MONTEGIORGIO VOLLEY

GECOBOX - Don Celso


“Andamento lento”GECOBOX MONTEGIORGIO-STUDIO ERRE DON CELSO 3-1GECOBOX MONTEGIORGIO: Cruciani, Luciani, Marzialetti, Muccichini, Nicolini, Peroni, Pochi, Pongetti, Pulcinelli, Silenzi, Torresi, Antonelli (L) All. Pochi-PieragostiniSTUDIO ERRE DON CELSO: Acciarresi, Bagnato, Del Rosso, Di Ruscio, Ercoli, Paniccià, Rinaldi, Romani, Santarelli, Tirabassi, Marziali (L) All. NardinocchiARBITRO: MandolesiPARZIALI: 25-14, 23-25, 25-16, 25-15Montegiorgio. Uno stile molto anni '80 per una canzone che ricordo molto bene, che secondo me esprime meglio di qualsiasi altra cosa il nostro momento di forma testimoniato dalla gara contro Don Celso. Un Andamento lento che si riaffaccia ogni qual volta un minimo di difficoltà affiora sul nostro cammino dopo una partenza che migliore non poteva essere. Vedi i primi venti punti della gara e pensi “finalmente la squadra cinica che siamo veramente: in un’oretta è fatta”. Per una squadra normale si ma non per noi. Allentiamo la presa negli ultimi punti del set, assottigliando un leggero vantaggio dopo un approccio alla gara grintoso, determinato e volitivo. Ma nel giro di pochi minuti si riaffaccia la metamorfosi: diamo morale ad una squadra cui non bisogna concederne che si esalta e fa il suo set perfetto. Noi li riprendiamo, ci appaiamo a 23 nonostante errori a dismisura fatti nel corso del parziale e alla fine cediamo il passo alla voglia di vincere dei ragazzi di Nardinocchi che giustamente festeggiano. Un altro campanello d’allarme? No, stavolta no. Stavolta si ritorna in campo e il ritmo è quello spedito, aggressivo del primo set a dimostrazione (ulteriore e definitiva) che quando ci “tira il culo” (mi scuso per il francesismo…) sappiamo mandare la palla di là dalla rete e lo facciamo anche giocando una buona pallavolo ma quando le teste guardano le scarpe, ci incupiamo e sembriamo la brutta copia sbiadita di un gruppo di ragazzini under 13 ma con molta meno voglia di lottare. Terzo e quarto set scivolano via bene, chi entra in campo lo fa determinato e con il desiderio di essere protagonista. Si chiude in fretta, la ferita del secondo set è aperta e profonda: non porta via nulla in termini di punti ma può portare con sé l’ulteriore dimostrazione di ciò che possiamo, dobbiamo e (spero vogliamo) non essere. Un gruppo che nei momenti in cui dalla parte avversa del campo qualcuno inizia a fare tre tocchi, non iniziamo a guardarci i lacci delle scarpe ma reagiamo con la voglia che avevamo a 16 anni. Lasciamo perdere sfoghi inutili, nei quali hanno torto tutti (e soprattutto l’obbligo è quello di non ripetere mai più scenate durante la partita…per certe cose c’è lo spogliatoio, luogo sacro e delegato a queste situazioni): ne perdiamo in immagine, stima reciproca e soprattutto autostima. Siamo uomini oltre che giocatori, dimostriamolo portando a casa il risultato che vogliamo al termine della stagione. Alziamo il ritmo e lasciamo alle spalle l’andamento lento….please!