Mina 1958 - 2011

1976 - terza parte (Singolare)


Singolare, che raccoglie gli inediti del 1976, si apre con Sognando, riscritta da Don Backy proprio per Mina, dopo che ne aveva pubblicata (tre anni prima) una sua versione dal titolo “Sognando fumo”. E’ stata proprio una recentissima Mina a spiegare il significato della canzone a una richiesta di una lettrice di Vanity Fair: “Mi sembrava fosse chiarissimo. Parla di una malata di mente chiusa in un manicomio, prigioniera in una camicia di forza. Una donna che ogni tanto ha uno sprazzo di lucidità, riesce a ricordare e urla: “un tempo forse non lontano qualcuno mi diceva ti amo”. Sono solo canzonette, ma qualche volta il vezzeggiativo non aderisce al tipo di testo, se non di musica. Insomma parla di una internata...”.Di dieci brani presenti nell'album la metà è formato da riletture di canzoni già pubblicate: tra questi l’unico brano straniero è Pra dizer adeus che nella traduzione di Bruno Lauzi diventa Devo dirti addio e che si presenta come il brano più intimista dell’album. La chitarra iniziale si arricchisce gradualmente con gli archi e la lievità della voce che arriva a esprimere il dolore dell’addio con voce sofferta e quasi rotta.Con l’originale Colpa mia rientriamo pienamente in un clima attuale e giovane: inizia con questa canzone la collaborazione di Mina con Simonluca, un musicista che saprà ben soddisfare il desiderio di Mina di percorrere territori inesplorati e “alternativi”, cosa che avverà soprattutto con il grande contributo in Kyrie.In L’ultima volta, è la storia di un abbandono in cui l’atmosfera disperata e allucinata viene colta soprattutto nella lunga coda musicale del brano. L’inizio mi ha personalmente sempre colpito: quelle frasi sussurrate con dolcezza e poi quelle speranze disilluse da quel “e non vedi l’ora di andar via, perché non sei più mio…”. Terre lontane: ancora il tema dell’abbandono, ripreso però da un’angolazione diversa, più decisa e consapevole perché “Se resto qui cresce la mia sete accanto a te”. La canzone è scritta, tra gli altri,  da Mino Reitano e da suo fratello. Con Ancora dolcemente Mina prosegue il filone sensuale: l’attrazione, il sesso, il dirsi sempre che questa sarebbe stata l’ultima volta per poi rivedersi. Il tutto tinto con una melodia molto classica e un canto a pieni polmoni. Io camminerò, canzone della nuova stella Umberto Tozzi, mantiene sostanzialmente integra la struttura originale del brano: inzio lento, ritornello più ritmato per un risultato che non entusiasmò molto Tozzi, il quale, intervistato da Mauro Coruzzi disse. “La sua versione di Io camminerò è bella ma poteva essere anche meglio; è che purtroppo io autore, lei interprete non ci siamo mai conosciuti…”. Di Triste, faccio un po’ fatica a parlare perché è una delle mie canzoni preferite di Mina in assoluto: atmosfera soffusa, con un Gianni Ferrio insuperabile negli archi e la voce sofferta e indolente di Mina, mai fuori misura, che regala sensibilità tangibile nelle immagini evocate. Una meraviglia assoluta.Cablo dei fratelli Castellari. In 57 parole un telegramma per descrivere una situazione in crisi (“divorzio avviato”) fino al ripensamento definitivo per riappacificarsi (“Torno domani, grande emozione, vieni ae- ae - aerostazione…”). Nuda è l’altro apporto di Don Backy a Singolare. Notevole canzone fatta di immagini precise, ben distribuite sulla musica incalzante. Ma soprattutto cantata con quella timbrica adatta all’atmosfera eccitata e un po’ sopra le righe, sottolineata dagli urli “infuocati” di George Aghedo.