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OLBIA, GALLURA, Bomba contro impresario Nel mirino Nanni Sircana: salta in aria la sua auto


 da La Nuova sardegna GIOVEDÌ, 26 NOVEMBRE 2009Il professionista aveva parcheggiato la macchina nel garage seminterrato di via Acquedotto Bomba contro impresario Nel mirino Nanni Sircana: salta in aria la sua auto
di STEFANIA PUORRO OLBIA. Un avvertimento. Su questo non sembrano esserci dubbi. Ma la polizia deve ora occuparsi della parte più difficile: scoprire gli autori e capire il perché. Nel mirino un noto commercialista e imprenditore edile: Giovanni Sircana (noto Nanni), 51 anni, calangianese. La notte scorsa, un ordigno a basso potenziale ha distrutto la Wolkswagen Touareg che il professionista aveva parcheggiato nel garage seminterrato, in via Acquedotto 65. La macchina è sotto sequestro ma oggi verrà portata via, per consentire ai poliziotti della scientifica di fare ulteriori accertamenti. E’ circa l’una di notte quando mezza città viene svegliata da un botto tremendo. L’eslosione avviene nel garage sopra il quale Nanni Sircana vive con la famiglia e dove ha anche il suo studio professionale. Qualcuno, con tutta probabilità, ha piazzato una piccola bomba (ma non si eclude neanche l’atto incendiario), nella parte anteriore della macchina. Il garage-magazzino amplifica il boato ed è per questo che viene avvertito anche ad alcuni isolati di distanza. Sfondata, dall’onda d’urto, anche una saracinesca interna, mentre non ci sono stati danni per le abitazioni vicine (i vetri hanno vibrato ma non sono andati in frantumi). Sul posto sono arrivati immediatamente una volante del commissariato e una squadra dei vigili del fuoco ma, stranamente, non è giunta al 113 nemmeno una segnalazione da parte dei cittadini svegliati dall’esplosione. Le indagini, ora, vanno avanti a 360 gradi: visto che non sembrano esserci dubbi sull’attentato, si dovrà ora cercare di capire il motivo. Soprattutto per sapere se qualcuno potesse avercela con Nanni Sircana. Il quale, però, in base alle notizie raccolte, sarebbe il primo a non riuscire a dare una spiegazione a un gesto simile. In questi casi, comunque, è sempre complicato stabilire se c’è un movente, visto che anche di recente i numerosi attentati incendiari (si è sempre trattato di macchine o moto date alle fiamme) restano ancora oggi un mistero. Nanni Sircana è persona molto conosciuta, così come la sua famiglia (di Calangianus). Suo fratello Antonio era il medico ortopedico e volontario della Caritas, morto in una sciagura area in Kosovo nel 1999. Il padre, Giuseppe, venne sequestrato nella sua impresa di sughero, a Calangianus, nel febbraio del 1995: si è sempre pensato che fosse stato ucciso, ma il suo corpo non venne mai ritrovato. Il resto della famiglia di Nanni Sircana, 3 sorelle e un altro fratello, si sono stabiliti tra Olbia e Sassari lasciando definitivamente Calangianus.------------------------------------------------- da La Nuova sardegna GIOVEDÌ, 26 NOVEMBRE 2009Incenerito il «Caffè Moro»: non c’è dolo A fuoco il bar gestito da Piero Mellino. Danni per 400mila euro  
 
OLBIA. Alle due del mattino i carabinieri hanno bussato alla sua porta. E le notizie che arrivano di notte, non sono quasi mai buone. Piero Mellino, 48 anni, originario di Nule ma da tempo a Olbia con la famiglia, ha saputo così che il bar che gestisce in viale Aldo Moro - insieme con altri soci - era stato completamente distrutto dal fuoco. Da un corto circuito (probabilmente partito dal quadro elettrico) si sono sviluppate le fiamme che hanno prima incenerito la cucina e poi si sono allargate nel resto dell’ampio locale. I danni (in parte coperti da assicurazione) sono ingentissimi: si parla di una somma che supera i 400mila euro. L’allarme è scattato appena alcuni automobilisti e abitanti della zona si sono accorti di una nuvola di fumo che circondava il Caffè “Moro”, nella parte alta dell’omonimo viale, proprio di fronte all’hotel Royal. Quando è scoppiato l’incendio (l’altro ieri notte, ma non si sa a che ora), il bar - come accade ogni martedì - osservava la giornata di chiusura. Tutto era spento, dunque, ed erano in funzione solo i frigoriferi. Le fiamme hanno avuto tutto il tempo per allargarsi silenziosamente prima che dalla strada si potesse capire che il bar stava bruciando. Della cucina, irriconoscibile, non è rimasto nulla e gli elettrodomestici sono stati disintegrati. Alcune parti del controsoffitto sono crollate e attorno c’è ben poco di utilizzabile: si potranno recuperare solo il bancone e buona parte delle sedie e dei tavolini. Per il resto è tutto finito in briciole e i gestori non esagerano quando parlano di quasi mezzo milione di euro di danni. E’ stato uno choc, per loro, trovarsi di fronte a uno spettacolo di quel genere: quando si sono precipitati alle due del mattino davanti al bar, hanno visto solo distruzione e cenere. Sarà dura ricominciare daccapo, sarà dura rimettere in piedi tutto. Ma, ovviamente, Piero Mellino e i suoi soci - stimati e apprezzati dai numerosissimi clienti - hanno l’intenzione di far ripartire l’attività prima possibile. Non appena l’iter burocratico glielo consentirà e, soprattutto, non appena si saprà esattamente se l’incendio sia partito dall’interno del locale o se la causa (sempre accidentale) si debba ricercare all’esterno. I primi ad arrivare sul posto, la notte scorsa, sono stati i carabinieri del reparto territoriale e una squadra dei vigili del fuoco della Basa. Ma si è aspettato che cominciasse ad albeggiare per riuscire a capire esattamente quale fosse l’entità del danno. Nessun dubbio, comunque, sulla natura accidentale dell’incendio. E questo lo hanno confermato prima i periti dei vigili del fuoco e poi i carabinieri che hanno aperto un’inchiesta. (s.p.)----------------------------------