HOMO CYBERNETICUS

CoCoNet


Sarà possibile creare dei parchi eolici offshore anche nei mari del sud d’Europa? Come si integrerebbero con gli ecosistemi e con le economie locali?Produrre energia pulita e rinnovabile è molto importante per il nostro futuro ma il progetto CoCoNet (Towards COast to COast NETworks) appena varato a Roma, evidenzia la chiara volontà di non scendere a compromessi, di non voler sacrificare la natura per produrre energia, anche se rinnovabile.Le comunità scientifiche di 22 stati si sono interrogate nella due giorni romana (27-28 febbraio) circa la fattibilità dei parchi eolici offshore ma il tutto è partito dalla necessità di creare una rete di collegamento fra le aree marine protette, sino ad oggi entità sconnesse perché di pertinenza dei singoli stati e per tale motivo mai oggetto di finanziamenti derivanti dall’Unione Europea.Il progetto CoCoNet, lanciato dal CNR di Roma - cui hanno partecipato oltre 100 ricercatori scientifici provenienti da 39 istituti internazionali tra cui Egitto, Tunisia, Georgia, Ucraina, Russia, Israele, Turchia - mira alla costruzione di una rete di aree marine protette, analizzando tutte le conoscenze disponibili fra il Mar Mediterraneo e il Mar Nero e tenendo conto sia del mare aperto che dell’alto mare. Il progetto si rivela imponente perché dovrà valutare in primo luogo tutte le variabili dell’aspetto ambientale. Difatti nel Mar Mediterraneo e nel Mar Nero, diversi stati si affacciano sugli stessi bacini e per questo la costituzione di vaste aree marine protette non sarà affatto facile, inoltre i parchi eolici offshore dovranno essere posizionati per sfruttare al massimo i venti, senza però danneggiare le biodiversità marine né causare impedimenti alle attività dell’uomo.Ovviamente i ricercatori dovranno trovare anche un accordo che sancisca un nulla osta giuridico, con una disciplina comune per tutti e 22 gli stati partecipanti, per far in modo che la rete costituita possa operare in modo fattivo e con piena tutela. Il progetto CoCoNet è un grande risultato per l’Italia poiché è guidato dal prof. Nando Boero dell’unità di Ricerca CoNISMa dell'Università del Salento e associato al CNR- ISMAR e già insignito del prestigioso “Faculty member of the Year award”. CoCoNet è interamente finanziato dalla Commissione Europea con 11 milioni di euro (nell’ambito del settimo Programma Quadro) e vuole innescare un processo comunitario che incentivi la produzione di energia rinnovabile, con la piena tutela del territorio.Oggi gli impianti eolici offshore sono in grande crescita in tutto il mondo e lungo le coste europee, lo scorso anno, sono stati investiti 2,4 miliardi di euro per posizionare 235 turbine in 9 diversi parchi eolici. Tuttavia il rapporto della European Wind Energy Association chiarisce che questi si trovano tutti a largo di Gran Bretagna e Germania e pochi a largo della Danimarca e del Portogallo. Nessuno a largo delle coste del sud d’Europa, dunque, e la situazione è insostenibile visto che un parco eolico offshore può produrre sino a 200 MegaWatt. Ma bisogna tener conto dei fattori negativi come la rumorosità, l’impatto visivo (entro 30 km dalla costa) e quello sulle biodiversità, dalle rotte degli uccelli ai cavi marini che trasporteranno a terra l’energia pulita e che potrebbero disturbare l’ecosistema marino.