servo arbitrio

ARTE, MANZU',


 MANZU' IL BURBERO BERGAMASCOERA sempre insoddisfatto. Lo divorava una sorta di febbre davanti alle opere che sovente lo conduceva fin alla loro distruzione. Quand'era piu' giovane e abitava nella casa di Bergamo Alta, talvolta dopo aver creato una splendida figura FEMMINILE, un ramo contorto come base d'un tavolo, si sporgeva dalla terrazza e fra le urla delle sorelle scaraventava il gesso a terra per vederlo in pezzi. Manzu' ammirava Michelangelo, era uomo assai piu' colto e raffinato di cio' che il carattere burbero e ostico di bergamasco gli consentiva di mostrare, del Buonarroti aveva ereditato la frenesia di devastazione, cioe' il desiderio di perfezione, rigore, ricerca. Tutto cio' unito all'estrema sensibilita' e fin dolcezza, verso sentimenti come l'amore, l'affetto per i figli, l'impegno politico, la dedizione all'ideale di Pace. Manzu', sempre antico e nuovo a un tempo. Le Crocefissioni e Deposizioni suonarono come urla contro la violenza la guerra, il nazismo, con il Cristo morto accanto a militare e a un impetoso clero. L'amico critico Cesare Brandi, che lo segui' per l'intera esistenza, e' immortalato in un bronzo del '41, efficace, struggente. Poi l'impareggiabile Ritratto di Signora o la Signora Lampugnani, per la quale scandaglio' tutti gli stili e possibilita', fin Piero della Francesca, prima nei raffinati disegni, poi nelle teste e busti sino all'opera definitiva, a figura intera, con il busto arretrato, d'una BELLEZZA antica e moderna. «La amavo follemente - ammise un giorno - mi chiesero il ritratto e io tiravo in lungo, uno, due anni per vederla. Lei era una signora colta, raffinata, parlava di filosofia, religione, letteratura, non voleva altro». Ecco i primi Cardinali dal '38 in poi, sempre piu' allungati e severi, fino al Ritratto di Papa Giovanni XXIII, pure lui bergasmsco, pure lui diffidente. Le formelle della Porta di San Pietro comportarono immani e superbe ricerche sui rilievi. D'un tratto il colpo di fulmine: la giovane Inge, ballerina classica bellissima; un giorno al telefono annuncio' «La mia vita cambia» cosi' cominciarono le danzatrici nude alla Degas, i passi di danza, gli Amanti, le carrozze con i figli Giulia e Mileto, sopra nastri librati nell'aria e pOGGIati su ruote, la vita nella villa di Ardea, OGGI Museo. Il tema dell'artista e modella, affrontato in gioventu' venne piu' volte rielaborato e reinterpretato. Per Caravaggio ideo' l'immensa scultura all'entrata, con il celebre canestro di frutta. Compare la figura Ulisse ed egli ripeteva: «Sono anch'io come lui voglio sempre cercare oltre, trovare del nuovo».