IL MURO BIANCO

C'era una volta il Tibet...


Ve ne sarete senz'altro accorti da soli: dopo giorni e giorni in cui ci aggiornavano sugli scontri in  Tibet o sulle proteste fatte durante il passaggio della torcia olimpica, nessuno dice più nulla. Dov'è ora la fiamma olimpica? E ci sono stati scontri o proteste al suo passaggio? Che fine hanno fatto tutti i "dissidenti" arrestati dalla polizia cinese? Nulla. La notizia ormai non c'è più. Francamente trovo sempre molto squallido, ipocrita e opportunistico, farsi sentire solo quando è l'occasione a darne la possibilità; o in momenti più o meno topici, come se lottare in qualcosa in cui si crede dipendesse dagli impegni segnati sul calendario o sull'agenda. Se escludiamo i tibetani, che stanno lottando e morendo da anni, tutto quanto si è mosso in questi mesi mi è parso una sceneggiata buonista e modaiola. Se non ci fossero state le Olimpiadi imminenti, a quasi nessuno avrebbe fregato della sorte dei tibetani. E potete scommettere che, a Olimpiadi concluse, gli stessi che sono stati in prima linea nelle proteste - gli stessi che si sono arrampicati su palazzi/ponti/viadotti per attaccare striscioni di protesta - gli stessi che indignati invocano il boicottaggio della Olimpiadi, spariranno, non si arrampicheranno, non invocheranno. Ma magari saranno in prima linea per la salvaguardia delle balene o delle foche, o per una delle tante guerre silenziose che agitano il Terzo Mondo. Passano le mode, e passano anche gli ideali. Troppo comodo lottare in questo modo, così è solo cavalcare l'onda.