MEGLIO SOLI CHE ...

Veronika


VeroniKa di Paulo Coelho:Nella sua vita aveva spinto fino alle estreme conseguenze moltissime cose, ma solo tra quelle non particolarmente importanti, come trascinare dei litigi che si sarebbero risolti con semplici parole di scusa, o non telefonare piu' a un uomo di cui era innamorata, pensando che la relazione non avrebbe condotto a niente. Era stata intransigente solo quando era risultato facile esserlo:per esempio dimostrando a se stessa la propria forza e la propria indefferenza, anche se in realta' era una donna fragile, che non aveva saputo emergere negli studi, nelle competizioni sportive scolastiche, nei tentativi di mantenere l'armonia nella propria casa.Aveva debellato i difetti più semplici, per ritrovarsi sconfitta nelle cose importanti e fondamentali.Riusciva ad assumere i tratti della donna indipendente, nonostante avesse un disperato bisogno di compagnia.Dovunque arrivasse, catturava gli sguardi di tutti i presenti:alla fine pero' concludeva la serata da sola, in convento, davanti al televisore che non sintonizzava neppure sui canali migliori. Agli amici aveva dato l'impressione di essere un modello che gli altri dovevano invidiare; aveva sprecato la parte migliore delle sue energie, tentando di essere all'altezza dell'immagine di sé che si era creata nella mente.Per questo non le erano rimaste le forze sufficienti per essere se stessa: una persona che, come tutte, aveva bisogno degli altri per essere felice. Ma gli altri erano cosi' difficili! Avevano reazioni imprevedibili, si circondavano di difese e si comportavano come lei, mostrandosi indifferenti a ogni cosa. Quando compariva qualcuno piu' aperto nei confronti della vita, o lo respingevano immediatamente, oppure lo facevano soffrire, considerandolo inferiore e ingenuo.Forse, con la sua forza e la sua determinazione, aveva fatto colpo su molta gente. Ma dove era arrivata? Nel vuoto. In una totale solitudine. A Villete. Nell'anticamera della morte. (...)Era ricoverata in una clinica per malattie mentali e poteva provare sentimenti che gli esseri umani nascondono anche a se stessi:perchè tutti siamo educati soltanto per amare, per tentare di scovare una via d'uscita, per evitare il conflitto. Veronika odiava tutto, ma principalmente il modo in cui aveva vissuto: senza mai scoprire le centianaia di altre Veronike che dimoravano dentro di lei e che erano interessanti, folli, curiose, coraggiose , audaci.(...)L'amore che non chiedeva nulla in cambio la riempiva di sensi di colpa, di un desiderio di corrispondere alle aspettative, anche se ciò voleva dire rinunciare a quanto aveva sognato per se stessa. Era un amore che, per anni, aveva tentato di nascondelre le sfide e il masciume del mondo, ignorando che un giorno lei se ne sarebbe resa conto e che , allora non avrebbe avuto le difese indispensabili per affrontarli.(...)Tra l'infermeria e la sala di soggiorno, lei era stata capace di odiare, in un modo talmente forte e intenso che adesso nel cuore non le era rimasto nemmeno un briciolo di rancore. Aveva lasciato che tutti i sentimenti negativi, rinchiusi lì per anni, finalmente affiorassero. Ora che li aveva provati, non erano più necessari:potevano scomparire.(...)"Le voglio chiedere due favori. Il primo, di darmi qualcosa -una medicina,un'iniezione, qualsiasi cosa- perché possa rimanere sveglia e approfittaredi ogni minuto di vita che mi resta. Adesso ho molto sonno, ma nonvoglio più dormire. Ho tante cose da fare: cose che ho sempre lasciatoper il futuro, quando pensavo che la vita fosse eterna; cose per lequali ho perduto interesse, quando ho cominciato a credere che nonvalesse la pena di vivere.""Qual è la seconda richiesta?""Andare via di qui; morire là fuori. Voglio salire al castello diLubiana: è sempre stato lì, ma io non ho mai avuto la curiosità divederlo da vicino. Devo parlare con la donna che vende le castagned'inverno e i fiori in primavera: ci siamo incontrate tante volte,eppure non le ho mai domandato come stava. Voglio passeggiare sullaneve senza giacca, sentire il freddo pungente: io che mi sono copertatanto bene, per paura di raffreddarmi."E poi, dottor Igor, voglio che la pioggia mi sferzi il viso. Vogliosorridere agli uomini che mi interessano. Voglio accettare tutti i caffèche mi offrono. Voglio baciare mia madre, dirle che la amo, piangerenel suo grembo, senza vergognarmi di mostrare i miei veri sentimenti,che sono sempre esistiti, anche se io li ho nascosti."Forse entrerò in una chiesa, guarderò quelle immagini che non mi hannomai detto niente, ma che certamente adesso mi diranno qualcosa. Se unuomo interessante mi inviterà in un locale, accetterò e ballerò tuttala notte, fino a quando sarò esausta. Poi andrò a letto con lui, manon nel modo in cui l'ho fatto con altri, ora tentando di mantenereil controllo, ora fingendo cose che non sentivo. Voglio concedermi aun uomo, alla città, alla vita e, infine, alla morte."