MILIONI DI EURO

Povero Diavolo...


C’era una volta una “simpatica espressione” del vernacolo romanesco, che si usava tra amici quando – dopo una serata non proprio brillante – qualcuno se ne usciva come i dolori, allo scopo di suscitare una reazione nei presenti: “a rega’ annamo a da’ ffoco a’ m’barbone?” al che si rispondeva con una sequenza di pernacchie e sberleffi, dopodiché si comprendeva la futilità del restare impalati nello stesso posto e si andava a fare quattro passi. Ieri sembra che qualcuno abbia preso alla lettera questa frase, trasformandola da sfottò in atroce realtà. All’inizio si è pensato ad un gesto xenofobo, magari di matrice neonazista, visto soprattutto l’andazzo di questi ultimi giorni specie qui nel Lazio, dentro e attorno alla Capitale, dove aggressioni e reati nei confronti di stranieri ed immigrati sembrano essere ormai diventati cosa all’ordine del giorno.Poi, in seguito alle testimonianze raccolte e alle prove circostanziali rinvenute sul posto – come la tanica usata per la benzina e le bombolette di vernice usate per “decorare” la vittima – è venuta fuori tutta l’agghiacciante verità: a commettere questo atto da Ku Klux Klan ai danni di un immigrato indiano di 35 anni non è stato un commando neonazista o una banda di immigrati rivali, magari per un regolamento di conti. Sono stati tre… bambocci del paese – il più piccolo ha 16 anni – che per non sapere che cacchio fare delle loro miserande esistenze, hanno pensato bene di porre fine a quella di un poveraccio che ha avuto solo la sfortuna di essere nel posto sbagliato nel momento sbagliato. Vittima della recente crisi, che ha portato ad un grosso ridimensionamento nelle esigenze di manodopera agricola nei centri del litorale Laziale, questo immigrato, rimasto evidentemente senza lavoro e senza soldi, è stato costretto a passare la notte all’addiaccio ed ha pensato bene di trovare riparo su una panchina della locale stazione ferroviaria. È lì che è stato adocchiato dai tre giovani delinquenti, pieni fino alle orecchie di alcool e chissà quali altre schifezze, che l’hanno aggredito, picchiato selvaggiamente e che – dopo avergli dato una mano di vernice –  hanno pensato bene di illuminargli la serata cospargendolo di benzina e dandogli fuoco. La fortuna ha voluto che la vittima sia stata soccorsa in tempo e ricoverata prontamente in ospedale… non è in pericolo di vita, ma possiamo tutti immaginare in che stato sia. In quanto ai tre… non so nemmeno più io come definirli, hanno lasciato tanti e tali indizi che sono bastate poche ore ai Carabinieri per isolarli ed assicurarli alla giustizia. La cosa più agghiacciante in tutta questa vicenda, è stato il movente che i tre hanno confessato davanti al comandante della caserma dei Carabinieri di Anzio: l’hanno fatto per divertimento, perché si stavano annoiando ed hanno pensato di movimentare un po’ la serata… macché matrice xenofoba o neonazista, è toccata all’indiano semplicemente perché era a portata di mano; ci fosse stato un italiano, un polacco, un romeno o – meglio ancora – uno zingaro sarebbe stata la stessa cosa. Ora non ci resta che sperare in una punizione esemplare, niente di trascendentale, intendiamoci, che io non solo sono contrario al giustizialismo e soprattutto ai proclami-spot con cui si invocano pene severissime e fulmini dal cielo.Mi aspetto semplicemente che vengano processati e che ricevano quanto gli spetta per tentato omicidio, aggressione a mano armata, percosse e lesioni gravi, con le aggravanti della premeditazione e dei futili motivi, nonché quella che a mio parere, è la più grave  in assoluto, che va punita severamente: la stupidità. Perché questa è l’unica motivazione che non è mai tollerabile né giustificabile.  O almeno spero che sia così, perché se la Procura della Repubblica dovesse comportarsi nei loro confronti come si è comportata con lo stupratore di Fiumicino, allora si che stiamo belli freschi!