Mina 1958 - 2011

1978 - quarta parte


Parlare di Mina Live’78 significa contemporaneamente parlare del concerto del 23 agosto a Bussoladomani. Una registrazione casuale, doveva essere una prova tecnica, ma l’improvvisa malattia di Mina, e la conseguente interruzione degli spettacoli,  hanno reso questa registrazione provvidenziale per l’uscita del disco.La prima parte della serata, quella precedente all’ingresso di Mina, era occupata da una serie di comici che avevano il compito arduo di tenere a freno tutte quelle persone che erano venute appositamente per assistere alle performances di Mina: Grillo, Walter Chiari, Gianfranco d’Angelo e altri avranno avuto il loro bel da fare per controllare quel pubblico in fermento.Intorno alle 23 poi entrava lei. Parte la sigla, Stasera io qui, non cantata dal vivo, scritta da Ivano Fossati con testo tutto incentrato sul concetto di ritorno: “qui, mi ricordo, ci sono già stata, poi mi sono fermata, mi sono perduta…”, ma “il motore non l’hanno fermato, e vi giuro che ci hanno provato, non è mica servito se io questa sera sono qui”. Un bellissimo preludio.Tra gli applausi dell’ingresso parte imponente una musica da disco dance: Mina e le ragazze del coro iniziano a cinguettare in falsetto il successo internazionale di quell’anno Stayin’ alive. E questo per ben sottolineare la caratteristica di questa serie di concerti: musica contemporanea, successi attuali e recenti, con qualche richiamo al passato ma senza nostalgie.Ed ecco che le note de L’importante è finire fendono l’aria tra l’entusiasmo del pubblico: la sensualità originale del brano non è intaccata dalla performance live ed emerge in tutta la sua carica.Non può morire un’idea di Ivano Fossati è un momento di altissimo livello, di una  intensità e di un pathos che fanno sentire il convinto possesso del brano da parte dell’interprete. Mi ha sempre stupito come le caratteristiche musicali di Fossati ben si adattino a Mina…anche per questo continuo a sperare in un lavoro di Mina interamente dedicato a lui.Uno dei più grandi successi della Mina anni ’70, E poi, appare qui più rallentato ma che riesce comunque a dare un’ottima valenza erotica alla canzone. Quei “no” rabbiosi e disperati sono favolosi.Sognando, altro successo recente di Mina che dà un risultato entusiasmante dal vivo: l’originale linea melodica del brano viene accentuata producendo un ritmo ancora più incalzante e coinvolgente. L’intensità vocale della Mina “live” ben si adatta alle atmosfere allucinate e disperate del testo.Ed ecco il nuovo brano dell’estate 1978, Ancora ancora ancora: anche dal vivo l’evoluzione in crescendo è emozionante fino al ritornello che esplode in un urlo quasi sessuale: i pochi e sfuocati filmati esistenti e le foto scattate rappresentano una Mina piegata a metà in questo momento. Lacreme napulitane rappresenta la pura liricità, una prova di estrema commozione e concentrazione. Ci sono tre elementi perfetti in questo brano: la voce di Mina nell’interpretazione mai banale, la chitarra che la accompagna e l’incredibile silenzio che si crea. Un silenzio perfetto che viene interrotto da un applauso a metà canzone che porta Mina a fare un verso quasi “risentito” per lo spezzarsi di quell’emozionante momento.Anche per El Porompompero la ritmica live più coinvolgente e meno patinata rispetto alla versione in studio (che rimane comunque un gioiello), ne fanno un momento giocoso, di sincero divertimento e di coinvolgente solarità.Tre sono i nomi femminili che vengono collegati tra di loro in una sorta di medley: Georgia, Angela e Margherita.Georgia on my mind è sublime, cantata con voce sottile, da atmosfera soffusa, quasi che il concerto si stesse tenendo in un piccolo e fumoso night club e non sotto un tendone con seimila persone.Con Angela di Josè Feliciano c’è un altro momento di grande musica e interpretazione, anticipati da un favoloso e intenso “Sei unica” da parte di uno spettatore rimasto ormai nella storia! Con Margherita Mina fa il suo secondo incontro con Riccardo Cocciante dopo “Da capo”. Mina aveva avuto modo già di cantarla in radio a Gran Varietà e la decisione di inserirla nella scaletta del récital offre al pubblico una versione sorprendente, liricamente coinvolgente e appassionata. Dopo l’atmosfera intima di Margherita, riesplode la modernità “disco”elaborata sul classico Città vuota”, arricchita dal prezioso intervento di Bruno De Filippi con l’armonica a bocca. Ma la discoteca non chiude perché con Amante amore ritornano le tematiche dell’eros, della pista da ballo come luogo di incontri e di divertimenti fugaci.Il medley dedicato a Battisti ci riporta in un’atmosfera più classica e ispirata: la leggerezza dolce dell’inizio di Emozioni che esplode nel del ritornello, la sorpresa nel chiedersi Ancora tu che, partendo lenta (senza il tono colloquiale dell’originale versione battistiana) si carica di rabbia nel considerare che “lasciarti non è possibile”. Momento di allegria con Sì, viaggiare, per poi ritrovare le atmosfere di ricordo lirico e di grande vocalità per I giardini di marzo.Il gran finale è vicino: sulle note di una frizzante We are the champion Mina presenta i musicisti e le coriste che la accompagnano sul palco, mentre per l’uscita di scena viene scelto il classico dei classici Grande grande grande e sulla coda impreziosita ancora una volta dall’armonica di Bruno De Filippi, lei esce di scena e gli applausi del pubblico continuano fino a capire che l’emozionante serata è finita. Con Mina nel cuore.