Mina 1958 - 2011

1980 - L'album


Nel maggio del 1980, poco prima di iniziare le registrazioni alla “Basilica”, Mina confidò a Gherardo Gentili: “Francamente non so più che cosa cantare. Credo di aver dato fondo a tutte le combinazioni possibili…” e ancora nel febbraio del 1981, ad album uscito, a Ranuccio Bastoni, in un’intervista pubblicata su Oggi: “Kyrie è una bella parola, dal suono pieno, vibrante. Da noi, a Cremona, come intercalare, si usa dire “Oh Signur!”. Beh, Kyrie è la stessa cosa. Mi ricorda quelle mattinate fredde, alla domenica, in chiesa con la mamma, il fumo dell’incenso, il coro. E su tutti i suoni si levava forte questo Kyrie. Secco. Un’esclamazione e un’invocazione.” Queste due frasi testimoniano un po’ lo spirito aleggiante intorno a “Kyrie”: grande incertezza su un repertorio da proporre e che necessitava di nuovi spunti e stimoli, e la scelta successiva di sondare “nuovi territori musicali” in modo preciso, diretto tanto da fare esclamare qualcosa di simile (ognuno a proprio uso e consumo) all’ascoltatore che si accosta a questo doppio album.Musica, il brano d’apertura, esprime in maniera esemplare l’aria di ricerca e rinnovamento: uso del synthetizer, la voce di Mina che si sdoppia all’interno di una generale atmosfera rarefatta e quasi spaziale. Questa atmosfera impalpabile si scontra con la ruvidezza di You keep me hangin’ on: la voce di Mina che diventa di "carta vetrata" per rendere la canzone eccessiva e diretta.Con Quatt’ore ‘e tiempo abbiamo uno dei pochi momenti più classici e tradizionali: una sequenza di immagini che si insegue nel ritmo quasi danzante della melodia. Dramma napoletano lontano dai soliti schemi melodici partenopei, la canzone è una libera trasposizione della celebre “Pietà Signor” composta nel ‘700 da Alessandro Stradella. Chi sarà è il primo impatto con Simonluca, il golden boy di questo album: nata in una notte sola, brilla per la semplicità e la chiarezza dei versi.Voglio stare bene: canzone alla “Queen” (ricordiamo Bohemian Rhapsody? ma sì ricordiamola!): canzone follemente gustosa, con inizio dal sapore drammatico e continui cambi di tonalità. Bellissimo gioiello targato Shel Shapiro è I know: un ritornello potente e carico, tutto costruito per una voce, quella di Mina, in gran forma. Segue Tra napoli e un bicchiere dove le voci di Mina e Simonluca giocano in infiniti intreccie scale di tono ben riusciti. Il primo volume chiude con Capisco di Massimiliano Pani.Una canzone che ho sempre amato è Fermerò qualcuno: impostazione vocale drammatica, senso di solitudine che pervade ogni riga del testo, arrangiamento sontuoso e coinvolgente. E passando dal sapore reggae dell’incisiva L’amore è bestia, l’amore è poeta si arriva a una perla di Kyrie, il remake di She’s leaving home molto più sontuosa e meno melensa dell’originale: il suo arrangiamento colpì così favorevolmente gli stessi Paul McCartney e John Lennon tanto che mandarono un telegramma di congratulazioni al Maestro Mario Robbiani.Qualcosa in più è un altro momento topico dell’album: la sua struttura in crescendo e il suo testo visionario ed esasperato sono sublimi.Con Colori invece entriamo in territorio blues: testo bellissimo che sprizza carnalità sanguigna da tutti i pori, arrangiamento deciso che dà al testo un’atmosfera adeguata e ben definita. L’esagerazione è caratteristica imprescindibile di Bambola gonfiabile: violentemente rock, cantata in modo sguaiato, che alla fine è l’unico modo per interpretare un brano così forte. Mina perfetta. Il doppio finisce con due brani di grande spessore: le mani d’oro di Bruno Lauzi, firmano la bellissima Radio su musica di Beppe Cantarelli che arrangia: testo incentrato sulla gelosia, che tocca toni e atmosfere a tratti struggenti, regalate da una base d’archi favolosa e dal suono magico del flicorno. Buonanotte buonanotte: la dolcezza dei versi e la sontuosità del primo arrangiamento di Massimiliano Pani, concludono un album ricco ed appassionante.