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Missionari francescani del Rosario

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CHI SIAMO

 

L’ Associazione Secolare “Missionari Francescani del Rosario” si è riunita per la prima volta nel 2009 presso l’ospedale civile di Caserta. Si desiderava dar vita ad un’associazione di laici che vivesse nel mondo la missionarietà propria che scaturisce dal Battesimo, nella semplicità francescana, evangelizzando attraverso la preghiera del Rosario. Primo assistente spirituale dell'associazione è fra Rosario Perucatti ofmcap, ex cappellano dello stesso ospedale. Fra Rosario ha riunito intorno a sé volontarie e volontari ai quali ha dato mandato di recitare il santo Rosario della Madonna di Pompei insieme agli ammalati e ai loro familiari nella sala di attesa della rianimazione e nei vari reparti dell’Ospedale. Lo stesso fra Rosario ha poi dato vita ad una catechesi mariana, attraverso la Lettera Apostolica di Giovanni Paolo II, “Rosarium Virginis Mariae”, cui tutti erano chiamati a partecipare per acquisire una maggiore conoscenza del Rosario. Alla Missionaria dell’Immacolata Padre Kolbe Lucia Corcella, poi, è stata affidata una ulteriore catechesi sul valore ed il significato della missionarietà. È nata, infine, la tradizione di Solennizzare la festa della Madonna del Rosario il 7 ottobre: durante la Celebrazione Eucaristica, viene consegnato il mandato missionario a coloro che entrano a tutti gli effetti nell’Associazione. Oggi, l'“Associazione Secolare missionari francescani del Rosario”, nata dallo spontaneo desiderio di portare la parola di Dio ai fratelli, ha raggiunto una sua forma statutaria e continua ad operare anche al di fuori dell’ospedale e si offre a quanti sentono il desiderio di pregare.

 

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Il Vangelo

Post n°1615 pubblicato il 08 Settembre 2016 da mfr_caserta

Dal Vangelo secondo Matteo (1,18-23):

Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa Dio con noi.

Parola del Signore


Commento su Matteo 1,1-16.18-23

La Chiesa intera, oggi, esulta per la festa della nascita di Maria: un compleanno particolare che sta molto a cuore ai discepoli del Signore che si sono visti affidare la madre dal Maestro Gesù!
La lunga e curiosa genealogia riportata da Matteo all'inizio del suo vangelo per poi concludere col racconto della nascita di Gesù dalla prospettiva del papà Giuseppe, ha più a che fare che fare con la teologia che con l'araldica. L'intento di Matteo è quello di stabilire una continuità fra la promessa di Dio e coloro che l'hanno accolta, non un legame di sangue, dunque, ma di speranza e di fede. Stupisce, scorrendo la lunga lista di nomi illeggibili, vedere messi accanto grandi santi e condottieri con personaggi minori e ambigui, storie edificanti con eventi poco religiosi. Come Rut, che tradisce la sua gente per nascondere i soldati di Israele, o Davide, che fa uccidere Uria tentando di nascondere il suo adulterio con sua moglie Bersabea. Eppure, sembra dire Matteo, in questa storia di fatica e di miseria Dio agisce ed interviene, salva e redime. Non esiste altra storia se non quella fatta dagli uomini fragili, una storia, però, che Dio riempie di consolazione e di salvezza. E, alla fine di questo rosario di eventi, Matteo cita Giuseppe e la sua giovane sposa Maria, orgoglio del genere umano, perciò, oggi, ne celebriamo la nascita, fieri di appartenere all'umanità che sa riscattarsi e che sa redimersi.

 

 
 
 
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