Parco Ponci era un vero angolo di Paradiso: tre ettari di alberi secolari e ad alto fusto compresi tra via S.Girolamo e via Colombo, con tanto di laghetto laddove oggi ( ogni
mercoledì e venerdì) viene ospitato il mercato settimanale; un laghetto
attrezzato con piccole barche, così da permettere romantiche vogate in
mezzo al verde. Sul lago si specchiava uno chalet in legno e pietra.Tutto questo al centro di Mestre!Il posto era così bello e suggestivo che la casa cinematografica Scalera vi girò un film.Nell'immediato
dopoguerra la giunta social-comunista, capeggiata da Gianquinto
Giobatta, offrì agli eredi del dottor Ponci una cifra intorno alle
4-500 mila lire per rilevare l'intero appezzamento, villa compresa.
Cifra che, rivalutata ad oggi, si può stimare intorno ai 20-30.000
euro. Praticamente il prezzo di un garage in centro.Come
compensazione alla modesta cifra, il comune prometteva l'erezione di
una statua in ricordo dell'illustre farmacista Ponci, molto conosciuto,
tra l'altro, per aver prodotto un efficace lassativo. La famiglia Ponci
ovviamente rifiutò.Nel '49 un certo geom. Ugo Argenta convinse la
famiglia che presto avrebbe avuto in mano le carte per rendere tutta
l'area edificabile. Grazie a questo raggiro era riuscito a farsi
nominare amministratore unico dei beni dei Ponci. La truffa proseguì
facendo progettare ad un architetto una specie di villaggio polinesiano
(!) e acquistando persino una pagina de "Il Gazzettino" nella quale si
pubblicizzava la vendita delle villette. Dimore che, ovviamente, non
saranno mai costruite. Il bello è che il geometra arrivò a venderne una
ventina, incassando dei congrui anticipi che gli permisero di sparire
indisturbato verso il Venezuela e di condurre una vita agiata. Ma non
prima di aver fatto radere al suolo il più bel parco di Mestre, in modo
da ricavare l'ultimo cospicuo gruzzolo dalla vendita del legname delle
centinaia di alberi secolari abbattuti. Il tutto in una notte, facendo
arrivare un plotone di taglialegna dal Friuli.Ma lo scandalo di
Parco Ponci non viene ricordato tanto per questo losco personaggio (di
gente del genere ne è pieno il mondo), quanto per il fatto che
l'Amministrazione non si accorse di nulla di ciò che stava accadendo o
comunque non intervenne. Tantopiù che, beffa nella beffa, gli uffici
competenti si affacciavano proprio su Parco Ponci.Alla giunta
precedente succedette quella democristiana. Il Comune si accordò quindi
con la proprietà truffata. Metà del parco venne regalato al Comune che
non trovò nulla di meglio da fare che coprire d'asfalto il prezioso
spazio, mentre l'altra metà venne resa edificabile per la realizzazione
degli "splendidi" attuali casermoni, che arricchirono parecchi "amici".