OLBIA

OLBIA GALLURA Il sindaco Giovannelli sposa la linea Nizzi. Masala: «Accettiamo controvoglia»


  da La Nuova Sardegna MARTEDÌ, 24 NOVEMBRE 2009In tribunale la causa di sfratto del prestigioso ristoranteHotel Gallura, guerra di cifre «Occupiamo 540 metri quadrati»
OLBIA. Sua celebrità l’hotel ristorante Gallura occupa lo spazio di 540 metri quadrati in un palazzetto vecchio di duecento anni. «Cinquecento quaranta e non quasi mille metri quadrati», sostiene Angelo Achenza, difensore di Rita Denza e Arnaldo Pascal nella causa di sfratto che spinge verso il trasloco dal corso Umberto il santuario della gastronomia sarda. La questione non è di lana caprina. «Infatti - aggiunge ancora Achenza - 8500 euro al mese per quasi mille metri quadrati, come sostengono i proprietari dell’immobile, significa un canone di circa 8,5 euro a metro quadrato. Se così fosse firmeremo già domani il nuovo contratto di locazione. Invece la realtà è diversa, a cominciare dalle dimensioni dell’immobile». E la realtà è diversa anche sul fronte dei pesanti lavori di manutenzione effettuati a più riprese dai titolari del Gallura per rendere «vivibile» un edificio vecchio e malandato che, probabilmente, senza quei lavori non avrebbe avuto i requisiti necessari per restare aperto. Però i proprietari non intenderebbero pagarli e tanto meno tenerne conto nel calcolo del canone d’affitto. Così tra le parti va avanti un braccio di ferro silenzioso che dura da sette anni e che adesso è sulle pagine dei giornali e sulla bocca di tutti. Nessuna polemica, precisa ancora l’avvocato Achenza, piuttosto l’esigenza di sensibilizzare gli amministratori locali e la comunità «sul serio rischio che un locale di grande prestigio sia costretto a lasciare la sua sede storica». Insomma, riaffermare il principio che il Gallura è un patrimonio da tutelare.-----------------da La Nuova Sardegna MARTEDÌ, 24 NOVEMBRE 2009I costruttori ritoccano i listini del 2,5 per cento e i venditori privati fanno sconti del 15 Mercato immobiliare ancora fermo e i prezzi delle case iniziano a calare
di LUIGI SORIGA SASSARI. Chi da oltre un anno si ritrova un appartamento sul groppone, conosce sulla propria pelle l’andamento del mercato immobiliare in città. Piazzare una casa che supera i cento metri quadri continua a essere un’odissea fatta di decine di appuntamenti e centinaia di “ci pensiamo un attimo”. Uno studio dell’agenzia Gabetti Property Solution conferma il quadro disarmante delle compravendite a Sassari. Gli elementi di fondo sono sempre gli stessi: pochi soldi a disposizione delle famiglie, diminuzione degli acquirenti, prezzi che delineano una distanza siderale tra la domanda e l’offerta. Fortunatamente in una situazione di stallo come questa, i costruttori hanno iniziato a ritoccare al ribasso i listini, e questo è il primo passo per ridare impulso al mercato. Nel primo semestre del 2009, secondo l’ufficio studi di Gabetti, la flessione delle quotazioni immobiliari in città si attesta al -2,5 per cento. «Le politiche degli istituti di credito sono particolarmente selettive e questo contribuisce in modo determinante a frenare le transazioni e gli acquisti di terreni. Ad avere problemi, oltre ai costruttori, sono le giovani coppie, che in questa fase sono quasi tagliate fuori, per lasciare spazio invece alle famiglie consolidate che già possiedono una proprietà immobiliare e determinate garanzie finanziarie». C’è da sottolineare il fatto che Sassari parte sempre da uno scenario di prezzi doppati dal boom immobiliare degli anni passati. La crisi attuale, che ha riportato il mattone ai valori reali, condiziona parecchio le trattative. In genere si firma un compromesso dopo 8 mesi e dopo aver applicato uno sconto del 15 per cento sul prezzo iniziale. Chi non è disposto a ribassare e resta su cifre fuori mercato, difficilmente riuscirà a vendere. «Fondamentale è il ruolo degli agenti immobiliari - dicono alla Gabetti - chiamati a rappresentare al cliente la corretta realtà del mercato». In ogni modo i prezzi restano ancora piuttosto alti. Al centro storico, nelle zone più prestigiose attorno al piazza Castello, largo Cavallotti e largo San Sebastiano, i palazzi storici ristrutturati costano 2500 euro al metro quadro. Attorno a via Turritania e verso la Stazione si scende sino a 800 e 900 euro per un usato da ristrutturare. Invece a Monte Rosello un alloggio si vende attorno ai 1800 euro. Chi invece desidera abitare a Luna e Sole, deve rassegnarsi a sganciare 2200 euro al mq per un appartamento nuovo.--------------------------da La Nuova Sardegna MARTEDÌ, 24 NOVEMBRE 2009Bocciato il rimpastino dei dissidenti Il sindaco Giovannelli sposa la linea Nizzi. Masala: «Accettiamo controvoglia»
di LUCA ROJCH OLBIA. In trincea. Sui banchi 13 caschi rossi, uno per ogni consigliere di opposizione. Sistemi di difesa antibottiglietta. La minoranza dà il benvenuto al Popolo delle libertà. Il significato lo spiega Nardino Degortes. «Dobbiamo difenderci dai lanci». Bon ton della resistenza. Ma la maggioranza non ha bisogno di provocazioni, deve cercare di sopravvivere a se stessa. Alla fine Giovannelli dice no al gruppo che lo ha sostenuto nei giorni di tempesta, quando Nizzi chiedeva scusa alla città per averlo scelto. Per i Liberi nel Pdl nessuna concessione nelle commissioni. Passa la linea Nizzi-Giovannelli. Niente rimpasti. Una scelta sofferta. Una medicina amarissima che ha il sapore di un palliativo per una maggioranza malata. La linea dei nizziani viene sostenuta da Giovannelli. Le commissioni non vengono modificate. La richiesta dei sei dissidenti di una presenza loro in ogni commissione viene elusa, aggirata, e alla fine cestinata. Il capogruppo dei “Liberi”, Pino Masala, non gradisce, e non fa nulla per nasconderlo. «Prendiamo atto che la commissione urbanistica è stata blindata - afferma -. Ci pieghiamo alla volontà di chi ci nega una rappresentanza che ci spetta per regolamento. Lo accettiamo controvoglia, vorrei sapere dal segretario comunale se tutto questo avviene nella legalità». Ma al posto del segretario Giovanni Achenza irrompe il presidente del consiglio, Tonino Pizzadili che conclude una serata no alla direzione dell’aula con un intervento. «Qualcosa è cambiato da ieri sera - dice Pizzadili -. È stato lei a chiedermi di ridurre i vostri posti. In ogni caso sospendo la seduta per un consulto della maggioranza». Il centrodestra confabula per dieci minuti. Le posizioni non si spostano. Muro contro muro. Ma alla fine il voto conferma la composizione delle commissioni. La maggioranza cestina la richiesta del nuovo gruppo. In mezzo anche altri tatticismi. La nascita di un terzo gruppo “Udc-Riformatori Sardi”, capogruppo Antonello Ruda, con lui Giovanni Cassitta e il prestito tecnico di Franco Casu. Ma è stata una serata al moviolone. Dopo oltre quattro ore di discussione sullo spostamento del mercatino da via Imperia in via Redipuglia si è deciso di non decidere. Per gli amanti dell’inutilità della politica si può precisare che la commissione si preoccuperà di ascoltare tutti per preparare il piano di studio sulla fattibilità dello spostamento. Per sintetizzare con le parole del capogruppo Pdl, Settimo Nizzi: «Il mercatino non si sposterà». Un piccolo psicodramma si è consumato sul voto della non mozione. Quasi identiche quelle di maggioranza e opposizione. La corsa era alla primogenitura. Pizzadili certissimo che il centrodestra avesse presentato prima la mozione ha messo al voto quella della maggioranza. Ma senza far parlare l’opposizione. Un cavillo procedurale su cui si è consumato un duro scontro con un fiscalissimo Pizzadili che non ha ceduto di un passo. «Da oggi - dice Rino Piccinnu, Pd - lei non è più il mio presidente». Sullo stesso tema Nizzi ha deliziato il pubblico anche con un confronto denso di significati politici con l’altro capogruppo Carlo Careddu. «Sei un ragazzino - ha argomentato Nizzi -, te le do io ora le lezioni di politica. Perché tu sei giovane e devi ascoltare chi ha esperienza. Il presidente Pizzadili ha agito bene. Tu devi ascoltare». Caustico e lapidario Careddu. «Onorevole si è dimenticato la lezione più importante - dice Careddu, Pd - quella su come si lanciano le bottigliette. Io rispetto le persone con i capelli bianchi se hanno qualcosa da insegnare».------------------------da La Nuova Sardegna MARTEDÌ, 24 NOVEMBRE 2009La città che lavora. Paolo Piccinnu: «Bene la concorrenza, ma i negozi olbiesi meritano più attenzione» «Il cuore del commercio siamo noi» Avanzano outlet e grande distribuzione, ma gli operatori locali si difendono «Le carte vincenti? Noi puntiamo sempre su qualità e servizio»
di ALESSANDRO PIRINA OLBIA. Il porto, l’aeroporto e, soprattutto, la Costa Smeralda attirano le grandi firme e così Olbia è diventata una piccola capitale del commercio globale. Da Auchan a Iperstanda, da Zara a Unieuro, da Feltrinelli a Brico. Fino all’outlet dell’abbigliamento in cui Daniela Fargion ha messo insieme i nomi più grossi della moda italiana e straniera. Arrivi in città che, tra applausi, polemiche e talvolta questioni politiche, hanno sempre fatto notizia. Ma a tenere alto il vessillo del commercio ci sono anche, e soprattutto, una serie di esercenti locali che da anni, spesso in silenzio e senza alcun clamore, portano avanti le loro attività. In tutti i settori, dall’abbigliamento agli elettrodomestici, dagli alimentari agli arredamenti. Di quest’ultima branca del commercio fa parte anche Paolo Piccinnu, il titolare dell’omonimo showroom con più di 50 anni di storia alle spalle. «Io sono per la concorrenza, mi fa piacere che si venga a investire a Olbia - afferma il commerciante -. Il problema è che i locali sono quasi offuscati davanti ai colleghi che arrivano da fuori. Non è mia intenzione far polemiche non nessuno, sono convinto che ognuno faccia bene il suo mestiere, ma non capisco le tante attenzioni che vengono riservate verso chi viene da fuori, mentre noi del posto passiamo quasi inosservati». Paolo Piccinnu, quasi senza volerlo, indossa i panni del paladino del commercio locale. Un ruolo che gli calza a pennello. A dirlo è la storia della sua attività, avviata dal padre Giuseppe verso la fine degli anni Cinquanta. «Era un piccolo magazzino di Telti, il nostro paese - racconta -. Mio padre vendeva quello che in quel dato momento serviva alla gente: macchine da cucire, piccoli elettrodomestici. Poi nel 1977 il trasloco a Olbia, in via Mameli, fino al 1994, quando ci siamo trasferiti in via Roma. Nel 2000, poi, abbiamo aperto uno showroom di di1500 metri. Ora siamo alla terza generazione impegnata nell’attività». Oggi Piccinnu è tra i leader della Gallura negli arredamenti. Un crescendo di successi raggiunto nonostante la crisi e la concorrenza agguerrita. «Noi puntiamo su qualità e servizio - dice l’alfiere del commercio made in Olbia -. In più siamo sempre al passo coi tempi. Vedi il sito internet o il concorso a premi che regalerà a un fortunato cliente fino a 15 mila euro in gettoni d’oro».------------------------