MESTIZIA

ARIA PULITA.


Mentre torno a casa guardo la luna nel cielo, è molto luminosa, una palla sospesa nel vuoto che ronza sulla mia testa. Il vento, di oggi pomeriggio, ha placato la sua ira, ed ha lasciato un’aria tersa piena d’ozono; respirarla è un piacere. Cammino piano verso casa, voglio godermi il più a lungo possibile quest’atmosfera frizzantina generata dalle raffiche di qualche ora fa. Mi ricordano molto le serate di fine marzo: tiepide e limpide, precursore di quelle estive calde e afose. Invece siamo solo a fine gennaio, e questa serata è solo una piccola oasi al centro dell’inverno, per questo motivo i miei passi sono piccoli e lenti. Mi fermo un attimo ad osservare il cielo pieno di stelle. Cerco un punto non illuminato dai lampioni per aumentare la mia capacità d’osservazione. E’ bello, veramente molto bello. Passa un vicino e mi saluta, distraendomi, e facendomi notare che tutto intorno c’è un via vai di persone immerse nella corsa del rientro a casa. Rispondo con indifferenza: grazie a lui la magia che mi aveva ipnotizzato svanisce. Ricomincio a muovermi lentamente e, passo dopo passo, respiro dopo respiro accorcio la distanza che mi separa dal mio domicilio. Ogni tanto alzo lo sguardo verso l’alto e mi accorgo di essere pedinato da tanti puntini luccicanti, piccole lanterne di altri mondi, testimoni dell’infinita grandezza dell’universo. Sono sulla soglia di casa, apro la porta e mi giro a guardare ancora una volta la luna, sorrido. Entro in casa e m’immergo nella mia solitudine.