MEGLIO SOLI CHE ...

VERONIKA DECIDE DI MORIRE


Veronika sapeva che in fondo la vita si riduce all'attesa del momento giusto per agire.La prima ragione:nella sua vita,tutto appariva identico;e,passata la gioventù,ecco la decadenza:la vecchiaia comincia a lasciare i segni irreversibili,arrivano le malattie,gli amici se ne andavano...Insomma,continuare a vivere non aggiungeva nulla:anzi aumentava considerevolmente le occasioni di sofferenza. La seconda ragione,invece,era più filosofica: Veronika leggeva i giornali,guardava la televisione ed era al corrente di quanto succedeva nel mondo. Era tutto sbagliato,ma lei non aveva alcun modo di contrastare quella situazione,e questo le dava una sensazione di totale inutilità" In un mondo in cui si tenta disperatamente di sopravvivere, come si possono giudicare le persone che decidono di morire? Nessuno può giudicare. Ciascuno conosce la grandezza della propria sofferenza, o la dimensione della totale mancanza di significato della propria vita. Veronika aveva capito che tantissime persone di sua conoscenza parlavano degli orrori della vita altrui come se fossero preoccupatissime di aiutare gli altri, ma in realtà si compiacevano per la loro sofferenza: perché questo li portava a credere di essere felici, considerando che la vita si era mostrata generosa nei loro confronti  ..."Io non so cosa sia un matto", sussurrò  Veronika."Comunque ,io non lo sono. Sono una suicida frustrata"."Matto è colui che vive nel proprio mondo. Come gli schizofrenici,o gli psicopatici,o i maniaci. Quelle persone,cioè,che sonno diverse dalle altre". Voglio continuare a essere folle, vivendo la vita nel modo in cui la sogno e non come la desiderano gli altri Pensano di essere normali perché tutti fanno le stesse cose In fin dei conti era matta pure lei , e non doveva piacere a nessuno. Proprio perché riteneva che tutto fosse una stupidaggine, aveva finito per accettare ciò che la vita le aveva naturalmente imposto.(…) Dopo aver ottenuto ciò che desiderava dalla vita, era giunta alla conclusione che la sua esistenza non aveva più senso,  giacché tutti i giorni erano uguali. Aveva quindi deciso di morire. congedarsi. Era questa la parte più difficile:una volta che l'individuo è entrato in manicomio, si abitua alla libertà che esiste nel mondo della follia e finisce per esserne viziato. Non deve più assumersi alcuna responsabilità, né lottare per il pane quotidiano, né occuparsi di cose noiose e ripetitive: può rimanere ore a guardare un quadro, o a disegnare le cose più assurde. (…) Come aveva detto qualcuno, era sufficiente mantenere la follia sotto controllo. Piangere,  preoccuparsi, irritarsi come qualsiasi individuo normale, senza mai dimenticare che. Lassù, il suo spirito se la rideva di tutte le situazioni difficili. Il processo di crescita di un individuo richiede un certo prezzo.