Mina 1958 - 2011

1987- Rane Supreme


Con Rane Supreme la qualità vola non alta ma altissima!. Dopo gli anni di evergreen ispirati ai decenni di Tr
ent’anni della nostra storia che si conclude con Sì buana, il 1987 permette a Mina di decidere secondo una logica e un gusto del tutto personale non più legati a uno spazio temporale preciso. Si parte con un brano recentissimo Careless whisper in cui Mina dà sfoggio di grande vocalità, seguita da una elettrizzante versione “heavy” di Nessun dolore: è sentendo questa versione del successo di Battisti (così come La verità in Catene) che penso “E se rifacesse sotto questa stessa chiave dura altri successi italiani che si prestano a questo gioco?”. Lanciamo il sassolino…Un vecchio successo, già interpretato da Mina negli anni ’60 in italiano, è Gloria che potrebbe far parte anche di Plurale, tale è la bellezza dell’arrangiamento; forte, carnale, passionale e latina in una versione mozzafiato di Luna lunera, che anche in quella coda finale tutta musica e coro è piena, ricca di sfumature e coinvolgente fino all’ultima nota. Scrivimi, tirata a lucido e interpretata in modo suadente (ricordo che usai la frase “Una frase, un rigo appena” per chiedere un autografo a Mina…). Il repertorio anglosassone chiude il primo volume: la tenera My cherie amour di Steve Wonder, la famosissima hit di Elton John Sorry seems to be the hardest word, intensa, carica e commovente; la misconosciuta You make me feel brand new degli Stylistics, cantata in duetto con Lele Cerri e ripresa più recentemente dai Simply Red che ne hanno dato una bellissima versione. Il secondo volume brilla per la qualità altissima dei brani: Massimiliano Pani crea dei piccoli gioielli, che personalmente amo molto, e a ciò si accompagna una buona proposta da parte di altri autori e musicisti. Si parte con Proprio come sei, di cui abbiamo già avuto modo di parlare nel post precedente, cui segue una scanzonata Mappamondo: anche questa canzone, per arrangiamento e costruzione musicale, avrebbe potuto brillare in un Plurale anni ’80. Poi non se ne fece nulla ma pare fosse anche la più papabile come sigla finale del Fantastico di Adriano Celentano. Per avere te, meravigliosa bossa-nova di Carlo Pes su testo di Giorgio Calabrese, è lieve e adorabile, cantata in modo preciso, perfetto. Un gioiello non troppo noto, sul tema della dipendenza amorosa, che meriterebbe maggior luce. Salto nella contemporaneità con Ma chi è quello lì: una Mina divertita e giocosa, ci regala un momento rap ormai entrato nel repertorio di canzoni culinarie (insieme a Ma che bontà del 1977). La canzone fu sigla della trasmissione “Cucina Gambarotta” e fu creato un divertente videoclip con protagonista una solare Monica Vitti. Ritorno al romanticismo con Mi manchi tu, un testo bellissimo al servizio di una musicalità mai banale e perfettamente costruita. Con Serpenti si toccano livelli altissimi: personalmente è una delle canzoni che preferisco in assoluto, non solo di Mina, ma nella totalità delle mie predilezioni musicali: 3 minuti e 24 secondi di passionalità, disperazione, liricità. Una perfezione concentrata nei tempi giusti, una marea di sensazioni suggellata da immagini cupe ma originali che si susseguono fino all’ultimo fiato finale nell’amarezza del “nemico strisciante che ormai ride di me”. Alberto Radius regala una bellissima Tu vuoi lei, storia di una logorante gelosia che trova un momento topico nel ritornello orientaleggiante sul “momento più bello, più dolce che c’è”. Altro momento di altissima qualità è Tu con me, dove i toni bassi dell’inizio descrivono un momento di  disillusione amorosa, lasciando poi il campo a una voce soffiata e più acuta per ripercorrere il ricordo tenero e felice, mentre il momento finale, rassicurante e deciso, urla la felicità della presenza vera e concreta (“Tu sei con me stasera”). Certo su di me di Massimiliano Pani su testo di Alberto De Martini, è un’altra prova di alta classe: i pensieri amari che contrastano con le piccole illusioni dopo un amore finito danno modo a Mina di darne un’interpretazione varia, precisa e con le intenzioni giuste e mai sopra le righe. L’album si conclude con la gustosa Legittime curiosità: il tema della gelosia giocato su toni più scherzosi e leggeri, incentrato su una serie di domande a catena.