Mina 1958 - 2011

1974 - prima parte


Gli album del 1974 sono Mina ® e Baby Gate. Il primo album, quello di inediti,  si apre con due canzoni degli stessi autori, Shapiro/Lo Vecchio, che l’anno prima le hanno regalato E poi…: la curiosa “Due o forse tre”, (è bellissima quell’atmosfera tra il dubbio e la certezza dell’amore presente) e la speranzosa “Tutto passerà vedrai”. Con voce sensuale in effetto megafono ci invita poi nel suo “Caravel” e a seguire una ritmata “Una musica va”. Il tango “Penombra” del grande, grandissimo, immenso Gianni Ferrio è un gioiello di passionalità tra amore carnale e autolesionismo. “Nuur”, decisa, con una voce quasi rabbiosa che viene da dentro colpisce per la sua forza. “Distanze” è personalmente sempre stata tra le mie preferite: sarà per le immagini evocate nella canzone e per il ritornello così orecchiabile ma con dei versi sublimi: e poi… il suono del trattore all’inizio che “arranca lento”. Seguono due preziosi gioielli scritti dalla coppia Cantini/Evangelisti, “Mai prima” e “Solo lui”: entrambi dei brani molto lirici, partono bassi, sussurrati, per esplodere nel ritornello con una vocalità aperta, estesa a sottolineare la drammaticità delle situazioni. La bellezza generale di questo album è dettata dalla ricerca ancora di musicalità nuove, con una qualità di testi che in alcuni casi raggiunge vette molto alte. Con Baby Gate invece si esplorano le atmosfere degli anni ’50, tornati in voga in quel periodo. Si inizia  con l’impeto di Bird dog, si rallenta con la sontuosa “Mr. Blue, ci si culla sulla lenta dolcezza di “I only have eyes for you” ed è un piacere l’ascolto di tutte le canzoni: il parlato di “That’s when your heartaches begin”, l’insistenza di “To be loved”, bellissima. Tra questi ed altri successi americani brillano due perle italiane: “Amorevole”, già cantata a suo tempo da Mina stessa e legata all’interpretazione di Nicola Arigliano e una bellissima, intima, dolce “Non so” di Umberto Bindi. Di questi album non esistono singoli di lancio.