IL MURO BIANCO

C'è che..


C'è che non vedo l'ora che arrivi stasera per partire: week end al mare. Io, Lei. Nessun altro. E fanculo al mondo intero, anche solo per pochi giorni. C'è che questo tempo ha rotto un po' il cazzo; lo dico io e lo dice il mio intestino che non trova pace. Ed ogni seduta sul water sembra sempre più ad un parto plurigemmelare. Senza cesareo, senza epidurale. C'è che guardo la televisione, e vedo un mondo impazzito, malato, derubato, stuprato. E non capisco, non capisco proprio. C'è che non vedo i miei nipoti da un mesetto. C'è che, quando ci sono, mi lamento che da bambini quali sono, spaccano un po' i marroni; non stanno fermi un'attimo. Con le loro pile atomiche che non li fanno mai stancare. Altro che Duracell. Ma mi mancano. C'è che, da abitudinario quale sono, è difficile fare fronte a questo periodo lavorativo. Il giorno prima c'è pochissimo da fare, il tempo si dilata e le 17.30 sembrano arrivare alle 20.00. Il giorno dopo c'è solo giusto il tempo di una pisciatina. Il restante lo passo sporconando in tutte le lingue conosciute, inventando ogni giorno nuovi moccoli. Mille casini, il cliente dell'ultimo minuto che ha fretta e non puo' aspettare, i colori che non ne vogliono sapere di lasciarsi stampare. Cazzo, una via di mezzo no eh? C'è che ho tre libri iniziati, uno dei quali più di un anno fa, che aspettano frementi sull' armadio; speriamo che il mare sussurri la dolce voglia di finirne almeno uno. C'è che mi sono promesso di alzarmi almeno un mattina molto presto, per scattare alcune foto ai pescatori, al porto..c'è che certe promesse non dovrei mai farmele. C'è che da un mese la notte dormo pochissimo. E sogno tantissimo. E al mattino ricordo solo brevi flash. Ma mi alzo stanco, come se avessi vissuto la notte, invece che dormirla. E intensamente. C'è che continuo a scaricare film che poi non guardo; se smettessi ora di farlo, avrei comunque qualcosa da fare per i prossimi mesi o anni: guardarli tutti. C'è che dovrei comperare una stampante nuova, e ogni mese mi dico che lo farò. Ma ogni mese qualcosa di più importante attira il mio portafoglio (ultimo, in ordine di tempo, uno spotting scope con attacco per la macchina fotografica). C'è che...che mi vedo già al sole. Anzi no, all'ombra. Spapparanzato sulla sdraio, con il Signor G nelle orecchie, con lei accanto che sfoglia il romanzo che alcuni miei amici le hanno regalato, con la brezza che solletica gli orli dell'ombrellone. C'è che, grazie a Dio, nella mia vita c'è sempre un "c'è".