Sull'orlo di una crisi di nervi...Porto San Giorgio - GECOBOX Montegiorgio 3-2Porto San Giorgio: Borgatti, Cerretani, Ciotola, Ficcadenti(k), Oliboni, Rosini, Salvatori, Contarino (L1) , Malavisi (L2). Allenatore: CapriottiGECOBOX MONTEGIORGIO: Cruciani, De Minicis, Fagiani, Luciani, Marzialetti, Muccichini, Peroni, Pochi, Pongetti, Pulcinelli, Silenzi, Finucci (L). Allenatore: PieragostiniArbitro: Schinchirimini PietroParziali: 25-17, 20-25, 16-25, 25-21, 15-11Porto San Giorgio. Errori ne sono stati commessi, è vero. Il rammarico per l’occasione persa c’è, è vero. La rabbia per diverse situazioni che non sono piaciute c’è, è vero. I complimenti ai sangiorgesi per la buona prestazione di squadra ci sono, è vero. Quello però che va evidenziato è che dalla battaglia nel catino sangiorgese si esce a testa alta: con il bisogno di limare determinati errori soprattutto di approccio alla gara, tagliare via quei momenti di nervosismo che hanno compromesso irreparabilmente il quarto parziale e scrollarsi di dosso quelle paure che durante la gara tornano a volte ad affiorare. La nostra è una squadra forte che, senza troppi blocchi mentali, è senza dubbio squadra che tutti temono e contro la quale tutti danno il 110% per ottenere i tre punti. E’ quando hanno saputo fare i ragazzi di Porto San Giorgio, bravi a non mollare mai neanche fossero sotto nei parziali 2-1 dopo un primo set tutto cuore, grinta e presenza di carattere in mezzo al campo. Troppo molle il nostro atteggiamento in apertura, un numero di errori che ha sorpreso tutti anche chi temeva questa gara dalle mille insidie. Tra i mille problemi evidenziati nel primo set anche due di natura logistica: una palestra decisamente diversa dall’igloo di Piane di Montegiogio (prendere i riferimenti necessari non è stata cosa molto semplice) e un pallone assai diverso da uno tradizionale con una performanza quasi nulla, capace di far scappare la pazienza anche ad un santo. Non poteva andare tutto come all’inizio e il secondo parziale ha dimostrato il vero volto bianco-oro: quando vogliamo sappiamo giocare da squadra di categoria superiore, con un ritmo talmente alto che in pochi sanno reggere. Non cadeva più in pallone nella nostra metà campo e in attacco ogni soluzione risultava quella giusta. Il terzo parziale è risultato più equilibrato con grandi punti, grandi azioni, su entrambi i fronti e qualche decisione che iniziava a non capirsi troppo da chi era chiamato a decidere. Il rush finale però era il nostro e il punteggio di 2-1 rassicurava panchina e squadra, esaltando un gruppo di tifosi che merita un abbraccio grande così per l’affeftto e la passione con cui ha seguito la partita fino all’ultimo punto. Un quarto set che difficilmente verrà dimenticato, equilibrio iniziale, difese importanti nella metà campo di un Porto San Giorgio che cambia disposizione tattica (alla fine sarà la mossa decisiva) e che non molla neanche un centimetro. Proviamo a scappare via, un paio di decisioni assurde riportano sotto i nostro avversari: sul 20 pari il fattaccio. Un cartellino giallo, spezza il sottile equilibrio della tensione e sposta l’inerzia verso i locali che ne approfittano per chiudere il set. L’espulsione del coach tra quarto e quinto parziale fa male alla squadra: sono atteggiamenti sbagliati (anche da parte di chi in panchina ha esagerato e chiede scusa) che non fanno il bene della squadra e che non giustificano almeno 4-5 errori macroscopici di chi doveva dirigere l’incontro. Resta il fatto che tutti, chi gioca da un lato e chi arbitra dal’altro, possono sbagliare: il calore e il fermento della partita porta a reazioni errate ma il protagonismo del 5’ set (chi scrive si assume ogni responsabilità, facendolo presente quando ci sarà modo al diretto interessato, in maniera civile) ha innervosito gli animi, facendosi scappare di mano e pensando più al personale che alla direzione di gara. Un tie-break compromesso nella sostanza dal nervosismo ma anche da una seconda parte di set in cui la voglia di vincere non ha avuto quello sprint necessario in campo bianco-oro per avere la meglio su un Volley Angels cui va un grande applauso per la prestazione di squadra, di voglia e carattere fondamentale per ottenere il successo. Una sconfitta ormai alle spalle, da cui trarre solo insegnamenti e da analizzare in maniera importante per evitare di incappare nuovamente in errori che possono compromettere altre partite: guardare avanti, imparando dalle “cazzate” del passato. Facendo questo si può aspirare al massimo traguardo, alla luce anche di una classifica per nulla negativa, tutt’altro.
7^ GIORNATA
Sull'orlo di una crisi di nervi...Porto San Giorgio - GECOBOX Montegiorgio 3-2Porto San Giorgio: Borgatti, Cerretani, Ciotola, Ficcadenti(k), Oliboni, Rosini, Salvatori, Contarino (L1) , Malavisi (L2). Allenatore: CapriottiGECOBOX MONTEGIORGIO: Cruciani, De Minicis, Fagiani, Luciani, Marzialetti, Muccichini, Peroni, Pochi, Pongetti, Pulcinelli, Silenzi, Finucci (L). Allenatore: PieragostiniArbitro: Schinchirimini PietroParziali: 25-17, 20-25, 16-25, 25-21, 15-11Porto San Giorgio. Errori ne sono stati commessi, è vero. Il rammarico per l’occasione persa c’è, è vero. La rabbia per diverse situazioni che non sono piaciute c’è, è vero. I complimenti ai sangiorgesi per la buona prestazione di squadra ci sono, è vero. Quello però che va evidenziato è che dalla battaglia nel catino sangiorgese si esce a testa alta: con il bisogno di limare determinati errori soprattutto di approccio alla gara, tagliare via quei momenti di nervosismo che hanno compromesso irreparabilmente il quarto parziale e scrollarsi di dosso quelle paure che durante la gara tornano a volte ad affiorare. La nostra è una squadra forte che, senza troppi blocchi mentali, è senza dubbio squadra che tutti temono e contro la quale tutti danno il 110% per ottenere i tre punti. E’ quando hanno saputo fare i ragazzi di Porto San Giorgio, bravi a non mollare mai neanche fossero sotto nei parziali 2-1 dopo un primo set tutto cuore, grinta e presenza di carattere in mezzo al campo. Troppo molle il nostro atteggiamento in apertura, un numero di errori che ha sorpreso tutti anche chi temeva questa gara dalle mille insidie. Tra i mille problemi evidenziati nel primo set anche due di natura logistica: una palestra decisamente diversa dall’igloo di Piane di Montegiogio (prendere i riferimenti necessari non è stata cosa molto semplice) e un pallone assai diverso da uno tradizionale con una performanza quasi nulla, capace di far scappare la pazienza anche ad un santo. Non poteva andare tutto come all’inizio e il secondo parziale ha dimostrato il vero volto bianco-oro: quando vogliamo sappiamo giocare da squadra di categoria superiore, con un ritmo talmente alto che in pochi sanno reggere. Non cadeva più in pallone nella nostra metà campo e in attacco ogni soluzione risultava quella giusta. Il terzo parziale è risultato più equilibrato con grandi punti, grandi azioni, su entrambi i fronti e qualche decisione che iniziava a non capirsi troppo da chi era chiamato a decidere. Il rush finale però era il nostro e il punteggio di 2-1 rassicurava panchina e squadra, esaltando un gruppo di tifosi che merita un abbraccio grande così per l’affeftto e la passione con cui ha seguito la partita fino all’ultimo punto. Un quarto set che difficilmente verrà dimenticato, equilibrio iniziale, difese importanti nella metà campo di un Porto San Giorgio che cambia disposizione tattica (alla fine sarà la mossa decisiva) e che non molla neanche un centimetro. Proviamo a scappare via, un paio di decisioni assurde riportano sotto i nostro avversari: sul 20 pari il fattaccio. Un cartellino giallo, spezza il sottile equilibrio della tensione e sposta l’inerzia verso i locali che ne approfittano per chiudere il set. L’espulsione del coach tra quarto e quinto parziale fa male alla squadra: sono atteggiamenti sbagliati (anche da parte di chi in panchina ha esagerato e chiede scusa) che non fanno il bene della squadra e che non giustificano almeno 4-5 errori macroscopici di chi doveva dirigere l’incontro. Resta il fatto che tutti, chi gioca da un lato e chi arbitra dal’altro, possono sbagliare: il calore e il fermento della partita porta a reazioni errate ma il protagonismo del 5’ set (chi scrive si assume ogni responsabilità, facendolo presente quando ci sarà modo al diretto interessato, in maniera civile) ha innervosito gli animi, facendosi scappare di mano e pensando più al personale che alla direzione di gara. Un tie-break compromesso nella sostanza dal nervosismo ma anche da una seconda parte di set in cui la voglia di vincere non ha avuto quello sprint necessario in campo bianco-oro per avere la meglio su un Volley Angels cui va un grande applauso per la prestazione di squadra, di voglia e carattere fondamentale per ottenere il successo. Una sconfitta ormai alle spalle, da cui trarre solo insegnamenti e da analizzare in maniera importante per evitare di incappare nuovamente in errori che possono compromettere altre partite: guardare avanti, imparando dalle “cazzate” del passato. Facendo questo si può aspirare al massimo traguardo, alla luce anche di una classifica per nulla negativa, tutt’altro.