MILIONI DI EURO

l'inizio della fine????????????????


Per qualcuno sarà l’esperimento del secolo, per altri l’inizio della fine del mondo. Di certo è un evento molto atteso per il quale si sono accreditati 500 giornalisti provenienti da tutto il pianeta. È l’avvio del più potente acceleratore di particelle al mondo (il Grande Collisore Adronico, Large Hadron Collider, LHC) avvenuto intorno alle 9,30.Il test realizzato nel Laboratorio del Cern, in un tunnel lungo 27 chilometri a circa 100 metri nel sottosuolo, al confine tra la Francia e la Svizzera. L’obiettivo è quello di ricreare le condizioni che esistevano all’inizio del mondo, il microcosmo di violente collisioni che si produssero 1 picosecondo dopo il "big bang". Dopo decenni di lavoro oggi un primo fascio di protoni farà il suo giro di prova all’interno dell’anello sotterraneo. Per la prima volta nella gigantesca macchina -«una meraviglia tecnologica», come ha detto il direttore del Cern, Robert Aymar- circoleranno fasce di particelle (protoni) ad una velocità prossima a quella della luce (99,999991% di velocità della luce): 11.000 rotazioni al secondo dentro al tunnel.I primi fasci di particelle sono stati introdotti lo scorso primo agosto. Oggi è in programma il primo tentativo perchè circolino attraverso tutta la traiettoria del Collisore. I fasci saranno immessi nell’Lch dopo esser stati lanciati a un’energia di 0,45 TeV (l’unità che misura i livelli di energia negli acceleratori di particelle). Ma per il momento non ci sarà alcuna collisione di particelle. Per il ’big bang’ bisognerà attendere ancora qualche settimana: nel giro di prova di oggi, gli scienziati valuteranno invece che il fascio di protoni circoli in modo stabile.L’obiettivo finale dello straordinario esperimento, a cui l’Italia collabora con un notevole sforzo finanziario e decine di scienziati, è quello di dare risposta alle molteplici domande sull’origine dell’universo, capire perchè la materia nell’universo è molto più abbondante che l’anti-materia e giungere a scoperte che cambieranno profondamente la nostra visione dell’universo, dicono i ricercatori che lavorano a Ginevra.Una delle grandi speranze è trovare la particella di Dio, il bosone di Higgs, una particella che non è mai stata individuata, ma solo ipotizzata dallo scienziato scozzese Peter Higgs e che sarebbe quella responsabile di aver dato materia a ogni altra particella esistente. Ma la comunita scientifica è in allarme. C’è chi contesta che siano stati investiti enormi quantità di denaro (6 miliardi di dollari) per soddisfare un gruppo di scienziati ambiziosi, dimenticando i problemi urgenti della terra. Non solo. Il timore degli scienziati capitanati dal professor Otto Rossler, chimico tedesco della Eberhard University, è proprio che l’esperimento del Cern possa, a causa delle collisioni di energia che scatenerà, generare un buco nero capace di risucchiare la terra e farla sparire nel giro di pochi anni. Timori che hanno spinto Rossler e compagni a fare ricorso presso la Corte Europea dei diritti umani per fermare l’esperimento. E c’è persino chi, per giustificare i timori di un’Apocalisse, ha riesumato una profezia di Nostradamus: «Fuggite, fuggite da Ginevra, Saturno cambierà l’oro in ferro».Ma di fronte alle accuse, dal Cern arrivano rassicurazioni assolute: un sito risponde alle domande più comuni sulla sicurezza dell’esperimento "Lhc". Michelangelo Mangano, fisico nucleare veronese e ricercatore del Cern, è autore di uno studio sulla sicurezza del Lhc nato proprio per rispondere alle critiche. «Il rischio - spiega Mangano- - non fa minimamente parte di un progetto come questo, ma abbiamo comunque deciso di rispettare le paure altrui e spiegare come queste paure non siano in nessun modo fondate. Collisioni di energia come quelle prodotte dall’Lhc si sono verificate sulla terra come in altri pianeti un numero immenso di volte: l’Lhc ricrea infatti i fenomeni naturali dei raggi cosmici, che producono energie anche superiori e che investono continuamente il nostro pianeta, come altri corpi celesti, senza nessuna conseguenza». «Noi non neghiamo di cercare anche di generare dei buchi neri - continua Mangano - ma se anche venissero prodotti, ed è difficile che accada, questi decadrebbero istantaneamente senza conseguenze».Se l’Lhc comporta dei rischi, secondo lo scienziato, sono rischi di natura meccanica, legati al tipo di struttura «un tunnel di 27 chilometri, 100 metri sotto terra e in presenza di un’alta tensione delle correnti», e a cui si risponde con tutte le misure di sicurezza del caso. «Ma non esiste nessun rischio nemmeno per noi che abitiamo a pochi chilometri dall’esperimento».