Per il secondo album della sua carriera interamente dedicato a Napoli, Mina sceglie una via per molti versi poco commerciale, ma che regala a Napoli Secondo Estratto, una dimensione atemporale e perciò classica e sempre attuale.I brani scelti, anche in questo caso, sono individuati prima di tutto nelle radici della melodia partenopea: Tu ca nun chiagne!, lanciata nel 1919 da Enrico Caruso, e riletta a tempo di pop nel 1975 dal gruppo de Il Giardino dei Semplici: Mina decide di aprire l'album con un'atmosfera rarefatta ma carica allo stesso tempo di grande pathos e succosa passione poetica. Te voglio bene assaje, melodramma allo stato puro affrontato con una discrezione interpretativa ammirevole: mai esagerata e sempre assai precisa come nessuno sa essere. Il tema della serenata è affrontato in primis nel brano Maria, Marì, lenta e dolce, cantata su un tappeto di mandolini, frutto dell'arrangiamento di Alba Arnova. Per la seconda volta in un album di Mina, dopo I discorsi del 1969, è presente la canzone napoletana più famosa al mondo, 'O sole mio: evitando luoghi comuni e togliendo gli eccessi da sceneggiata, Mina canta a fil di voce, creando un romantico e delizioso quadro dai colori solari, caldi e delicati. Grande forza evoca Canzona appassiunata, altro caposaldo della tradizione napoletana ad essere spesso interpretato con didascalico patetismo: Mina affronta questo brano con piglio deciso, evidenziandone in modo giusto i toni drammatici, senza cadere nella macchietta mascherata. E poi c'è quel lungo acuto che impreziosisce ulteriormente quella che si può considerare il momento più emozionante dell'album. La bucolica Era de maggio, arricchita dei preziosi archi del Maestro Gianni Ferrio, regala cinque minuti di pura poesia romantica per lasciare poi il posto al pianto doloroso di Guapparia: anche in questa serenata, pezzo forte degli interpreti di sceneggiata, Mina riesce a personalizzare l'approccio interpretativo, partendo dall'anima dei versi e colorandoli di un pathos emotivo, sentito e mai esagerato. I' te vurria vasà!, è una delicata contemplazione dell'amante che dorme, condita dal desiderio di baciare la propria bella: vocalmente bella e delicata. A un repertorio più recente appartengono 'O cielo ce manna 'sti cose, in cui l'anima jazz si esalta fino alle vette: la canzone fu scritta e interpretata nel 1964 da Fred Bongusto per il film Matrimonio all'italiana. Carmela, nonostante l'aspetto da grande classico, è una canzone piuttosto recente, e doveva essere la dimostrazione che la creatività partenopea non si era spenta e che era in grado di produrre ancora gioielli carichi di forza e di splendore proprio: Mina, nella sua interpretazione, dimostra di amare molto questo brano di Sergio Bruni, già omaggiato nel volume Napoli, con gli intensi attimi di Amaro è 'o bene. Grazie a Napule è, nel 1977 Pino Daniele entra a far parte a pieno diritto dei grandi rappresentanti della musica napoletana: Mina ci regala una versione preziosa, moderna e arricchita da un piacevole e tenero coro di bambini nel finale. Versione che deve avere molto colpito lo stesso autore, se di recente ha chiesto alla Mazzini di regalargli il bellissimo cameo vocale presente nella nuova versione riarrangiata presente nell'album “Boogie boogie man”. L'album si chiude con un inedito scritto appositamente per l'occasione dagli Audio 2, Cu ' mmane, utilizzato come singolo di lancio dell'album e con 'O cuntrario e l'ammore, una rielaborazione del Maestro Gianni Ferrio, sull'aria de “I crisantemi” di Giacomo Puccini e con testo del napoletanissimo Maurizio Morante.Per la copertina, dopo l'exploit visivo regalatoci col primo volume di Napoli, Mina decide di dare spazio a tre colonne portanti della comicità napoletana, fieramente sedute in un palchetto del Teatro San Carlo di Napoli: Tina Pica, Titina De Filippo e l'amato Totò, elegantemente vestito abiti femminili. Una Mina in atteggiamento curioso, si scorge uscire dal rosso sipario in una foto interna, elegantemente vestita in abito maschile.Per il periodo natalizio del 2003, uscirà un cofanetto dal nome "Napoli primo, secondo e terzo estratto" contenente i due cd dedicati a Napoli e impreziosito da un un terzo cd in cui Mina interpreta altri due classici quali Reginella e Malatia, una di quelle canzoni che diedero ispirazione a una giovane Baby Gate nel 1958.