IL MARITO-ASSASSINO GIAN LUCA CAPPUZZO SMASCHERATO DAL TOSSICOLOGO FERRARA .Ha rischiato di essere archiviato come un suicidio, anche se con l'alone del dubbio. Così avrebbe potuto farla franca il marito Gian Luca Cappuzzo, dopo mesi reo confesso di quell'assassinio che per la pubblica accusa è stato premeditato, accuratamente organizzato per settimane, forse mesi, e poi crudelmente messo a segno. Se delitto perfetto non c'e stato, «È PERCHÈ BEN HA FATTO IL PUBBLICO MINISTERO (ORIETTA CANOVA) A RECEPIRE IL SUGGERIMENTO DEI TECNICI DI ESEGUIRE IMMEDIATAMENTE L'AUTOPSIA» ha avvertito il professor SANTO DAVIDE FERRARA, direttore dell'Unità operativa di tossicologia forense dell'Università di Padova. E’ stato proprio lui, «principe della tossicologia», a ipotizzare il delitto e a smascherare la morte violenta della psicologa Elena Fioroni prima che gli inquirenti facessero luce sul caso con il consueto lavoro di investigazione. Un omicidio diabolico, studiato dall’assassino con ricerche via Internet ed eseguito con il ricorso ad un veleno, L'ETILCARBAMMATO O URETANO, PER LO PIÙ SCONOSCIUTO AI MEDICI, DI RARA APPLICAZIONE IN CAMPO VETERINARIO, ormai desueto per i suoi effetti di mutagenesi e cancerogenesi. Una sostanza pericolosa che ha una caratteristica: la volatilità. Agisce. Uccide. E poi sparisce trasformandosi per il 95% in anidride carbonica ed etanolo e, in quel processo di poche ore, GONFIANDO COME UN MOSTRUOSO PALLONE IL CORPO UMANO APPENA SOPPRESSO, CHE TORNA A RECUPERARE LE SEMBIANZE ORIGINARIE IN UNA FASE SUCCESSIVA, NONOSTANTE UN ACCELERATO PROCESSO PUTREFATTIVO. Il professor Ferrara e il dottor Giampietro Frison anche lui dell'Istituto di medicina legale di Padova, hanno spiegato nel dettaglio come è stato scoperto l'assassinio. E per farlo, hanno proiettato alcune drammatiche foto del corpo della vittima scattate prima e dopo la perizia. ELENA FIORONI, 31 ANNI, VIENE UCCISA LA NOTTE TRA l'8 E IL9 FEBBRAIO 2006 CON TRE INIEZIONI DI URETANO. Inizia subito l'esame esterno del corpo che si sta deformando davanti agli occhi attoniti dei medici legali. Ha raccontato Ferrara: «A DISTANZA DI POCHE ORE (DALLA MORTE) APPARIVA UN RETICOLO VENOSO PUTREFATTIVO PROVOCATO DALLA SOSTANZA TOSSICA, NONOSTANTE LE MIGLIORI CONDIZIONI DI CONSERVAZIONE DEL CORPO ... AL MOMENTA DELL' AUTOPSIA NON POTEVAMO NEANCHE SOGNARCI CHE SI TRATTASSE DI URETANO. MA, ESCLUSA LA PATOLOGIA NATURALE, GRAZIE ALLE NOSTRE COMPETENZE SIAMO STATI INDIRIZZATI VERSO UNA MORTE CAUSATA DA SOSTANZE TOSSICHE VOLATILI DA ALCUNI ELEMENTI COME IL RIGONFIAMENTO DEL CADAVERE, L'ODORE DOLCIASTRO CHE EMANAVA, LA PRODUZIONE DI BOLLE DI ANIDRIDE CARBONICA CON LA SEZIONE AUTOPTICA E LA NECROSI EMORRAGICA POLIVISCERALE».... «SE L'AUTOPSIA NON SI FOSSE SVOLTA SUBITO, LA DIAGNOSI SAREBBE STATA COMPLESSA E L'URETANO NON SAREBBE PIÙ STATO TROVATO: BEN POCHI LABORATORI AL MONDO SAREBBERO RIUSCITI A IDENTIFICARLO. UN CASO DEL GENERE NON E MAI STATO SEGNALATO NELLA LETTERATURA SCIENTIFICA».
CON L'URETANO UN DELITTO «QUASI» PERFETTO
IL MARITO-ASSASSINO GIAN LUCA CAPPUZZO SMASCHERATO DAL TOSSICOLOGO FERRARA .Ha rischiato di essere archiviato come un suicidio, anche se con l'alone del dubbio. Così avrebbe potuto farla franca il marito Gian Luca Cappuzzo, dopo mesi reo confesso di quell'assassinio che per la pubblica accusa è stato premeditato, accuratamente organizzato per settimane, forse mesi, e poi crudelmente messo a segno. Se delitto perfetto non c'e stato, «È PERCHÈ BEN HA FATTO IL PUBBLICO MINISTERO (ORIETTA CANOVA) A RECEPIRE IL SUGGERIMENTO DEI TECNICI DI ESEGUIRE IMMEDIATAMENTE L'AUTOPSIA» ha avvertito il professor SANTO DAVIDE FERRARA, direttore dell'Unità operativa di tossicologia forense dell'Università di Padova. E’ stato proprio lui, «principe della tossicologia», a ipotizzare il delitto e a smascherare la morte violenta della psicologa Elena Fioroni prima che gli inquirenti facessero luce sul caso con il consueto lavoro di investigazione. Un omicidio diabolico, studiato dall’assassino con ricerche via Internet ed eseguito con il ricorso ad un veleno, L'ETILCARBAMMATO O URETANO, PER LO PIÙ SCONOSCIUTO AI MEDICI, DI RARA APPLICAZIONE IN CAMPO VETERINARIO, ormai desueto per i suoi effetti di mutagenesi e cancerogenesi. Una sostanza pericolosa che ha una caratteristica: la volatilità. Agisce. Uccide. E poi sparisce trasformandosi per il 95% in anidride carbonica ed etanolo e, in quel processo di poche ore, GONFIANDO COME UN MOSTRUOSO PALLONE IL CORPO UMANO APPENA SOPPRESSO, CHE TORNA A RECUPERARE LE SEMBIANZE ORIGINARIE IN UNA FASE SUCCESSIVA, NONOSTANTE UN ACCELERATO PROCESSO PUTREFATTIVO. Il professor Ferrara e il dottor Giampietro Frison anche lui dell'Istituto di medicina legale di Padova, hanno spiegato nel dettaglio come è stato scoperto l'assassinio. E per farlo, hanno proiettato alcune drammatiche foto del corpo della vittima scattate prima e dopo la perizia. ELENA FIORONI, 31 ANNI, VIENE UCCISA LA NOTTE TRA l'8 E IL9 FEBBRAIO 2006 CON TRE INIEZIONI DI URETANO. Inizia subito l'esame esterno del corpo che si sta deformando davanti agli occhi attoniti dei medici legali. Ha raccontato Ferrara: «A DISTANZA DI POCHE ORE (DALLA MORTE) APPARIVA UN RETICOLO VENOSO PUTREFATTIVO PROVOCATO DALLA SOSTANZA TOSSICA, NONOSTANTE LE MIGLIORI CONDIZIONI DI CONSERVAZIONE DEL CORPO ... AL MOMENTA DELL' AUTOPSIA NON POTEVAMO NEANCHE SOGNARCI CHE SI TRATTASSE DI URETANO. MA, ESCLUSA LA PATOLOGIA NATURALE, GRAZIE ALLE NOSTRE COMPETENZE SIAMO STATI INDIRIZZATI VERSO UNA MORTE CAUSATA DA SOSTANZE TOSSICHE VOLATILI DA ALCUNI ELEMENTI COME IL RIGONFIAMENTO DEL CADAVERE, L'ODORE DOLCIASTRO CHE EMANAVA, LA PRODUZIONE DI BOLLE DI ANIDRIDE CARBONICA CON LA SEZIONE AUTOPTICA E LA NECROSI EMORRAGICA POLIVISCERALE».... «SE L'AUTOPSIA NON SI FOSSE SVOLTA SUBITO, LA DIAGNOSI SAREBBE STATA COMPLESSA E L'URETANO NON SAREBBE PIÙ STATO TROVATO: BEN POCHI LABORATORI AL MONDO SAREBBERO RIUSCITI A IDENTIFICARLO. UN CASO DEL GENERE NON E MAI STATO SEGNALATO NELLA LETTERATURA SCIENTIFICA».