MILIONI DI EURO

CONFESSA L'ULTRA' NEOFASCISTA ansa 05-05-2008


LASCIAMOLI NELLE MANI DEI PARENTI DEL RAGAZZO E DELLE ALTRE VITTIME DELLE LORO VIOLENZE, VISTO CHE IN ITALIA I CRIMINALI, GIA' CONOSCIUTI DALLA GIUSTIZIA, COME AL SOLITO SONO SEMPRE LIBERI, MI VIENE DA PENSARE CHE TUTTO SOMMATO E' MEGLIO FARSI GIUSTIZIA DA SOLI, MAL CHE VADA  DOPO UN PO DI CARCERE ,SEMPRE SE SEI SFIGATO E LO FAI, SEI  IN LIBERTA'....... ALMENO SE NON ALTRO NON SEI UNA VITTIMA DI SERIE B A CUI TOCCA VEDERE I SUOI CARNEFICI IN GIRO E MAGARI A VANTARSI DELLE LORO BRAVATE COL BRANCO.....http://blog.libero.it/FACCIAMO/   A QUESTO INDIRIZZO TROVI UN COMMENTO ASSAI INTERESSANTEORE 18:10 IL RAGAZZO PICCHIATO E MORTO.... GLI ALTRI 5 STANNO BENE.......VERONA - Erano già ben noti a polizia e magistratura almeno tre dei cinque balordi che la notte del primo maggio hanno massacrato, con la scusa di una sigaretta negata, Nicola Tommasoli. E' stata proprio l'assurdità di quella violenza senza motivo ha spingere chi già aveva avuto a che fare con loro a riaprire un fascicolo vecchio di mesi e a dare così un nome a tre degli aggressori: due di loro nel frattempo sono scappati, sembra all'estero, il terzo, un ventenne di buona famiglia, probabilmente sentito che il cerchio si stava stringendo, si è presentato in questura questa mattina, accompagnato dall'avvocato, ed ha confessato. Nicola, intanto, è nel suo letto d'ospedale, sempre in coma e dalle prossime ore, si è appreso da fonti ospedaliere, inizierà il periodo d'osservazione per dichiararne la morte cerebrale. Fuori dalla porta blu del reparto di rianimazione dell'ospedale Borgo Trento, i genitori, Luca e Maria, e gli amici piangono e aspettano in silenzio. I tre aggressori individuati dalla polizia, secondo quanto si é appreso negli ambienti investigativi, farebbero parte di un gruppo di giovani di estrema destra, molti dei quali ultrà del Verona (una delle tifoserie considerate a più alto rischio), il cui obiettivo era la "caccia al diverso". Nell'indagine chiusa un anno fa dalla Digos scaligera, che ha portato alla denuncia di 17 ragazzi tra i 17 e i 25 anni, è infatti emerso che le vittime della banda non erano solo extracomunitari ma tutti coloro che in qualche modo venivano visti come non omologabili con le loro idee. A conferma di ciò, le indagini avevano consentito di accertare violenze nei confronti di un giovane che indossava una felpa del Lecce e di due ragazzi appartenenti al centro sociale 'Chimica', aggrediti a colpi di spranga. IO MI CHIEDO CHE CAZZO FA LIBERA CERTA GENTE!!!!!!Ancora, la banda sarebbe stata responsabile di un'aggressione ad un giovane seduto sulle scalinate di piazza Erbe, colpevole di danneggiare l'immagine di Verona 'citta' di classé. Nel corso delle perquisizioni effettuate un anno fa nelle abitazioni degli indagati, la polizia trovò cinghie, manganelli telescopici ma anche cassette video e dvd che contenevano immagini di pestaggi e documenti e materiale del 'Fronte veneto skinheads'. L'accusa contestata dalla procura di Verona ai 17 giovani individuati dalla Digos un anno fa, fu di associazione a delinquere finalizzata alle lesioni personali e alla violazione della legge Mancino contro la discriminazione razziale, etnica e religiosa. All'inizio delle indagini, gli investigatori pensavano che gli episodi fossero riconducibili a scontri tra le opposte tifoserie; con il prosieguo degli accertamenti, però, si è scoperto che la banda premeditava le aggressioni nei confronti di chi aveva stili di vita diversi a prescindere dalla sua fede calcistica. E ad unire il gruppo era la volontà di compiere gesti di violenza gratuita. La caccia al diverso, è emerso dalle indagini, iniziava in alcuni locali del centro storico di Verona frequentati il fine settimana da giovani. In queste occasioni, secondo investigatori ed inquirenti, la banda andava volutamente alla ricerca dello scontro nei confronti di chi aveva stili di vita diversi. E dunque, le aggressioni e i pestaggi non erano solo contro chi era diverso per il colore della pelle, per il paese di provenienza o per posizioni politiche, ma anche semplicemente, contro chi parlava o vestiva in modo diverso dal gruppo.