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Innamoramento..uno stato nascente di un movimento collettivo a due..


L’innamoramento non è un fenomeno quotidiano, una sublimazione della sessualità o un capriccio dell’immaginazione. Ma non è neppure un fenomeno sui generis ineffabile, divino o diabolico. Fra i movimenti collettivi della storia e l’innamoramento c’è una parentela assai stretta, il tipo di forze che si liberano e che agiscono sono dello stesso tipo, molte delle esperienze di solidarietà, gioia di vivere, rinnovamento, sono analoghe. Ciò che ritroviamo dunque è il linguaggio universale del desiderio per una “cosa” che si desidera sopra ogni altra cosa. Il linguaggio universale della liberazione e del diritto. Il linguaggio della vita trionfante che si fa etica. Ciò che si costruisce, si costruisce in contrapposizione alla consuetudine degli interessi e delle istituzioni, e per farlo, per avere il “diritto” di farlo, deve accedere ad una regione dei valori che è dello stesso rango di quelle. L’innamoramento sfida le istituzioni sul piano dei loro fondamenti di valore. La sua natura sta proprio in questo, di non essere un desiderio, un capriccio personale, ma un movimento portatore di progetto e creatore di istituzioni. In questi periodi tutta la nostra vita fisica e sensoriale si dilata, diventa più intensa, sentiamo odori che non sentivamo, percepiamo colori, luci che non vediamo abitualmente. Ma si dilata anche la nostra vita intellettuale perché percepiamo relazioni che prima ci erano opache. Eppure sappiamo creare un universo di fantasie in cui non ci stanchiamo mai di ritrovare l’oggetto dell’innamoramento. In tutte le storie personali che precedono un innamoramento vi è sempre una lunga preparazione dovuta ad un lento mutare, ad un lento deteriorarsi dei rapporti con le cose amate. Ora le due forze si liberano , l’una, l’eros,stringendo violentemente con la sua forza i nuovi oggetti, l’altra, la violenza, rompendo i limiti subiti ed accettati. L’esperienza è di liberazione, di pienezza di vita, di felicità. Il possibile, si apre ed appare l’oggetto puro dell’eros, l’oggetto non ambivalente,in cui dovere e piacere coincidono, in cui si spegne ogni alienazione. Il parallelo fonda la nuova “comunità” sulla base di un valore assoluto, un diritto assoluto, e riorganizza attorno a questo diritto ogni altra cosa. Questa riorganizzazione non avviene in un istante, è un processo. Ciò che avviene in un istante è l’apparizione dell’oggetto puro dell’eros. Esso ci appare come rivelazione. Però l’innamoramento non è questo istante, l’innamoramento è un processo in cui l’oggetto puro dell’eros, apparso in un istante,si perde, poi riappare, si perde ancora e riappare di nuovo più ricco, più concreto e ci si impone.  Quando ci innamoriamo, per molto tempo continuiamo a dire a noi stessi di non esserlo. Passato il momento in cui ci si è rivelato l’evento straordinario, noi ritorniamo alla vita quotidiana e pensiamo che sia stato qualcosa di effimero. Con nostra meraviglia però ci torna in mente e crea un desiderio, uno struggimento che si placa soltanto sentendo la voce o rivedendo quella persona. Ma poi scompare ancora, diciamo a noi stessi che era una infatuazione e che non ce ne importa nulla. E magari è vero perché non si può distinguere all’inizio se un innamoramento è veramente un innamoramento, cioè una ristrutturazione radicale del nostro mondo sociale in cui siamo inseriti e che fa parte organica di noi. Se però quel desiderio riappare, e riappare di nuovo, e ci si impone, allora siamo innamorati.Non c’è soluzione. Lo stato nascente incontra sempre il dilemma, tutti i movimenti incontrano il dilemma, ogni innamoramento incontra il dilemma. Certo non vi è nulla che garantisca la continuità ne tantomeno la certezza della reciprocità….bla..bla..bla…etc..etc…............................................È tutto così semplice, sì, era così semplice, è tale l'evidenza che quasi non ci credo. A questo serve il corpo: mi tocchi o non mi tocchi, mi abbracci o mi allontani. Il resto è per i pazzi.