Il Santo Rosario

Il Vangelo


Dal Vangelo secondo Giovanni 21,15-19.In quel tempo, quando si fu manifestato ai discepoli ed essi ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene tu più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli».Gli disse di nuovo: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci le mie pecorelle».Gli disse per la terza volta: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi vuoi bene?, e gli disse: «Signore, tu sai tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecorelle.In verità, in verità ti dico: quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi».Questo gli disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E detto questo aggiunse: «Seguimi».Commento al VangeloIl rapporto tra Gesù e Pietro è sempre stato singolare e tormentato: già nel Vangelo di Matteo (Mt 16, 13-23), quando aveva appena assegnato a Pietro il ruolo di capo della Chiesa, ecco che Gesù l'aveva addirittura chiamato "Satana", poiché non era ancora entrato nell'ottica di "pensare secondo Dio, ma secondo gli uomini!".Giovanni ci presenta una situazione per certi versi simile: il contesto è quello che segue la passione e resurrezione di Cristo, durante la quale - non dimentichiamoci - Pietro l'aveva rinnegato addirittura tre volte! Ma Gesù è tenace, e se lo vuole tenere ben stretto: chiede, a Simone-Pietro, "mi ami?", ossia "sei pronto a dare la tua vita per me, a donarti completamente per seguirmi?". La risposta di Pietro è finitamente umana: dal basso delle sue debolezze e del suo senso di inadeguatezza, egli non è capace di "amare", ma riesce solo a dire "ti voglio bene", ossia "Signore, io ci sono, ma...". E nonostante tutto, ancora una volta Gesù conferma la sua volontà: Pietro sarà il suo "portavoce" in terra.E così, alla terza volta è proprio lui ad abbassare le pretese: ha capito che il discepolo non è ancora pronto per un amore totale (che egli chiama agape) ed accetta il suo volergli bene (che in greco è tradotto con filia), gli assicura che a lui va bene così, e rinnova l'invito a pascere le sue pecore. "Seguimi" gli dice infine: Gesù sa che col tempo egli imparerà anche ad amarlo.Chi meglio di Pietro in questa occasione - ma potremmo dire durante l'intero vangelo - rappresenta noi cristiani: attanagliato da dubbi e incertezze, non ancora in grado di relazionarsi a fondo con Dio, addirittura capace di negare di avere qualcosa a che fare con lui. Chiunque, dopo tutte queste delusioni ricevute, avrebbe lasciato perdere Pietro, poiché troppe volte lo aveva tradito! Ma qui sta la bellezza della carità di Dio: lui ci solleva dalla bassezza del nostro peccato per innalzarci a suoi figli prediletti.