Il paese dei nonostanteNon si può che apprezzare quanto dice l'Ocse sull'Italia. Ovvero che l'Italia è il Paese che mostra l'incremento economico maggiore su base annua (+10,8 punti), con un'economia giudicata "in espansione", mentre su base mensile si registra un +1,3. Va bene che abbiamo superato il Pil della Gran Bretagna e bisogna dare atto a Giulio Tremonti che il tempo gli ha dato ragione. Solo che questo è un inizio che ha bisogno di interventi radicali e molto forti. Ce la stiamo facendo, e secondo l'Istat le famiglie italiane tornano ad avere fiducia, ma con una serie di nonostante che vanno analizzati e vagliati. Nonostante un'economia sommersa al sud che si appoggia in buona parte alla malavita organizzata e strozza e toglie aria e possibilità a una parte del paese. Nonostante una evasione fiscale impressionante, che non ha paragoni con nessun paese civile del mondo, e che non può essere più tollerabile. Nonostante una volontà di progettare il futuro pari a zero sulle cose che contano: sulla ricerca, soprattutto, e sull'innovazione tecnologica. Nonostante il voler trasferire il peso, il centro dell'ossatura economica del paese, in quella piccola e media (ma più piccola che media) industria che è certamente una risorsa per il paese, ma non contribuisce a farlo crescere. E questo per mentalità, per cultura e per assenza di know how. Ma soprattutto nonostante una scuola e una università per buona parte inadeguata dagli anni Settanta in poi a formare talenti e classi dirigenti nel nostro paese.I nonostante che sto elencando hanno colpe antiche, e non certo colpe recenti. Ora bisogna responsabilmente mettersi tutti a lavorare per il futuro, nei settori della creatività e della new economy. Basta andarsi a leggere con attenzione un documento del "Departement for culture, media and sport" del Governo Britannico che si intitola: "New Talents for the New Economy". Ottanta pagine fitte e interessantissime, introdotte da Gordon Brown, per capire come indirizzare i talenti del paese, e come dare slancio e rilancio all'economia. Basti rileggersi i saggi di Richard Florida sulle tre "T": talent, technology and tolerance, per capire dove si dovrebbe andare. Ma intanto, come dicevamo ieri, l'espansione della banda larga viene completamente tagliata dal Governo. E la modernità culturale di questo paese può aspettare. (L'Unità)
politica, economia, crisi economica, finanziaria," massima disoccupazione", ministero del dislavoro
Il paese dei nonostanteNon si può che apprezzare quanto dice l'Ocse sull'Italia. Ovvero che l'Italia è il Paese che mostra l'incremento economico maggiore su base annua (+10,8 punti), con un'economia giudicata "in espansione", mentre su base mensile si registra un +1,3. Va bene che abbiamo superato il Pil della Gran Bretagna e bisogna dare atto a Giulio Tremonti che il tempo gli ha dato ragione. Solo che questo è un inizio che ha bisogno di interventi radicali e molto forti. Ce la stiamo facendo, e secondo l'Istat le famiglie italiane tornano ad avere fiducia, ma con una serie di nonostante che vanno analizzati e vagliati. Nonostante un'economia sommersa al sud che si appoggia in buona parte alla malavita organizzata e strozza e toglie aria e possibilità a una parte del paese. Nonostante una evasione fiscale impressionante, che non ha paragoni con nessun paese civile del mondo, e che non può essere più tollerabile. Nonostante una volontà di progettare il futuro pari a zero sulle cose che contano: sulla ricerca, soprattutto, e sull'innovazione tecnologica. Nonostante il voler trasferire il peso, il centro dell'ossatura economica del paese, in quella piccola e media (ma più piccola che media) industria che è certamente una risorsa per il paese, ma non contribuisce a farlo crescere. E questo per mentalità, per cultura e per assenza di know how. Ma soprattutto nonostante una scuola e una università per buona parte inadeguata dagli anni Settanta in poi a formare talenti e classi dirigenti nel nostro paese.I nonostante che sto elencando hanno colpe antiche, e non certo colpe recenti. Ora bisogna responsabilmente mettersi tutti a lavorare per il futuro, nei settori della creatività e della new economy. Basta andarsi a leggere con attenzione un documento del "Departement for culture, media and sport" del Governo Britannico che si intitola: "New Talents for the New Economy". Ottanta pagine fitte e interessantissime, introdotte da Gordon Brown, per capire come indirizzare i talenti del paese, e come dare slancio e rilancio all'economia. Basti rileggersi i saggi di Richard Florida sulle tre "T": talent, technology and tolerance, per capire dove si dovrebbe andare. Ma intanto, come dicevamo ieri, l'espansione della banda larga viene completamente tagliata dal Governo. E la modernità culturale di questo paese può aspettare. (L'Unità)