non posso tirarti  a vedere il panorama laggiù, la strada è lunga e faticosa e non sappiamo se ce la faremo , però se vuoi posso volteggiare su di te, cantando e ridendo, guardandoti negli occhi . Tu puoi avanzare un pochino  e guardarmi, cantando con me , puoi cercare di starmi vicino allungando il tuo musetto, io non correrò . Non ti dico che arriveremo a guardare il panorama sullo sperone di roccia, ma potremmo  insieme per un po’ guardare quanto è bello il cielo cantando e danzando e se ti sforzi con la fantasia potremmo anche immaginare di volare, tu e io insieme per un po’ scoprendo posti diversi che né tu né io mai avremmo immaginato . Ma se non riesci a volare come me neanche con la  fantasia , non farlo, io voglio che tu resti te stessa ma che ti possa solo emozionare con me, la vita è così strana e così dura, viviamo questo sole meraviglioso che è spuntato dalle nuvole senza pensare a nulla “

 

 

 

 

La tartaruga guardava la leggera farfalla e le disse “ mio piccolo angelo,mi piacerebbe raggiungerti fin laggiù e volare con te, ma ora non posso e non voglio, ora preferisco camminare con una tartaruga simile a me, ora preferisco non impegnarmi in voli emozionali e che mi impegnino energie , son tartaruga “ : La farfalla cominciò a battere le ali e con impeto di rabbia le  disse “ sei tartaruga ma hai dimostrato di saper volare e tu ora rinunci a delle belle emozioni per camminare con una tartaruga, ti accontenti di questo ? non ascolti il battito del tuo cuore, non ascolti cosa ti sta dicendo, perché lo freni e non lo fai volare ?". Ma la tartaruga non rispose.

 

 

 

La farfalla allora con le ali piegate  cercò di spiccare il volo, non ci riuscì ma volando raso terra si allontano cercando di dirigersi verso la casetta delle altre farfalle…”

3 e 15 aprile 2013

Diana

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Sono un granello di sabbiain un deserto di acquerelli sfumati,un'anima bambina dischiusa come un fiorenei corridoi della vita.Incarto alla rinfusa istanti di vetroe sorrisi appassitiscivolando naufraga in cerca d'approdoin spiagge randagie velate di nuvole.Cerco primavere passate,odalische di speranze dischiuse su comignolisenza più fumo di sogni.Diana - 2006 -
 

ALBE DI LONTANI ORIZZONTI

Sulle spalle angoli smussatidal tempo,albe di lontani orizzonti,ombre scure riflesse sui muri,parole disperse tra pellicolesgualcite in un film lungo una vita.Ricordi di fuochi che muoionosotto temporali estivimentre cavalieri erranti di sabbia e sale avanzano tra maschere di stelle.I sogni si perdono in silenzio tra portoni sbiaditie aquiloni di marmo. Diana 2006
 

L'EQUILIBRISTA

( eros ramazzotti 2005 Album Calma Apparente) Com'è diverso il mondo visto da qui sopra un filo immaginario nel silenzio che c'è attraverserò l'immenso che ho davanti a me ali nel vento per volare non ho sfiderò nell'aria la forza della mia gravità muoverò le braccia aperte nell'infinità del blu com'è lontano il mondo visto da quassù dimenticando il grande vuoto intorno a me senza mai voltarmi indietro me ne andrò da qui La strada del mio cuore io ritroverò in equilibrio fino in fondo arriverò dove si respira liberi E' la vertigine più grande che c'è stare qui sospeso a sentire questa vita com'è giocoliere di me stesso io volteggerò nel blu com'è vicino il cielo visto da quassù dimenticando il grande vuoto dentro me senza mai voltarmi indietro me ne andrò da qui La strada del mio cuore io ritroverò in equilibrio fino in fondo arriverò da solo dentro il blu da solo senza mai cadere giù mai più Senza mai voltarmi indietro me ne andrò da qui vedrò sul filo della provvisorietà l'equilibrista non si chiede mai cos'è la stabilità vive l'illusione e la realtà Com'è diverso il mondo visto da qui
 

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