Mina 1958 - 2011

ALCUNE DELIZIE DI "FACILE" IN 12 PUNTI


Questa vida loca: l’ansia rotolante dei versi “Anche se sta dentro/questo sentimento…” che rallenta su “questa litania che mi porta via”. Magistrale!Con o senza te: la sua voce bellissima, soffiata e soffusa, che farebbe catastrofi più devastanti dell’effetto serra sul Polo Nord, facendo sciogliere tutti i ghiacci…Volpi nei pollai: i giri di fisarmonica e quando dice “E’ lì che i denti si vedono/ Corti per la fame che hai”.Ma tu mi ami ancora?: quei bellissimi e ruvidissimi “avanti, avanti, avanti” uno diverso dall’altro.Non si butta vie niente: acutissimi e bellissimi “you need me, you feel me, you love as I love you/Mi pensi, mi senti, mi ami.Adesso è facile: la fusione tra il “lei” detto da Manuel Agnelli e “E’ tanto facile” cantato da Mina…e poi tutta la canzone è un gioiello.Carne viva: “Io sono caarne viva”, la musica si ferma, parte il lamento “aaaahiii, sono carne viva!”. Sublime tormento!Ma c’è tempo: l’atmosfera da musical hollywoodiano anni ‘50 che si respira nella breve “intro” musicale e quando si affanna in “Poi trat…te..ne..re il fia...to co..sì”.Non ti voglio più: quando inizia con la frase “Se non fossi di plastica…” e finisce con le parole “…e non chiedermi ragioni”. L’atmosfera rarefatta, la delicatezza, l’interpretazione, la precisione e la commozione. La mia.Il frutto che vuoi: “se lo tenterai tu l’avrai, lo so”: quando canta questi versi mi sembra stia entrando in una canzone di Ligabue e mi viene da sorridere.Più del tartufo sulle uova: il blues che si respira e “io ti amo, io ti amo e forse è meglio che lo dica piano”…pianissimo, devo dirlo pianissimo che ti amo…ops questa è un’altra storia JEccitanti conflitti confusi: il testo breve e malinconico con la sua coda musicale coinvolgente e che mi lascia un senso di beata nostalgia, quasi come alla fine di un concerto quando tutti salutano.