Mina 1958 - 2011

1972 - seconda parte (Gli album)


A primavera inoltrata esce Cinquemilaquarantatrè (titolo che fa riferimento al numero di catalogo del disco stesso), il quale contiene tra le altre Fiume azzurro, Delta Lady di Leon Russel e la versione italiana del successo di Carol king You’ve got a friend, che con la traduzione di Paolo Limiti diventa Io ti amavo quando… Altre cover sono. E’ proprio così son io che canto (traduzione di Hey Mister that’s me upon the juke-box di James Taylor), Suoneranno le sei di Astor Piazzola, che Mina aveva cantato a Teatro 10 in spagnolo come Balada para mi muerte. Il tema dell’abbandono è alla base della delicatissima Le mani sui fianchi (mi ha sempre fatto impazzire l’immagine di lei che con le mani sui fuanchi si affaccia sui campi…quasi una sorta di Via col vento…), rapidissima corre La mia carrozza anche se ha una coda musicale lunghissima, e, stupenda e adorabile, E’ mia di Nogueiro tradotta da Giorgio Calabrese, che riesce a mantenere intatta la delicatezza dei toni sottili proprie del canto in portoghese. L’album rimase il più venduto per otto settimane, rimanendo in classifica nelle prime 5 posizioni fino a dicembre, mese in cui nei negozi uscì il doppio 1+1, che conteneva due dischi Dalla Bussola e   Altro: una tradizione, quella dei doppi album, portata avanti fino al 1995.Dalla Bussola è il live della performance alla Bussola, registrato il 16 settembre 1972, nel quale Mina è accompagnata da un’eccellente orchestra formata da musicisti di estrazione prevalentemente jazz tra cui Oscar Valdambrini, Gianni Basso, Dino Piana, Antonello vannucchi, Silvano Cimenti, e la tromba di Al Korvin. Direttore d’orchestra Gianni Ferrio. Eccelle la versione di Someday di Jimmy Hodges, Laia Ladaia di Edù Lobo, l’ hit di Frank Sinatra Fly me to the moon,; tra i brani in italiano splendide sono le versioni di E penso a te, Fiume azzurro e Io vivrò senza te. Un lavoro intenso, sentito, in cui Mina gioca con l’orchestra, si diverte, interpreta in modo eccezionale: e questo lo si può vedere anche nel dvd del filmato del concerto. Nella versione su disco manca il medley di canzoni del repertorio di Mina (Non credere, E se domani, Insieme, Bugiardo e incosciente, Parole parole, Io e te da soli).Altro contiene altri pezzi stupendi a cominciare (posso cominciare dal mio preferito, vero?) da Ballata d’autunno, pezzo di Serrat tradotto da Paolo Limiti), in cui gli arrangiamenti danno la giusta atmosfera struggente al  meraviglioso testo. I giorni dei falò (Long ago and far away ) è un nuovo tributo alla bravura di James Taylor, Volendo si può di Giorgio Conte è tragica, così lenta nella sofferenza iniziale e così veloce nel mettere in atto i propositi suicidi della protagonista della canzone. La potente Fate piano di Shel Shapiro con testo di Andrea Lo Vecchio mi fa venire in mente una cosa: che bello sarebbe se scrivessero qualcosa di nuovo per lei. Rudy con la sua atmosfera un po’ melò è un tragico quadro molto ben descritto. A fine disco viene proposta Ossessione ’70, che Fausto Cigliano aveva scritto e inciso per la squadra italiana di calcio partecipante al campionato in Messico: l’Italia perse la finale col Brasile per 4 - 1 e con Zoff in panchina, come sottolinea sarcasticamente la canzone.Fonti dati: Paolo Belluso, Flavio Merkel,  “Unicamente Mina”Gammalibri, 1983                Alberto Imparato, “MINA IN TV”                Fernando Fratarcangeli, “Mina talk”, Coniglio editore, 2005