LIBERI

BOLGHERI


Chi arriva a Bolgheri percorrendo il famoso Viale dei Cipressi, immortalato dalla celebre poesia "Davanti a San Guido" di Giosuè Carducci che qui visse dal 1838 al 1848, si trova già in uno stato d'animo predisposto ad accogliere una visione di incomparabile bellezza. Preannunciato da una campagna ben coltivata, si trova subito davanti al castello di Bolgheri con i suoi rossi mattoni a creare un contrasto cromatico di grande suggestione, con il verde argenteo degli olivi ed il verde cupo dei cipressi e dei boschi che lo circondano. Il paese, a cui si accede da un unica porta ad arco, ha mantenuto negli anni l'aspetto originario e la sensazione è che il tempo si sia fermato: qui il trascorrere delle stagioni è ancora scandito dal variare dei colori dei campi e dei poggi che si estendono tutt'intorno. Il centro storico sembra aver conservato la sua antica struttura urbanistica originaria, caratterizzata da un’articolazione concentrica delle strade, da cui si snodano, in senso antiorario, le strade dove, architetture storiche, vecchie fabbriche e curiose botteghe artigianali ricreano un’atmosfera d’altri tempi. Oltre all’aspetto storico, Bolgheri riveste notevole importanza per la bellezza del suo paesaggio e le sue risorse naturalistico ambientale.                            La StoriaAntico borgo medioevale, conosciuto dalla metà del 1100 con l’attuale denominazione, si trova i piedi delle colline metallifere, circondato da una ricca vegetazione tipica della macchia mediterranea. Fu completamente distrutto nel 1946 e ricostruito a poca distanza dal sito originario. L’origine del toponimo, ancora non del tutto chiara, sembra derivare dal Bolgheri, nome di un celebre giurista locale difensore dei diritti, mentre è sicuro che fino al 900 d.C.  la località era nota come Sala del Duca Allone. Antico feudo dei conti della Gherardesca, Bolgheri non subì grosse trasformazioni fino all’800, epoca in cui presero il via grandi opere pubbliche tra cui il famoso viale dei cipressi. Il precedente castello, ubicato a poca distanza dall'attuale, fu distrutto nel 1496 dalle truppe dell'imperatore Massimiliano I che aveva posto in assedio Livorno. L'imperatore di Germania aveva la discutibile abitudine di non retribuire le proprie truppe che, in compenso, erano libere di far razzia delle zone vicine. Nel caso specifico, Bolgheri pagò per tutti i rapinati,  tanto che fu più agevole e prudente ricostruirlo nella posizione attuale, più sicura e forse già dotata dell'odierna chiesa e di un  ampio convento. A parte pochi stabili attorno al palazzo dei conti, Bolgheri completò la sua struttura attuale dalla seconda metà del Settecento alla seconda metà del secolo successivo, con il castello dei conti Della Gherardesca (un ramo distinto da quelli di Castagneto) e la chiesa parrocchiale di fronte al viale d'accesso, la caratteristica rotatoria interna in senso antiorario, le vecchie fabbriche del borgo comitale: l'osteria, le botteghe artigiane, l'ospedale, i magazzini di fattoria, le scuderie del palazzo. Il fronte del castello, con la torre sopra la porta d'accesso e i caratteristici merli guelfi che uniscono simbolicamente il castello e la chiesa Chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo, assai decorativi, sono un rifacimento di fine Ottocento. La fascia di pineta che separa la spiaggia dalla campagna retrostante sorse a partire dal 1837, assai dopo la costruzione (1786) e il progressivo abbattimento dei ginepri dunali per farne pali da viti e delle querce da sughero di cui sopravvivono rari esemplari. Successive plantazioni di pini e la salvaguardia della macchia  mediterranea esistente, portarono a maturazione la pineta, solcata da numerosi torrentelli che alleggeriscono il carico fluviale: da nord la Fossa Cammilla (la foce è detta Cioccaie), la Fossa di Bolgheri (il Seggio) ed altre. La maggior parte della pineta   risulta privata, quindi è accessibile solo in parte. Il Seggio è la parte terminale del maggiore dei torrentelli esistenti, la Fossa di Bolgheri, che divide il territorio di Bolgheri da quello di Castagneto. Anticamente fu un porto importantissimo, dove avveniva l'imbarco e lo sbarco di quasi tutti i generi di merci in arrivo e in partenza, anche per l'estero. "I cattivi vivono per mangiare e bere, mentre i buoni mangiano e bevono per vivere."         SOCRATE                       
            Vini e piatti tipiciPasseggiate, escursioni, sia in mountain bike che a cavallo, sono solo alcune delle possibilità per una vacanza a contatto delle natura e non solo marina che si può fare a Castagneto Carducci, dove il turismo ha anche uno stretto rapporto con il vino. Nel suo territorio si producono infatti vini rossi, bianchi e rosati, di fama mondiale. Un nome per tutti, ad esempio, il Sassicaia. Negli ultimi anni, grazie al lavoro di aziende vinicole di grande tradizione, questa zona è divenuta un vero e proprio "eldorado" del vino.  E' lungo la via Bolgherese infatti che si consolida la produzione vinicola di questa nobile terra famosa nel mondo per i suoi Cabernet, con, oltre al sopracitato Sassicaia, l' Ornellaia. Ma la tradizione gastronomica offre inoltre una vasta serie di piatti semplici e saporiti, che variano dalle zuppe di verdura, alle paste fatte in casa, alla cacciagione, al pesce, il tutto arricchito da un ottimo olio extravergine di oliva prodotto in grande quantità dalle fattorie locali. L'olio è infatti, oltre alla produzione vinicola, l'altra gemma di questo territorio che si sta facendo spazio sui mercati di tutto il mondo ma che si può trovare ancora, prevalentemente, solo in fattoria, direttamente dal produttore. L'olio extravergine prodotto si caratterizza per un profumo fruttato, fresco e intenso, da un corpo pieno e dolce, ben sostenuto da vivaci, ma non aggressive, note di piccante e da un lieve retrogusto amarognolo. Produzione di miele e un'ottima tradizione nella produzione di salumi completano l'offerta gastronomica del paese. Durante tutto l'anno sono inoltre numerose le manifestazioni gastronomiche e culturali che arricchiscono la vita sociale del paese. La più rinomata è Castagneto a Tavola, kermesse la cui fama ha superato i confini nazionali. Negozi e botteghe artigiane, enoteche ed aziende agricole consentono di acquistare prodotti tipici e genuini della zona.
La strada Del Vino In questa zona, rimasta naturalisticamente intatta, è nata la  Strada del Vino, un dedalo di itinerari che si snoda tra borghi antichi, pievi, poderi, macchie e cantine che attraversano gli angoli più nascosti della campagna, alla scoperta dei sapori migliori, delle situazioni più suggestive e dei prodotti più gustosi. Sono addirittura tre le Denominazioni di Origine Controllate, a testimonianza di una realtà produttiva divenuta davvero importante dal punto di vista qualitativo: il Montescudaio, il Bolgheri, e il Val di Cornia, con le loro diverse tipologie (bianco, rosato, rosso, vinsanto) che esprimono la vocazione di questo territorio che, è il caso di dirlo, è stato riscoperto in chiave vinicola. Questo è allora il filo conduttore di un viaggio che conduce alla scoperta di luoghi noti e frazioni sconosciute, a borghi arroccati da secoli sulle alture, per mettersi in salvo dalle insidie degli assalitori, saraceni o bizantini che fossero.