Creato da Mindfrek il 20/05/2007
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Ferrari, asta record: oltre 6 milioni di euro

Post n°3 pubblicato il 21 Maggio 2007 da Mindfrek
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La Testa Rossa ha abbattuto il primato di Soteby's per le auto storiche. Regina della giornata una Berlinetta Competizione del 1953
MARANELLO – È della 330 Testa Rossa il record dell’asta di Ferrari storiche organizzata da RM in collaborazione con Soteby’s, che a Maranello ha riscosso un successo straordinario. La vettura, costruita nel 1962, è stata battuta a 6.250.000 euro: sconosciuto il compratore, si dice uno svizzero, che ha trattato al telefono. La Testa Rossa ha superato il valore minimo di valutazione (6 milioni di euro) abbattendo il primato della casa londinese per quel che riguarda un’asta di auto storiche che era di 2.760.000 euro. All'incanto sono andate vetture bellissime, l’unica a non essere stata venduta è uno degli otto prototipi di F40 del 1987 per il quale il banditore Peter Bambridge (un assatanato londinese che ha parlato ininterrottamente per 5 ore e 5 minuti) non ha potuto accettare l’offerta finale di 460 mila euro.

 
 
 

Video su Chiesa e pedofilia E scoppia un caso Santoro

Post n°2 pubblicato il 20 Maggio 2007 da Mindfrek
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Il giornalista vuole mandare sulla Rai l’inchiesta della Bbc
La Cei: spazzatura. Da viale Mazzini non c’è ancora il sì
 
ROMA — «Sex crimes and Vatican», cioè «Crimini sessuali e Vaticano», è un' inchiesta tv di 39 minuti. Michele Santoro vuole acquistarla per costruirci attorno una puntata di «Annozero», mai vertici Rai per ora non lo hanno autorizzato. Avvenire, il quotidiano dei vescovi, ieri in prima pagina definiva il documentario roba «da bidone della spazzatura ». Insomma, prima che qualcuno decida di metterlo in onda la Chiesa avverte che quel lavoro è una vergogna e lo scontro sarebbe durissimo. Nel maremoto che già regna in Rai nessuno finora ha preso posizione. Né Marano, direttore di Rai2, secondo il quale Santoro non dipende da lui, né Di Bella, direttore del Tg3, che è responsabile di «Annozero» solo per la par condicio pre-elettorale.
Tutto, quindi, nelle mani del direttore generale Cappon. Far trasmettere il filmato significa incidente grave con il Vaticano, vietare l’acquisto vuol dire mandare Santoro in trincea: il giornalista potrebbe denunciare la censura in diretta. Terze vie non si intravedono, il caso è pronto. Il tema terribile di cui parliamo è la pedofilia violenta di alcuni preti in Irlanda, negli Usa, in Brasile. In «Sex crimes» la Chiesa cattolica viene accusata di aver voluto coprire i suoi ministri di culto colpevoli di abusi sessuali su minori. In particolare, l'ex cardinale Ratzinger, oggi Benedetto XVI, viene accusato di aver avallato questa politica di copertura e segretezza e di aver accentrato in Vaticano ogni indagine.
Il video non è nuovo e porta un marchio prestigioso, Bbc, che lo ha trasmesso nell’ottobre 2006. Ora, nella scia dei contrasti laici-cattolici, quelli di «Bispensiero », portale siciliano degli amici di Beppe Grillo, hanno deciso di sottotitolare «Sex crimes» e di caricarlo — inizi di questo mese — su Video Google. Risultato: è da giorni il filmato più visto in quel sito. I trentanove minuti ricordano più lo stile Michael Moore, aggressivo e con una tesi da dimostrare, piuttosto che la equidistanza del giornalismo anglosassone. Il conduttore è Colm O'Gorman, vittima delle violenze di un sacerdote irlandese nel 2002. Gorman si sposta negli Usa per padre O'Grady, che al processo confessò di aver violentato trenta bambini e bambine e poi in Brasile e in California con altre vicende di preti e abusi sessuali.
Ma il cuore bruciante del documentario riguarda la «Crimen sollicitationis», documento del 1962, con il quale — secondo la Bbc — il Vaticano stabiliva «come mettere a tacere le accuse di abusi sessuali », «obbligava vittime, preti e testimoni alla segretezza assoluta, pena la scomunica». Ed ecco il punto: «Joseph Ratzinger, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, impose per 20 anni l'applicazione del "Crimen"» ed emanò un seguito, secondo il quale «ogni accusa andava vagliata esclusivamente in Vaticano ». Il documentario si conclude così: «Il Vaticano non ha risposto alle richieste di interviste». Avvenire ribatte: «Ognuno si consola come vuole dinanzi alla vitalità cattolica documentata sabato scorso in piazza San Giovanni». Poi cominciano le correzioni: «"Crimen sollicitationis" è un'istruzione emanata dal Sant'Uffizio nel 1962 e in quel tempo Ratzinger era ancora teologo impegnato in Germania... Il documento era atto a istruire i casi canonici e portare allo stato laicale i presbiteri coinvolti in nefandezze pedofile... obbligava chiunque fosse a conoscenza di un uso del confessionale per abusi sessuali a denunciare il tutto, pena la scomunica...
Ratzinger, diventato più tardi prefetto della Congregazione, firma una Lettera ai Vescovi dove si prevede che il delitto commesso da un chierico contro un minore di diciotto anni, sia di competenza diretta della Congregazione stessa. Segno della volontà di dare il massimo rilievo a certi reati ». Dunque: «I calunniatori dovrebbero chinare il capo e chiedere scusa». Michele Santoro, invece, vorrebbe partire da «Sex crimes» per discutere, con clamore. La sua struttura ha contattato la Bbc ed esiste già un prezzo del video, attorno ai ventimila euro. Come avvenne per il «Codice da Vinci », parlare di questo video non fa che aumentare la curiosità. Storica o morbosa.

 
 
 

Un gruppo nuovo, seguace di Al Qaeda

Post n°1 pubblicato il 20 Maggio 2007 da Mindfrek
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Chi sono gli estremisti di Fatah Al Islam in Libano
Un gruppo nuovo, seguace di Al Qaeda
Composto da alcune centinaia di uomini, lo guida Shakir Abssi, individuo dal passato oscuro
Il gruppo che si presenta come Fatah Al Islam e proclama fedeltà ad Al Qaeda è una novità nel panorama eversivo libanese. A guidarla un giordano-palestinese, Shakir Abssi, dal passato oscuro. Membro in passato di una organizzazione palestinese, avrebbe militato nelle forze aeree siriane, per poi entrare nell’orbita jihadista. Abssi sarebbe stato in contatto con Al Zarkawi ed è ricercato in Giordania per l’omicidio di un diplomatico statunitense. Riemerso dalla clandestinità, ha annunciato questo inverno la nascita di Fatah Al Islam.

L’organizzazione conta su alcune centinaia di elementi, con due punti di forza: a Tripoli, nel nord del Libano, e a sud nell’area del campo profughi di Ein Eilweh. Fonti locali sostengono che i militanti sono in parte locali e in parte stranieri. Un buon numero tra questi ultimi verrebbero dall’Arabia Saudita.

I finanziamenti, invece, sono arrivano da rapine e taglieggiamenti ai commercianti, anche se non si escludono aiuti dalla regione del Golfo Persico. Secondo le autorità il nucleo duro è composto da guerriglieri che hanno combattuto in Iraq e sono poi tornati in Libano per dare vita ad una cellula locale.

I servizi di informazione non escludono neppure legami con l’organizzazone Jund Al Sham, altra firma qaedista, che opera tra il Libano e la Siria. Qualche osservatore ha scorto un rapporto tra la «nascita» del gruppo e l’appello di Ayman Al Zawahiri a portare la Jihad «ai confini della Palestina», ossia alla frontiera di Israele.

Gli estremisti, inoltre, sono stati tenuti d’occhio dalle intelligence occidentali perchè sospettati di preparare un attentato contro le forze Onu (ne fanno parte anche gli italiani) schierate nel Libano sud. A Beirut c’è chi guarda con molta attenzione al gruppo e sostiene che in realtà si tratti di una copertura per le azioni degli 007 siriani. Secondo questa interpretazione il Fatah Al Islam è stato creato da Damasco per destabilizzare il Libano. A sostegno si citano il misterioso passato del leader e il fatto che numerosi adepti erano membri in passato di Fath-Rivolta, una organizzazione palestinese finanziata e ispirata dalla Siria per fare da contrappeso ad Arafat

tratto da IL CORRIERE DELLA SERA

 
 
 

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