MILIONI DI EURO

PESTAGGIO DI VERONA, BLOCCATI DA DIGOS ULTIMI DUE GRUPPO ansa 06/05/08


Hanno ammesso l'aggressione ai danni di Nicola Tommasoli e non hanno negato di averlo picchiato, ma ne'  Federico Perini ne' Nicolo' Veneri si e' assunto la responsabilita' di aver colpito il giovane mentre era a terra.  Una ammissione di responsabilità da parte dei due giovani veronesi fermati la notte scorsa al loro rientro in Italia, all'aeroporto di Bergamo, che segue di fatto lo stesso copione delle confessioni fatte dagli altri tre veronesi indagati. Una volta a Verona, a Perini e Veneri, fermati al rientro da Londra, dove erano scappati dopo il pestaggio,  è stato concesso di incontrare per qualche minuto i genitori; quindi sono stati interrogati dal pm Francesco Rombaldoni.Perini e Veneri sono stati rintracciati la notte scorsa al loro arrivo all'aeroporto di Bergamo con un volo low cost proveniente da Londra. I due erano fuggiti subito dopo l'aggressione con l'auto della madre di Perini, diretti in Austria. Da qui si sono spostati in Germania e successivamente con un volo hanno raggiunto Londra. Ma sono stati costretti a rientrare, con un volo giunto all'aeroporto di Orio al Serio intorno alle 22.30, dopo aver finito i soldi racimolati prima di scappare. All'arrivo c'erano ad attenderli gli agenti della Digos di Verona che indagano sull'episodio ai quali i due si sono costituiti. Sono quindi stati condotti nel carcere di Montorio Veronese a disposizione dell'autorita' giudiziaria.Gli investigatori hanno ricostruito intanto i vari momenti successivi al pestaggio mortale e alla fuga dei due. Subito dopo la rissa, in una via del centro storico, Corte Leoni, i due si erano allontanati assieme a Raffaele Dalle Donne, che sarà poi il primo ad essere fermato dalla Digos. Gli altri due giovani coinvolti, entrambi residenti a Illasi (Verona), si erano diretti assieme verso casa. Sono tutti spaventati, Raffaele, 'Peri' e 'Tarabuio' - come si fanno chiamare Federico e Nicolò - si ritrovano il giorno dopo progettando una fuga. all'ultimo momento, però, Raffaele rinuncia. Nicolò e Federico dicono alle famiglie di dormire uno a casa dell'altro, ma prendono l'auto della mamma di Veneri e scappano. I loro cellulari sono spenti. E' una fuga verso Monaco, passando per Innsbruck, e da lì la decisione di prendere un volo low coast con la Easyjet fino a Londra. Secondo la ricostruzione fornita dagli investigatori, nella capitale inglese i due avrebbero detto di aver passato la notte in un ostello. "Abbiamo fatto attorno a loro terra bruciata - ha spiegato il dirigente della Digos Luciano Iaccarino -. Le famiglie hanno nominato un avvocato che li ha convinti una volta che hanno riaperto i cellulari a rientrare in Italia". Perini e Veneri potrebbero essere ora essere sentiti dal pm che ha coordinato l'inchiesta sulla tragica vicenda che, dopo cinque giorni di agonia, si è conclusa con la morte ieri pomeriggio del disegnatore industriale nell'ospedale di Verona. Le indagini, anche grazie alla visione delle immagini registrate di alcune telecamere presenti nella zona del pestaggio, si erano sin dai primi momenti indirizzate verso alcuni giovani simpatizzanti della destra più estrema. L'aggressione di Tommasoli, però, non avrebbe avuto motivazioni politiche, ma semplicemente sarebbe stata legata al fatto che la vittima, assieme a due amici, aveva risposto negativamente a una richiesta di una sigaretta da parte dei componenti del gruppetto. Il primo ad essere stato bloccato dagli investigatori era stato Raffaele Delle Donne, 19 anni, studente, poi ieri la prima svolta delle indagini con il fermo di Guglielmo Corsi, 19 anni, metalmeccanico, e Andrea Vesentini, 20 anni, promotore finanziario. All'appello mancavano gli ultimi due che risultavano fuggiti all'estero, prima in Austria e poi forse in Inghilterra. Ma anche per loro si è chiuso il cerchio delle indagini della Digos, al loro rientro alla frontiera in Lombardia.DIGOS, PERINI E VENERI HANNO CONFESSATOHanno confessato anche Federico Perini e Nicolo' Veneri, fermati dalla Digos della questura di Verona per il pestaggio che ha causato la morte di Nicola Tommasoli. Lo ha detto oggi il responsabile della Digos, Luciano Iaccarino, affermando che ''hanno reso piena confessione''. ''Finalmente la partita e' chiusa - ha detto Iaccarino intervenendo ad 'Unomattina' su Raiuno - il cerchio che avevamo stretto a loro ormai era inesorabile, i ragazzi stessi, parliamo di persone appena adulte, 'ragazzini appena cresciuti', hanno capito che per loro non c'era scampo e che il loro girovagare per l'Europa doveva aver termine''. ''Stanotte - ha aggiunto - quando un volo charter e' atterrato da Londra all'aeroporto di Bergamo, noi eravamo li' sotto bordo e li abbiamo presi e portati in questura a Verona''.NICOLA: PRELEVATI FEGATO, RENE E PANCREASDopo il consenso dei genitori e il via libera della procura di Verona sono stati prelevati nella notte all'ospedale Borgo Trento il fegato, i reni e il pancreas di Marco Tommasoli. Non sono stati espiantati invece il cuore e i polmoni, perche' l'autorita' giudiziaria potrebbe aver richiesto ulteriori accertamenti da eseguire nel corso dell'autopsia per determinare con precisione le cause del decesso del giovane. Secondo le esigenze della rete trapiantologica del Nord Italian Transplant il fegato sara' trapiantato a Verona, un rene a Bergamo e uno a Verona mentre il pancreas all'ospedale S.Raffaele di MilanoPRODI: VIOLENZA INUMANA E INSENSATAIl Presidente del Consiglio dei Ministri, Romano Prodi, ha espresso, in un telegramma inviato ieri ai coniugi Tommasoli, i propri sentimenti di cordoglio e di vicinanza per la scomparsa del loro figlio Nicola, a causa della barbara aggressione subita nella notte del 1° maggio a Verona: ''Esprimo la profonda partecipazione mia e dell'intero Governo per la tragica morte di Nicola Tommasoli vittima di una violenza inumana ed insensata che deve essere eliminata per sempre. I valori fondanti della Costituzione, in questi dolorosi momenti, debbono essere faro sicuro per la società civile italiana''.