IL MURO BIANCO

C'era una volta il dialogo...


Capiterà spesso anche a voi, indipendentemente del luogo in cui accada: al bar, sul lavoro, in chat, nei blogs, nei culi delle balene, nelle bocche dei lupi, nei cavallidonatiincuinessunoguardamai. Il dialogo: questo sconosciuto! Sarà una mia impressione, ma mi pare che abbiamo perso il senso di questa parola. Il dialogo non è più uno scambio di opinioni, di informazioni, sensazioni. Ormai è diventato un campo di guerra, un gioco al massacro dove non è previsto il pareggio. Alla fine non può e non deve finire con me, che ho spiegato le mie ragioni alla controparte e con la controparte, che ha fatto lo stesso con me, e vissero tutti come prima felici e stressati. No! Ci devono essere per forza UN VINCITORE e UNO SCONFITTO; uno che HA RAGIONE e uno che HA TORTO. Oppure uno che IMPONE la propria ragione ed un altro che la SUBISCE. Nella migliore delle ipotesi, uno che se la PIGLIA sta benedetta ragione, in un modo o nell'altro; e l'altro che cede per semplice sfinimento. Ovviamente subito accusato di non voler avere un contraddittorio, di essere un vile-nonpensante-privo di midollo. Vogliamo tutti aver ragione, che ci piaccia o no. Siam proprio delle testine neh? Giorni fa, in tivvù, ho visto un piccolo stralcio del discorso che ha fatto il Dalai Lama (che io chiamo affettuosamente DaiDai, visto che èl mola mai), ospite del Comune di Roma. Splendide parole sull'importanza del dialogo, non poteva essere altrimenti (le icone non si toccano mai, nemmeno quando dicono cose ovvie, no?). Ebbene, forse avremmo bisogno di un ripasso di base più o meno tutti. Forse sappiamo davvero il COME, ma su COSA effettivamente sia il dialogo non mi pare di esagerare dicendo che siamo ancora in alto mare. Un mare che non ha un buon odore, oltretutto.