PENSATOIO VIRTUALE

Post N° 74


Quei voti di nessuno... Sommersa dalle inutili chiacchiere e dagli slogans patetici di questa campagna elettorale, l'opinione pubblica sembra dimenticarsi un fattore importante di cui nessu politico vuole occuparsi. Non è cosa da poco se consideriamo che il fattore in questione, riguarda circa il 30% dell'elettorato: l'astensionismo. Politici e partiti seri ed accorti si dovrebbero preoccupare e non poco di questo; soprattutto perchè è in gioco la loro stessa credibilità; ma qui da noi invece tutti se ne dimenticano o sorvolano su problema. La questione invece è molto seria e sarebbe necessaria un'analisi attenta unita ad un profondo esame di coscienza, da parte dei partiti, per cercare di individuarne le cause ed approntare rimedi. Quanti, semplicisticamente, riducono il problema ad un generico rigurgito di qualunquismo, sono in una condizione di palese malafede, unita ad una miope visione della realtà e al disinteresse totale verso gli umori della base. E' impossibile che il 30% dell'elettorato sia malato di qualunquismo! Certo, è innegabile che molti di questi, qualunquisti lo siano davvero, ma chiudere gli occhi in questo modo e non indagare a fondo le vere radici del problema, palesa, ancora una volta l'incapacità della classe dirigente di intercettare le istanze ed i bisogni del popolo. Il grosso degli astensionisti è composto da persone che non votano perchè non si sentono rappresentate in alcun modo dai soggetti presenti in parlamento. Purtroppo la strada intrapresa dai grandi partiti, va prorio nella direzione opposta alla risoluzione della questione e cerca di chiudere tutti i possibili canali all'ingresso di forze ed idee nuove ed innovatrici, estranee al sistema oligarchico che controlla le istituzioni. Forze capaci di portare nuova linfa e nuova vitalità a questo asfittico ed inamovibile sistema; in grado di dare una nuova speranza di rappresentanza e partecipazione ai molti disgustati da questo modo di fare e di porsi. Un astensionismo del 30% è il sintomo più eclatante di quanto la politica italiana sia avulsa dal contesto reale e di quanto poco appeal abbiano, i patetici tentativi di restyling operati dai Veltrusconi di turno. L'appello quasi disperato al "voto utile", dimostra poi, quanta mancanza di idee, progetti e lungimiranza abbiano questi soggetti; capaci solo di affidarsi al pietismo, piuttosto che ai programmi, per conquistare voti. Ci tengo a sottolineare che a questo proposito, l'N.P.A. è l'unico partito che propone nel suo programma il taglio di una quota dei seggi, in base alla percentuale degli astenuti in modo da impedire ai partiti fagocitatori, di accaparrarsi poltrone che non gli spettano. E' necessario rendersi conto al più presto che "il nuovo" non possono essere né Veltroni, né Berlusconi, entrambi espressione della stessa politica conservatrice ed oligarchica ma solo soggetti che, come l'N.P.A. propongono un programma autenticamente innovativo e radicale. Purtroppo la casta, prodiga di chiacchiere ma refrattaria a mettersi in discussione, cerca in tutti i modi di avvantaggiare se stessa ostacolando i veri innovatori, anche approvando, quasi di nascosto come i ladri, decreti atti ad esentarli anche dalla racolta delle firme necessarie alla presentazione delle liste. Il N.P.A. pur con la limitatezza dei suoi mezzi, si è messo in gioco e combatte questa battaglia, chiedendo alla gente di firmare; mentre quelli che questo coraggio non ce l'hanno, approvano una norma che li mette al sicuro da questo pericoloso scoglio in grado di far naufragare anche navi molto blasonate. Qualità necessaria ad un partito degno di questo nome è l'umiltà di ricercare il consenso fra la gente con proposte chiare, rifiutando le frasi fatte ed i vuoti slogans americaneggianti, senza senso e senza qualità. Ma si sa, l'umiltà e la passione vera, sono merci rare che chi non possiede non si può inventare. Di conseguenza, cerca di coprire questo vuoto utilizzando gli effetti speciali messi a disposizione dalle televisioni. Peccato però, che gli effetti speciali durino il tempo di una scena, mentre quelli collaterali, provocati da questo modo di fare politica, ricadono sulle persone per lungo tempo, minandone la qualità della vita e le speranze per il futuro. Gabriele Oliviero Membro della Segreteria Nazionale N.P.A.